Qualche giorno fa camminavo per la strada per andare al lavoro. Sul marciapiede, alla mia destra, è improvvisamente comparsa una ragazza che procedeva a passo spedito tenendo la faccia appiccicata allo smartphone: mi ha affiancato, superato ed è andata a sbattere violentemente contro un palo elettrico, della cui presenza ovviamente non si era accorta perchè troppo “occupata” a smanettare col telefono. Nonostante la poderosa capocciata, accompagnata da “BONK” d’ordinanza, non ha fatto una piega e ha ripreso e camminare e smanettare. Fino al prossimo ostacolo, suppongo. Ecco, quella ragazza sarebbe perfetta per impersonare l’utente tipo di Smithereens, il social “a-la-Facebook/Instagram/Snapchat/etc.” protagonista dell’omonimo episodio della quinta stagione di Black Mirror.

La pervasività del social in questione ha indirettamente causato un incidente che ha portato alla depressione il protagonista, interpretato dall’ottimo Andrew Scott, già Moriarty in Sherlock, che fa l’autista per Uber e un giorno decide di rapire un “pezzo grosso” dell’azienda per rinfacciargli tutte le sue sfortune. Purtroppo per lui, l’ostaggio si rivela essere solo uno stagista, ma riesce comunque ad essere funzionale allo scopo: mettere in contatto il rapitore con lo Zuckerberg del caso. Ma cosa dire a un multimiliardario nerd in ritiro spirituale in mezzo al deserto, che ovviamente non sa nulla di te?

James Hawes, già regista dell’episodio con le api robot di qualche stagione fa, torna a parlare di Social Network, ma prova stavolta a dare un taglio più umano all’intera vicenda. Il tema del social come specchio dell’indifferenza del mondo, della dipendenza dalla tecnologia e della costante ricerca di approvazione da parte delle persone non è certo innovativo o originale, ma lo spettatore è tenuto egualmente sulle spine, grazie anche alla convincente performance di Scott, isterico e nervoso quanto basta per trasmettere un senso di disagio e rovina incombente.

Smithereens non è uno tra i migliori episodi della serie (e a ben vedere tutta la stagione è sub standard), vale più come “ransom movie” che come episodio di una serie sci-fi e conferma che parlare del futuro sta diventando sempre più difficile, perchè le tante rivoluzioni che abbiamo visto nascere negli ultimi anni (internet, gli smartphone, i social, la VR) sembrano essere più dei punti di arrivo che di partenza e capire come e dove andrà a finire il genere umano nei prossimi anni è davvero impossibile, anche per gli sceneggiatori e registi più sgamati.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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