Chiunque sia fan di Sam Raimi, ami incondizionatamente la saga de La Casa – The Evil Dead (1981), Evil Dead II (1987) e Army of Darkness (1992) – e segua o abbia seguito con occhio critico Ash vs Evil Dead (2015 – ), non avrà potuto non notare che il maggior vanto della serie tv appena conclusa rappresenta anche l’origine di tutti i suoi mali. Mi sto naturalmente riferendo al pilot che, nel suo indiscutibile fascino estetico e nella sua fervida originalità espressiva, ci regala forse uno dei migliori inizi di stagione mai apparsi nel panorama televisivo.

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El Jefe, così si intitola questo primo episodio, è l’unico dei dieci realizzati per la prima stagione a essere diretto da Sam Raimi in persona, e si vede. Non solo la microsceneggiatura che compone l’episodio si fonda, nella sua semplicità, su un escamotage narrativo vincente, che già da solo suggerisce l’atmosfera goliardica e politically incorrect che intraprenderà (e manterrà costantemente grazie alla collaborazione di Ivan Raimi e Tom Spezialy) la serie, ma è capace di portare a termine, in soli 40 minuti, il compito più arduo, e cioè quello di riavviare credibilmente una storia sepolta più di vent’anni fa, introdurre personaggi in grado di fiancheggiare un mostro sacro come Bruce Campbell e intraprendere nuove direzioni narrative che stimolino la curiosità dello spettatore.Tuttavia, se queste dinamiche caratterizzano ogni episodio – qualche volta in maniera più urgente, altre volte meno – a fare la differenza tra il pilot e i successivi episodi è, appunto, la regia, che non è solo “bella”, ma funzionale al mantenimento di quell’equilibrio tra orrore e comicità che è proprio de La Casa.

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Gli originali virtuosismi di macchina messi in atto da Sam Raimi, connessi all’uso espressivo dell’illuminazione predisposto da Dave Garbett, restituiscono atmosfere e sensazioni inconfondibili, che suggeriscono allo spettatore sia l’ironia, sia crudeltà di orrori che sono sempre spassosi, ma mai moderati. La lunga scena in cui la poliziotta Amanda/Jill Marie Jones fa irruzione con lo sfortunato collega nell’appartamento infestato, sembra voler introdurre lo spettatore in un loop orrorifico senza fine, nel quale suspense e shock si alternano senza interruzione giocando con i movimenti, ora lenti ora frenetici, e i controluce. Si tratta di una sequenza che, invero, supera in qualità tutti e tre gli episodi della saga originale (e non solo).

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Purtroppo, se tutto ciò rapisce e alletta lo spettatore, caricandolo di altissime aspettative, gli episodi successivi tradiscono una menomazione, che non è nello spirito (della saga), ma proprio nell’eloquenza visiva. Nonostante il lavoro certosino di studio e di replica dello stile, utili a mantenere coesione tra gli elementi narrativi ed estetici, solo alcuni dei registi che si sono occupati della serie sono riusciti a imprimere ai loro episodi un’energia simile a quella presente nel pilot, senza però riuscire ad annullare il dato più evidente della distanza che separa il primo dal resto degli episodi, e cioè che se El Jefe riesce a occultare la vacuità del plot, le puntate successive, a causa del ridimensionamento degli effetti coreografici, tendono invece a rivelarne le debolezze, rendendo il brand dozzinale.

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Nell’insieme Ash vs Evil Dead resta un prodotto godibile, in cui alla relativa elementarità si sopperisce con le irresistibili gag di Bruce Campbell, con un uso dosato della CGI e ottimi effetti speciali old style e, soprattutto, con lo sdoganamento dello splatter più audace nei circuiti della serialità televisiva. Gli ultimi due episodi, in cui si fa ritorno lì dove tutto è iniziato, tra strani deja vù e “vecchi souvenir”, appaiono meglio confezionati e fanno sperare in una seconda stagione più ricca e avvincente. Incrociamo le motoseghe!



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4 Comments

  1. la mia fidanzata non era è un’estimatrice della trilogia originale, ma alla fine queta serie è piaciuta anche a lei ;)

    1. Controlla che non sia posseduta….

      1. eh eh, proverò a fare un esorcismo…credo che cmq sia merito dell’ interpretazione di Bruce Campbell e dei casini che combina a ripetizione

        1. Il fascino della canaglia ;)

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