Da Romanzo Criminale a Suburra, Roma nella sua progressiva caduta morale ha creato un sottobosco culturale fertilissimo, che vive e si sostenta del suo degrado, della sua lenta agonia. Che sia la sorrentiniana visione estetizzante e snob del cattivo gusto contemporaneo che si staglia sullo sfondo della città eterna o gli scontri di potere e miseria che hanno fatto la fortuna della fiction Sky, almeno come musa ispiratrice Roma attualmente non conosce eguali sulla scena letteraria e cinematografica italiana.
Giallo Banana irrompe su questa scena come la hit disco anni ’90 pacchiana ma irresistibile alle feste, quando d’improvviso finisce la musica giusta e irrompono Carrà e Rettore, l’inconfessabile momento in cui la gente inizia a divertirsi davvero.

Confesso senza alcuna remora che Giallo banana mi ha divertito oltremodo e ho letto le sue 272 pagine con un interrotto sorriso sulle labbra. A cambiare era la sua valenza, variando da accenno tenero a una stretta di labbra ironica fino alla risata sguaiata in un paio di passaggi irresistibili, ma il punto è che questo romanzo giallo non perde mai la sua verve comica, soprattutto quando descrive divertito e irriverente lo scenario della nobilità decaduta e della ricca borghesia di potere e denaro che animano Roma.

Autori Giallo banana

Giallo è giallo: abbiamo il suicidio che non convince, una notevole lista di sospettati, indizi, deduzioni e controdeduzioni di un investigatore amatoriale con tanto di lavagna degli appunti. La sfumatura però è banana: brillante, vivacissima, davvero chiassosa con notevoli punte gay. Insomma, dopo tanto piglio gravoso e austero nel guardare in faccia la crisi mistica romana, Giallo Banana si tuffa letteralmente all’interno, sguazzando nei party regno del cattivo gusto, nei siti di gossip che ne cantano le gesta, nei salotti polverosi ormai ombra dell’antico splendore delle famiglie nobiliari.
Il conte Vittorio Maria Canton di Sant’Andrea, corpulento nobile con una passione smodata per i gialli scadenti da edicola, il palinsesto televisivo protagonista delle gif di Trash Italiano e La Settimana Enigmistica, vive in una casa nobiliare particolarmente spoglia, dato che lui e l’anziana zia ospitante Magda si sono venduti i pezzi di valore per sbarcare il lunario assieme al maggiordomo Gelasio, lo slavo e prestante domestico raccolto dalla strada e ancora in attesa di stipendio.
Oziosamente nobile e volontariamente rifugiato a casa della zia, trascorre le sue giornate tra piccate repliche e salaci freddure che nascondono la frustrazione di godere nel giro della Roma che conta di meno considerazione e popolarità della zia stessa. Impacciato e inadeguato, Vittorio (Maria) intraprende per caso un’indagine su un suicidio sospetto seguendo le orme del suo modello comportamentale Jessica Fletcher, con risultati ora disastrosamente comici, ora inaspettatamente acuti. Senza mai puntare il dito o giudicare, limitandosi a guardare la nobilità decaduta romana e il parterre di famosi ben poco coperti dai nomi taroccati per quello che è, senza false ipocrisie.

[…] e ogni giovedì apriva la rivista nella speranza di trovare lo schema di incroci obbligati firmato con lo pseudonimo Cher Lo Colmes, sintesi perfetta dei suoi due modelli di riferimento di una vita: la persona più intelligente e arguta che abbia mai calpestato il suolo di questo pianeta e Sherlock Holmes, di cui apprezzava la giustificata boria nel rispetto del prossimo oltre al ricorso abituale a droghe pesanti.

Non si tratta di un romanzo per abili solutori di enigmi da detective story. Il caso al centro delle figuracce investigative di Vittorio ha un buon ritmo e il numero giusto di ribaltoni e scenografici spiegoni finali, ma è un incrocio facilitato da un buon numero d’indizi e alcuni passaggi un po’ macchinosi sul finale. Il punto forte insomma non è il giallo, ma la sfumatura banana, particolarmente curata da dei fini conoscitori della cultura pop italiana e dei meccanismi della serialità come Giovanni di Giamberardino e Costanza Durante. Il romanzo non fa mistero di voler essere solo il primo passo nel consolidamento di un universo in cui ambientare una serie investigativa e costruisce le sue fondamenta dannatamente bene. A partire dai suoi personaggi, immediatamente familiari grazie al ricorso a consolidati stilemi (l’investigatore amatoriale insicuro ma brillante, il fedele domestico di casa, l’anziana zia caustica ma affettuosa, l’amante affascinante ma presente ad intermittenza, il fratello arrivista e spietato, l’inaspettata spalla investigativa dal carattere forte) su cui però sin da subito interviene una forte caratterizzazione, di quelle che ti fa venir voglia di saperne di più, per esempio del passato di ciascuno che filtra tra le righe del romanzo o degli equilibri di amicizia e inimicizia che la risoluzione finale finisce per variare.

Il lettore migliore per Giallo Banana è quello che affronta la quotidianità un meme alla volta ed è avvezzo al pubblico piacere e ludibrio della diretta twitter di programmi ed eventi live via hashtag ufficiale. Il romanzo è un crogiolo di riferimenti ironici ora figli dell’infanzia negli anni ’80 e ’90, ora dei target favoriti da quell’ironia sardonica e familiare di una certa fascia di utilizzatori dei social: lettori che seguono ammaliati le prodezze di Lory Del Santo con The Lady, trepidano di fronte alle cadute di stile dell’ultimo reality di Rai2, realizzano vine settimanali sulle perle di saggezza di Franca Leosini e nemmeno troppo segretamente disquisiscono dottamente sulle carriere degli One Direction come manco i beatlesiani più incalliti. Questi utenti e lettori come non potranno affezionarsi a Vittorio, simbolo e figlio di quello stesso parossismo trash per cui è impossibile per loro non provare sincero affetto? Il rischio (scansato abbastanza facilmente in questo primo romanzo) è forse quello di raggiungere l’effetto instant book, ovvero che il contenuto ricco di citazionismo diventi via via più oscuro quando i riferimenti pop usciranno dall’olimpo del contemporaneo, ma non per questi potenziali lettori. Gli altri si godranno Giallo banana come una lettura agostana da ombrellone giunta con studiato ritardo per il pranzo natalizio, loro invece stellineranno (pardon, ormai cuoricineranno) ogni gaffe di Vittorio e ogni potenziale passaggio degno di Tumblr nel loro cuore.

Quanti avrebbero applaudito all’uscita del feretro dalla chiesa? Quanti avrebbero ripetuto al vicino: “Sono sempre i migliori che se ne vanno”? Che fosse questo il motivo per cui era ancora lì, vivo? Perché non era uno dei migliori?

giallo banana



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
Similar Posts
Latest Posts from Players