È davvero un peccato che lo spiritismo sia una truffa perché Antonio Vivaldi meriterebbe di essere evocato e potersi inorgoglire per come la sua musica è stata utilizzata in John Wick Parabellum: la sequenza d’azione introdotta dalle note del suo Inverno è di quelle che restano nella storia del cinema, del cinema d’azione e anche di quello romantico perché è impossibile non amare appassionatamente questo terzo capitolo, l’intero franchise e ogni singolo elemento che lo compone partendo da Keanu Reeves e Chad Stahelski fino ad arrivare ai cani, ai cavalli, ai piccioni e perfino all’unico gatto presente che con una interpretazione convincentissima non fa assolutamente nulla.

Piccolo passo indietro per risalire all’origine di questa strepitosa trilogia che sembra abbia inventato i film d’azione, riporta sul grande schermo un Keanu Reeves al pieno del suo star power e soprattutto dimostra che sì, c’è vita dopo i cinecomics, ed è possibile lanciare dei franchise originali e di successo senza spolpare il già esistente.

Era il 2012 e Dereck Kolstad era a caccia di finanziatori per Scorn, il suo spec script. Tra le offerte ricevute accettò la più bassa, quella della Thunder Road Pictures perché era la casa di produzione che gli garantiva di realizzare il film a stretto giro. Il progetto cattura l’interesse di Keanu Reeves che a quel punto viene coinvolto attivamente e proprio su indicazione dell’attore il titolo passa dall’anonimo Scorn a John Wick, ma questo non è l’unico cambiamento che ha contribuito a modellare l’esperienza visiva che abbiamo goduto in sala. Inizialmente il protagonista era un uomo sui settanta a cui viene ucciso il cane di diciotto anni, il tipo di attore che Kolstad aveva in mente per il ruolo era una sorta di Paul Newman: attempato, ma carismatico e fascinoso.

Con Keanu Reeves coinvolto l’età del protagonista si assesta intorno a quella apparente dell’attore e successivamente, per volere del regista, il fedele compagno di una vita si trasforma nella cucciola Daisy. La sceneggiatura originale accordava al protagonista molte più battute che vennero però in gran parte trasformate in laconici “uh-uh”. Dice Kolstard in proposito: “What we loved about the character of John Wick is he walks into a room, and there’s this unspoken notion of volumes of dialogue”.  Lo sfondo, il mondo criminale parallelo con le sue regole rigide e codificate e perfino la propria moneta, resta essenzialmente lo stesso.

John Wick dog

Quando si inizia a discutere di come eseguire le sequenze d’azione Keanu Reeves non ha dubbi e il suo pensiero va a Chad Stahelski, maestro di arti marziali, apprezzatissimo stuntman, noto fin dai tempi del suo lavoro per Il Corvo: fu lui infatti a lavorare con Brandon Lee e prestarsi come suo doppio non solo durante le riprese ma anche  per le ultime scene mancanti girate dopo la morte dell’attore. Stahelski ha dunque una grande esperienza ed è stato soprattutto coordinatore delle scene d’azione durante la realizzazione della trilogia di Matrix, ed è su quei set che nasce il rapporto di stima e amicizia con Keanu Reeves. Contattato per John Wick però Stahelski è più interessato alla regia, lui e l’amico e socio David Leitch, altro stimato esperto di arti marziali e stuntman, sono da tempo a caccia di uno script da dirigere: quello di John Wick sembra essere perfetto per loro e guarda caso Keanu Reeves sperava proprio che l’amico fosse interessato anche alla regia. Quando si dice il destino.

Ricapitolando, abbiamo una star amatissima che però da circa una decina d’anni non sfonda al botteghino mentre su internet è oggetto di un meme virale poco lusinghiero, due registi alla loro prima regia, e un’unica casa di distribuzione, la Lionsgate, disposta a far uscire nelle sale il film per altro r-rated. Il budget è di circa 20 milioni di dollari, pochini per un film del genere. Risultato: il primo film, grazie a ottime critiche e al passaparola del pubblico entusiasta, è una vera e propria hit e guadagna quattro volte l’investimento iniziale. Il secondo film è un altro successo fulminante e a fronte di un budget raddoppiato incassa un totale di 171 milioni di dollari. Il terzo capitolo uscito il 16 maggio ha già superato – mentre vi scrivo – i 200 milioni di dollari. Il quarto è previsto per il 21 maggio 2021 mentre una serie tv dal titolo Continental è in lavorazione per Starz e racconterà l’universo criminale in cui si muove John Wick. Fumetti e videogiochi sono già disponibili, manca solo un parco giochi a tema e da fan della saga non sono affatto ironica bensì speranzosa.

john wick parabellum

Quindi cosa c’è di tanto straordinario in una saga del genere? Innanzi tutto il pubblico ha risposto bene a un prodotto che si inserisce in una proposta cinematografica mainstream satura di cinecomics, supereroi ed espansioni di saghe storiche, a cominciare da Star Wars. John Wick è stata la risposta a una domanda inespressa di chi desiderava accomodarsi in sala ed essere sorpreso, e in questo il film riesce benissimo al punto che se il primo costituiva effettivamente una novità, i successivi due non solo non hanno perso smalto ma, pur restando coerenti con i personaggi e l’universo creato, hanno saputo rinnovare il loro armamentario action coreografando sequenze che catturano l’occhio con un’implacabile grazia e un’eleganza letale. Più che guardare John Wick assistiamo a John Wick esattamente come si assiste allo Schiaccianoci con Keanu Reeves che sembra essere più che il protagonista l’etoile del film. La fluidità, la dinamica, l’esecuzione delle sequenze d’azione coreografate come fossero un balletto non è casuale, ovviamente, e Stahelski spiega di aver cercato precisamente questo effetto e ricorda  “I come from a place of loving dance and theater and fine art, action can be all of those things”.

E Keanu Reeves si è dimostrato l’interprete ideale per veicolare potenza e grazia, velocità e precisione. L’attore si è dato completamente al personaggio preparandosi duramente per ognuno dei film, con il risultato di non aver praticamente mai avuto bisogno di controfigure, neanche per le scene in moto, in macchina e a cavallo, e questo ha permesso di poter incollare la telecamera su Reeves cosicché gli spettatori hanno potuto godere di riprese nette e pulite senza stacchi per alternare e dissimulare la presenta di uno stuntman nei momenti clou. Possiamo goderci le evoluzioni marziali che spaziano attraverso judo, jujitsu, jujitsu brasiliano, sambo, kali,  muay thai, e il bello è che tanta varietà non è dovuta a una stringente questione pratica, quanto piuttosto al desiderio di far divertire noi spettatori: “more for the benefit of show than for self-defense” dice Stahelski.

John Wick ballet

Ma John Wick, oltre che per lo sfoggio di arti marziali ha una sua peculiare estetica anche in fatto di luci, design, abbigliamento, atmosfera. I chiaroscuri – i momenti in cui Wick emerge dal buio, per esempio – sono un omaggio del regista a uno dei suoi artisti preferiti – “and one of my favorite painters is Caravaggio” – e la fotografia firmata da Dan Laustsen unisce il tono cupo, nero, con un’esplosione di colori freddi realizzando un ossimoro visivo fatto di un’oscurità vibrante e colorata.

Tutto in John Wick è peculiare tanto che i film si appropriano con personalità di luoghi e spazi già visti in decine di pellicole e serie. Se nel precedente film le catacombe di Roma sono state teatro per uno strategico scontro uno vs trenta, la scena di Parabellum ambientata nella New York Public Library, per esempio, è lì a dimostrare che non solo la penna uccide più della spada, ma anche i libri non scherzano e sarà difficile non pensare alla location senza avere nella mente quella particolare sequenza del film. Più in generale tutta New York è un’altra New York, non quella dei turisti, di Woody Allen, di Colazione da Tiffany, e di altre centinaia di pellicole ma è squisitamente la New York di John Wick, con il Continental, il suo Bowery King, i finti senza tetto, e tutti i punti di appoggio di Wick e soci.

Ma arriviamo alla storia che racconta questa terza parte il cui inizio prende le mosse esattamente da dove eravamo rimasti. [Da qui in avanti SPOILER]. John è stato bollato come “excomunicado”, le super tatuate centraliniste in camicie di seta nei loro uffici vintage – macchine da scrivere, lavagne con gessetto e pc con sistema operativo DOS – fanno gli straordinari: la taglia sulla testa del nostro lievita a 15 milioni di dollari. Winston ha regalato un’ora di tregua a John ma con una taglia del genere non esiste recesso talmente buio e remoto in cui non siano annidati killer interessati a incassare. John Wick, parando ogni colpo, inclusa una pioggia di coltelli – una delle sequenze più riuscite – è deciso a sopravvivere nell’unico modo possibile: parlare con il grande capo. Lo vediamo contrattare il suo passaggio per Casablanca e da lì, aiutato da Sofia (Halle Berry), rintracciare il boss per avere un’altra opportunità di sopravvivere in quel mondo. Ma tutto ha un costo.

John Wick Parabellum

Halle Berry si è preparata per il ruolo non solo atleticamente, ma anche come trainer per i cinque cani di razza belga malinois  impiegati in una sequenza action in cui i quattro zampe sono protagonisti a tutti gli effetti senza temere confronti con le controparti umane. Purtroppo la successiva scena di John Wick nel deserto è risultata non all’altezza dello standard a cui il franchise ha abituato: regia e fotografia, questa volta, non sono state in grado di offrire qualcosa di visivamente emozionante nonostante le potenzialità di quelle dune rosso-dorate, di John prossimo alla morte mentre le stelle dell’Orsa Maggiore puntellano un cielo brillantissimo a strapiombo sul protagonista. Il capo a cui finalmente giunge John è un personaggio anonimo, incolore, dimenticabile all’istante, diversamente da tutti gli altri interpreti conosciuti fin ora. Si perdona però tutto e facilmente perché il racconto riprende presto irretendoci con altre performance fisiche impossibili e magnetiche queste volta condite anche da una dose di humor.

Parabellum consolida ed espande il suo universo parallelo, concede più screentime a Winston e Charon, e fornisce alcune informazioni sul passato di John evitando però di cadere in una prolissa origin story di un personaggio che è perfetto così com’è: quello che viene detto di John – è un orfano della Bielorussia, ultimo della sua tribù – ha una utilità narrativa strettamente contingente. È interessante notare, per tornare al discorso iniziale, come John sia stato cresciuto in una compagnia teatrale in cui le future generazioni di assassini vengono allenate a forza di dolorose sessioni di danza classica per le ragazze, e di lotta per i ragazzi, personalmente voglio pensare che John abbia approfittato anche delle lezioni di balletto (sempre Stahelski: “Ninety-nine percent of high-level stunt work is dance , not pirouettes, but how you move your body“).

Il film ci lascia con l’alleanza tra un detronizzato Bowery King (Laurence Fishburne) e un John Wick allo stremo fisicamente ma con un’indicibile sete di vendetta. Non so cos’altro potranno osare autore, regista e protagonista, quali animali e armi mancano loro, ma con questi tre film hanno dimostrato di poter riuscire in qualsiasi progetto abbiano in mente di voler attuare.

Note

Qui potete leggere un articolo interessantissimo in cui parlano regista e direttore della fotografia approfondendo nozioni tecniche e spiegando le scelte creative, a corredo splendide foto dal set.

John Wick ha dei fanboy, il più adorante dei quali è il suo oppositore principale Zero interpretato dall’attore e martial artist Mark Dacascos.

L’addestratore dei cani è Andrew Simpson, lo stesso professionista che si è occupato dei lupi sul set di Game of Thrones. Sul set di Parabellum i cani sono stati addestrati per mirare a un giocattolino verde posizionato sul cavallo degli stuntman, il giocattolino è stato poi rimosso digitalmente. Qui trovate maggiori informazioni su come è stata concepita e realizzata l’intera sequenza con i cani.

In Parabellum scopriamo la figura della “giudicatrice” (adjudicator )interpretata da una stilosissima Asia Kate Dillon che i fan di Billions conoscono come Taylor Mason.

In una scena che omaggia Sergio Leone John Wick assembla una pistola come avviene ne Il Buono, il Brutto e il Cattivo

Il set marocchino si è trovato circondato da centinaia di gatti, animali amatissimi in zona, e la produzione ha dovuto tenerli a bada, dar loro da mangiare, intrattenerli ed evitare che facessero agitare i pastori belgi come potete leggere qui.

La ballerina che vediamo eseguire le istruzioni della direttrice (Angelica Houston) è Unity Phelan ballerina solista del New York City Ballet.

Il regista annovera Caravaggio tra i suoi artisti preferiti: nella scena in cui la Direttrice stacca il biglietto di John vediamo alle sue spalle una riproduzione del dipinto Giuditta e Oloferne di Caravaggio.



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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