In questo autunno insolitamente caldo, che mi vede attualmente tra i boulevard e le banlieu di Parigi, è divertente fantasticare su quale sia l’ambientazione di Barcazza di Francesco Cattani.
Illustratore e fumettista cresciuto tra i portici bolognesi, Francesco Cattani – cito direttamente la pagina dedicatagli su BilBolBul – «esordisce nel 2004 sulla rivista RES-ISTANZE con il fumetto Inizio, in cui racconta le difficoltà quotidiane di un gruppo di partigiani dispersi sulle montagne modenesi nel dicembre del’43. Lo stesso anno comincia a lavorare ad una serie di illustrazioni dal titolo I Sezionati, che espone a Modo Infoshop. I suoi lavori vengono pubblicati anche dalla rivista Hamelin Storie figure pedagogia. Premiato sia nella sezione fumetti che nella sezione illustrazione al Concorso Baraccano, autoproduce il fumetto Occhi Vuoti, storia di un dipendente Ikea.
È tra i fondatori dell’etichetta ernest, per cui ha pubblicato nel 2007 l’albo di sedici pagine Barcazza, vincendo il premio Micheluzzi per storie brevi nel 2008. Ampliato e rivisto, il romanzo viene pubblicato nel 2010 da Canicola in Italia e in Francia da Atrabile. Negli anni successivi concentra il proprio lavoro sullo storyboarding e l’illustrazione e nel 2017, dopo un lungo silenzio, realizza Luna del mattino per Coconino press, con il quale si aggiudica l’anno successivo il Gran premio di Romics e il Premio Micheluzzi come Miglior fumetto». A questo aggiungo che, nel corso del 2018, Francesco ha anche debuttato con Bonelli curando i disegni del decimo volume di Mercurio Loi, lo splendido L’uomo orizzontale.
Il volume di Barcazza (ahimé nel mio caso la versione digitale) è un ritorno a colori dell’opera prima dell’autore bolognese. Un’opera che, negli ultimi otto anni, è stata tradotta e apprezzata anche in Francia, Svizzera e Spagna, ha ricevuto i premi Micheluzzi e Nuove strade, e ha ricevuto definizione scomode come «il migliore incontro tra la sospensione del cinema di Antonioni e la linea fragile di Mattotti» (Daniele Barbieri).
Ed è difficile non essere ammaliati dall’atmosfera rarefatta, dalla luce abbagliante in cui si svolge l’intera vicenda. In un paesaggio in cui natura e uomo si fondono e che ricorda le più selvagge coste orientali della Sardegna o di talune isole siciliani come Alicudi e Filicudi, assistiamo alle discussioni e alle reciprocità tra una giovane coppia, una zia divorziata e alcuni ragazzini. Tutto avviene in un’apparente immobilità o, per meglio dire, sembra beccheggiare dolcemente come un gozzo all’ancora nel mare. Elemento centrale della narrazione sono i rapporti che intercorrono nel triangolo composto tra la zia divorziata, il nipote adulto e Nico, la di lui compagna.Le questioni tra i tre si giocano sul filo dell’intimità, del non detto e di attrazioni solo supposte. I due atti dell’opera trovano, nel momento erotico, una sorta di specularità tra la masturbazione della zia anziana e il sesso della coppia. L’autore sembra voler sottolineare la differenza che intercorre tra un atto che vuol compensare una solitudine – quella di Nico, che si sta allontanando dal suo compagno – e chi invece l’ha riconosciuta come un status. Cattani non desidera esprimere alcun giudizio su questi atti, né tanto meno sulla vita o sui rapporti dell’una o degli altri: piuttosto cattura e rappresenta, invero efficacemente, quelle linee di conflitto che permeano la quotidianità di ognuno di noi.
L’astrazione ottenuta attraverso un locus amenus – in realtà più selvaggio di quanto non sembri, come ben lascia intendere una breve, ma tesa ricerca di uno dei bambini perso tra grotte e scogliere – consente inoltre di celare efficacemente anche l’aspetto politico della vicenda. Nico si sente ed è estranea a un luogo che appare accessibile solo in barca e per pochi. Lo capiamo da una serie di elementi importanti: la discussione sul cambiamento climatico, il commento sulle pessime abitudini di chi può permettersi una barca (e quindi ha accesso al luogo in cui l’azione si svolge), il costume di pessima qualità. Queste tracce mi hanno condotto ad assimilare Barcazza a un altro film, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto di Lina Wertmüller.
È solo un’eco, una rimembranza. Ma anche il gorgoglio di un’onda nel calmo mare d’agosto può apparire come un urlo, se si sta in silenzio ad ascoltare.
Barcazza, di Francesco Cattani
collana Jason Molina, Canicola
Bologna 2018
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