Insidious 4 con Adam Robitel alla regia, appare subito piuttosto differente dagli episodi precedenti (i primi due erano diretti da James Wan, mentre il terzo da Leigh Whannel), soprattutto perché è molto basato sulla medium Elise Rayner, il personaggio emerso come eroe della caccia al fantasma nell’ormai collaudato franchise.
Invece di essere conosciuto per Saw, il suo thriller iniziatore del genere “torture-porn”, è proprio con Insidious che Wan ha dimostrato di poter affrontare il tema della casa infestata e dargli un tocco di originalità. E mentre i primi due film della serie avevano l’influenza e il cuore di Wan, la sua assenza si è molto avvertita nel terzo episodio. Questo ultimo Insidious: The Last Key non è il peggiore della serie, anche se i difetti non mancano. Uno su tutti, la cattiva direzione del regista, che fa sì che gli attori (peraltro non eccelsi…) recitino male e (classica pecca della distribuzione italiana) vengano anche doppiati peggio.
Ciò premesso, Whannell (che qui è sceneggiatore) e Robitel riescono a mantenere il tutto in qualche modo avvincente, con qualche svolta inquietante e il sempre attuale tema delle donne che si oppongono alle autorità maschili.
Ad esempio, dopo un inizio originale, la pellicola è molto simile nella struttura narrativa ai precedenti lavori e ciò potrebbe lasciare insoddisfatti gli spettatori che dall’horror vanno cercando sensazioni forti e situazioni inedite dato che, tolte le (non molte) scene di tensione, per il resto il film si mantiene su una regia di mestiere, sebbene qualche riuscito jump-scare in effetti ci sia…
Il film si aggancia delicatamente a situazione di orrore e di abusi, non solo spettrali, ma anche in carne e ossa e la conclusione, che si basa sul Male come forza esterna, ha come conseguenza negativa quella di scindere, in parte, il Male stesso dalle responsabilità della vita reale. Suscita interesse il team di “Spectral Sightings”, che entra in azione utilizzando pittoresche ed eterogenee forme tecnologiche di caccia ai fantasmi (fotocamere full-spectrum e microfoni direzionali), ma anche sessioni di ipnosi amatoriale, e funziona bene anche la parte, che racconta il passato della sensitiva Elise e giustifica un po’ le ragioni di un presente inquietante e soprannaturale.
Dunque, Insidious 4 è un film dignitoso e piuttosto ben confezionato, anche se non toglie e non aggiunge niente di nuovo al genere horror contemporaneo. Accontentiamoci, date le insensate carenze distributive italiane nel settore… vedremo mai Jeepers Creepers 3: Cathedral? O il nuovo Phantasm 5: Ravager di Coscarelli?!…ne dubito…
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