Ma perché non l’hanno fatto prima?
L’annuncio di Jodie Whittaker come primo Dottore donna ha scatenato reazioni circoscrivibili in due macro categorie: aggressive o entusiastiche. Da una parte si è gridato a un asservimento al political correct che avrebbe sfregiato tutti i ricordi d’infanzia (cfr. Ghostbuster), portato inesorabilmente al declino delle arti audiovisive, e da lì alla fine della civiltà come la conosciamo sarebbe stato un attimo; dall’altra l’esplosione di gioia ha compattato un gruppo coeso contro i primi, ma diviso al proprio interno: inclusione e rappresentazione sono le parole chiave, quindi a quando un Dottore di colore, oppure gay, bisessuale, perché una donna – il che va bene, ci piace – ma comunque caucasica?
Il momento è arrivato e dopo dieci minuti Jodie Whittaker ha fatto suo il ruolo, dopo trenta le polemiche, l’attesa, le preoccupazioni non avevano più modo di esistere di fronte a un episodio solido che ha gestito gli elementi fondanti della serie per metterli al servizio della nuova arrivata, perfettamente a suo agio nei panni della timelord: bizzarra, affabile, brillante e con quell’aria un po’ stralunata che ti incuriosisce e ti preoccupa al tempo stesso, ma alla fine vince la curiosità, la seguiresti ovunque. Insomma Jodie Whittaker è il Dottore, sempre lo stesso personaggio, ma con una personalità diversa. Nelle sue parole “We can evolve while still staying true to who we are.”
E a fine puntata, che scivola piacevolmente in modo frizzante e rassicurante, l’unica domanda da fare è, non se era il caso, ma perché non è stato fatto prima considerata la naturalezza con cui l’episodio e la sua protagonista hanno dato avvio al nuovo corso. In realtà, il furore che ha circondato l’evento è estremamente positivo, anche nei suoi risvolti peggiori.
Patti Jenkins non ha inventato il cinecomic con protagonista femminile, prima di lei ci sono state Elektra (2005) e Catwoman (2004), eppure nessuno prima della sua Wonder Woman (2017) aveva gridato alla scoperta del fuoco. Cuba Gooding Jr. ha vinto un oscar (1997) per Jerry Maguire, ma nessuno ha mostrato preoccupazione per la politicizzazione del premio, né inneggiato a un nuovo corso della storia. Nella trasposizione cinematografica del Rapporto Pelican (1993), dall’omonimo bestseller di John Grisham, il ruolo maschile fu affidato a Denzel Washington nonostante nel libro il personaggio fosse caucasico, ma nessuno ha battuto ciglio ipotizzando un’agenda per la sostituzione etnica ad Hollywood.
Tutto è avvenuto in un clima privo di clamore, ed è qui il problema: erano unicum che non mettevano in discussione lo status quo, non nascevano da una discussione, da un’urgenza di rifondare una società sessista e razzista. Elektra e Catwoman sono state due belle attrici inguainate in abiti succinti buone a dimostrare che i supereroi al cinema – se proprio devono starci – è meglio lasciarli ai maschi, l’oscar a Cuba Gooding Jr ha fatto sentire tutti meglio, più progressisti, emancipati e moderni, senza rinunciare a un’unghia di privilegio, e Denzel Washington non è stato scelto in quanto attore di colore ma in quanto divo del momento (ben altra, per esempio, l’accoglienza rancorosa riservata alla scelta di Idris Elba nel ruolo di Roland Deschain nella Torre Nera).
Jodie Whittaker ha accettato il ruolo del Dottore dopo che lo stesso Chris Chibnall, autore e showrunner del nuovo corso, aveva posto la condizione di avere una protagonista femminile dopo il Dottore di Peter Capaldi. La BBC ha accettato la condizione senza riserve, né preoccupazioni, ma gli spettatori e tutti quelli dotati di un collegamento internet si sono divisi . Nell’aggressivo dimenarsi di parte della società, pervicacemente aggrappata al privilegio di una rappresentazione univoca del mondo, troviamo però l’indicazione di essere sulla buona strada: i cambiamenti non marciano su comodi tappeti rossi, ma su terreni scivolosi e accidentati. Jodie Whittaker quale primo Dottore donna ci avvicina alla sprovincializzazione di quello che Martha Lauzen della San Diego State University chiama “the province of males” riferendosi ai blockbuster ma che, come concetto, possiamo estendere a tutti gli ambiti che necessitano di diversità e rappresentazione.
Nota
Il pubblico ha premiato con ascolti altissimi, i migliori dalla première con David Tennant
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