La sinergia tra la casa editrice L’Ippocampo e Tenoha, lo spazio espositivo che ha ospitato le mostre di Botteghe del Giappone e Storie di donne samurai, si arricchirà nei prossimi giorni di una nuova esposizione dedicata a Robotland, delizioso saggio illustrato e scritto da Berta Paramo. 

Il rapporto dell’uomo con i meccanismi animati precede di gran lunga l’invenzione del robot e Robotland esplora con stupore e meraviglia questa lunga storia di tentativi di creazione; e la mostra allestita da Tenoha (visitabile a Milano dal 21 dicembre 2023 al 17 marzo 2024) promette di essere un guida turistioca interattiva nel lungo viaggio della storia dell’automazione tratteggiata da Paramo.

Prima di immergerci nei corridoi dell’esposizione (di cui vi daremo testimonianza a breve sui nostri social), abbiamo avuto modo di prepararci a ciò che ci aspetyta non solo sfogliando il bellissimo volume de L’Ippocampo, ma anche togliendoci qualche curiosità chiachierando direttamente con l’autrice, Berta Paramo. 

Copertina di Robotland
La copertina di Robotland

Ciao Berta, piacere di conoscerti! È un piacere averti sulle pagine della nostra rivista! Vuoi presentarti ai nostri lettori?

Salve. È un piacere, grazie per avermi invitata sulla vostra rivista.
Mi chiamo Berta Paramo e sono un’autrice spagnola di libri di saggistica. Ho sempre disegnato e, anche se ho studiato architettura (e ho lavorato come architetto), qualche anno fa ho fatto un master in Album illustrati per bambini e ho sentito che avevo trovato il mio posto. Facendo libri unisco le mie passioni: la ricerca, il disegno e la sfida di creare qualcosa con esso.
In Italia si possono trovare diversi miei libri: Robotland (L’ippocampo), naturalmente, Fluidoteca (Quinto Quarto) premiato con una menzione speciale al Bologna Ragazzi Awards e Manuale di Sopravvivenza per Pidocchi (Quinto Quarto).

L'autrice Berta Paramo in versione robot
L’autrice Berta Paramo in versione robot

Parliamo di Robotland, il libro che hai pubblicato con L’ippocampo e che presto diventerà una mostra. Come ti è venuta l’idea di mettere insieme una serie di concetti legati ai robot per creare una Robot-landia?

Il mio amico Cris, a cui dedico il libro, un ingegnere che lavora con i robot, mi ha suggerito l’idea di un libro su di essi. L’idea è piaciuta molto alla mia editrice spagnola, Mireia Trius di Zahori Books, e mi sono entusiasmata fino a quando non mi sono resa conto del pasticcio in cui mi ero cacciata… il contenuto era enorme! Non sono un ingegnere e non saprei dire come sono fatti i robot, ma ho letto da qualche parte che “per guardare al futuro dobbiamo conoscere il nostro passato” e l’ho visto chiaramente: avrei allora  raccontato la storia dei robot.

Avrei potuto raccontarla cronologicamente, ma poi ho pensato che per conoscere i robot avrei dovuto capire le ragioni della loro esistenza. Ed è questo che mi sono chiesta: perché creiamo i robot? E ho trovato tre risposte principali:

1. Perché vogliamo imitare la vita, assomigliare agli dei e creare una vita artificiale.
2. Perché vogliamo qualcuno che faccia ciò che noi non vogliamo fare.
3. Perché vogliamo divertirci.

Tre concetti che ho chiamato Simulacra, Servitutem e Ostentationem e che si sono ramificati in 12 risposte secondarie:

La mappa di Robotland
La mappa di Robotland


Simulacra si suddivide in Homo (robot che assomigliano agli esseri umani), Animalium (robot che assomigliano agli animali) e Cosmos (robot che imitano il cielo).

Servitutem si suddivide in Securitas (robot dedicati alla sicurezza), Divinus (robot al servizio della religione), Laborare (robot che svolgono lavori che noi non vogliamo o possiamo fare), Tempus (robot che misurano il tempo), Exploratio (robot che esplorano luoghi inespugnabili).

Ostentationem si ramifica in Musica (robot che fanno musica), Ludo (quelli che sono giocattoli), Fontana (le fontane per meravigliarsi) e Theatrum (quelli che offrono spettacolo e intrattenimento).

Queste 12 risposte mi sono sembrate dei percorsi, percorsi che possono essere catturati su una mappa, una mappa rappresenta un luogo che può essere visitato, ma per farlo bene è meglio andare con una guida turistica. Così è nato ROBOTLAND, un territorio inventato, abitato da robot, che mi è servito come pretesto per raccontare la storia dei robot. Questo libro diventa una guida turistica per visitarlo da umani curiosi quali siamo.

Per questo consiglio sempre di leggere il primo capitolo per capire il concetto. Come ogni guida di viaggio, spiega non solo come usarla, ma anche la cosmogonia o le credenze su come è emersa quella terra, include una mappa e le classiche sezioni come l’etimologia (da dove viene la parola robot), chi ci vive (dai primi abitanti, gli automi, ai robot stessi), cosa fare per divertirsi (teatro, cinema, musica), mangiare e bere, politica, religione, flora, fauna, ecc.

Dopodiché, ogni capitolo è dedicato a uno dei 12 percorsi, ciascuno di colore diverso, con una breve introduzione e la descrizione di ogni robot appartenente a quel percorso.

È vero poi che ci sono robot misti. Possiamo trovare un robot che esplora Marte e ha una forma umana come Valchiria, per esempio. Questa sarà un’intersezione.

Il robot Valkyrie
Il robot Valkyrie


In questo tour incontreremo anche alcuni degli inventori umani che compaiono nel libro sui medaglioni con una breve biografia.

La prima sorpresa che incontriamo (spoiler!) è che i robot sono molto più antichi di quanto pensiamo: ne eri a conoscenza o è stata una rivelazione anche per te quando hai iniziato a lavorare al libro?

Se siamo rigorosi, i robot compaiono solo nel XX secolo, quando la tecnologia è sufficientemente avanzata.

Quello che troviamo nel corso della storia è, da un lato, l’idea di robot che appare nella mitologia e nella narrativa e che nasce dall’immaginazione degli uomini e, dall’altro, gli automi che fanno parte dello sviluppo di quella tecnologia che poi ha permesso la creazione di robot.

Per comprendere qualsiasi disciplina è importante studiarne l’evoluzione, ed è per questo che tutti questi antenati dei robot rientrano in questa categoria.

Quante ricerche hai fatto per creare il libro? Com’è stato lavorarci?

Si inizia leggendo un libro e si finisce per avere un intero scaffale della propria biblioteca dedicato ai robot, visitando musei di robot e comprando un robot aspirapolvere. La ricerca è una parte molto stimolante della realizzazione di un libro, ma c’è il rischio di cercare di coprire troppe cose. Arriva un momento in cui bisogna fermarsi e decidere cosa si vuole raccontare e cosa no, ed è un compito difficile. In questo libro descrivo quasi 200 robot cercando di limitare una lunga storia in poche pagine.

Robotland è composto da una grande quantità di fonti ed esempi di robot, che comunicano tra loro attraverso un sistema di icone semplice e intuitivo: come hai concepito questa guida fatta di simboli che permettono percorsi di lettura sempre diversi?

Ho fatto una mia classificazione basata sulle ragioni per cui l’uomo costruisce i robot. Questo mi permette di mettere insieme robot di epoche diverse basando la loro relazione sulla ragione della loro esistenza.

È un po’ una corsa folle, ma credo che il risultato sia divertente. Potete andare in un ristorante dove la cameriera di Philo di Bisanzio (III secolo a.C.) vi serve il vino mentre Foodly di RT Corp (XXI secolo) vi prepara il cibo su un vassoio.

Il robot Foodly RT Corp
Il robot Foodly di RT Corp

Per scegliere i robot da includere nel libro ho cercato una distribuzione equa tra importanza storica, tipologia e provenienza geografica. E non è stato facile, i robot sono davvero tanti.

In Robotland sei autrice sia dei testi che della (bellissima!) componente grafica del libro: quale delle due è venuta prima? E quanto impegno c’è voluto per trovare il giusto stile grafico?

La verità è che nascono in parallelo. Le illustrazioni devono essere coerenti in tutto il libro. A volte non è facile, con un robot dalle linee futuristiche del XXI secolo accanto a un altro di 1000 anni fa, ma ho ottenuto questa omogeneità grazie a una linea semplice e a una tavolozza di colori limitata, composta solo dai 12 colori delle linee che definiscono i tipi di robot.

Disegnare la mappa è stata una bella sfida, ma sono molto soddisfatta del risultato, questo robot ‘vitruviano’ che possiamo decifrare ci porta in un mondo fantastico che è Robotlandia.

La tua definizione di robot è così ampia da includere tutto, dal mito alle fontane: qual è il tuo robot preferito, o la tua categoria di robot preferita?

Se dovessi sceglierne uno, sarebbe il Monaco di Janello Torriani, per la sua leggenda e per quanto sia sconosciuto il suo creatore, nonostante sia un genio.

Il Monaco di Janello Torrian
Il Monaco di Janello Torriani
Dettaglio del  Monaco di Janello Torriani
Dettaglio del Monaco di Janello Torriani

Ma devo ammettere che molti mi hanno sorpreso, soprattutto quelli antichi. Ho scoperto vere e proprie meraviglie, come i dispositivi di Airone di Alessandria del I secolo o quelli descritti da Al-Jazari nel XII secolo, il cui Libro della Conoscenza dei Dispositivi Meccanici Ingegnosi contiene le istruzioni per costruirli come un’Ikea medievale.

Orologio elefante di Al Jazari
Orologio elefante di Al Jazari

Infine, una domanda d’obbligo: cosa possiamo aspettarci dalla mostra che potremo visitare a Milano da fine dicembre?

Penso che Tenoha e Laura Micalizzi (la designer) abbiano progettato una grande mostra basata sul mio libro. In qualche modo Robotlandia diventa realtà e noi possiamo entrare nel mondo dei robot. Penso che piacerà sia ai bambini che agli adulti e spero che dopo la visita vorranno saperne di più sui robot e sui loro inventori e, perché no, vorranno essere uno di loro e far parte della storia dei robot.

 



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , ,
Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

Similar Posts
Latest Posts from Players