Osservare, apprendere e imitare. Osservare apprendere e imitare. In base a queste regole dovrebbe essere programmata la routine di due fratelli – rigorosamente alieni – mimetizzati fra gli umani sulla Terra, a Tokyo. Appunto, dovrebbe.

Al suo secondo titolo in Italia per Dynit con Tokyo Alien Bros, il giovanissimo Keigo Shinzo ci propone una storia colma di ironia, gaffe e riflessioni. Dal forte richiamo slice of life, il manga racconta la storia di due fratelli, Fuyunosuke e Natsutaro, inviati sulla Terra per apprendere il più possibile sui suoi abitanti e i loro schemi sociali. Cosa potrebbe andare storto?

Fuyunosuke, il più giovane dei due, è sulla Terra ormai da diverso tempo, perfettamente mimetizzato nel tessuto giovanile nipponico: stile e atteggiamenti trasgressivi lo definiscono sin dalle prime pagine, fuorviando il lettore dalle reali – e viscose – sembianze della sua razza. Lo svago e la pigrizia tipicamente terrestri hanno la meglio su Fuyunosuke, progressivamente sempre meno costante nella sua missione. A tal proposito viene inviato in suo supporto Natsutaro, il maggiore dei due fratelli e caratterialmente agli antipodi di Fuyunosuke. Le vicissitudini dei due rappresentano la colonna portante della vicenda, sempre pronta a mostrare le comuni e alquanto bizzarre situazioni in cui i due fratelli riescono a ficcarsi. L’umanità, questa intesa come l’insieme di comportamenti e procedure sociali, qui è osservata costantemente come fosse un’incognita. Sapere come e quando comportarsi in un certo modo è difficile per i due, alieni non solo di fatto a certi canoni. Tuttavia, pur non riuscendo spesso a comprendere determinati atteggiamenti, i due provano ugualmente a emulare i comportamenti umani; il più delle volte finendo per commettere gaffe a dir poco esilaranti.

Il profilo dei due è colmo di distinguo. Nel caso di Tokyo Alien Bros, bisogna infatti scrollarsi di dosso l’abusata idea della razza aliena composta da elementi del tutto indistinguibili tra loro. Fuyunosuke e Natsutaro sono profondamente differenti. Quest’ultimo è goffo e privo di qualsivoglia forma di gusto, a tal punto da osservarlo più e più volte vestito in maniera sciatta, quasi casuale, senza alcun senso estetico. D’altra parte però si mostra spesso interessato e incuriosito dalla realtà che lo circonda, cosa che invece non si può certo dire di Fuyunosuke. Contrariamente al fratello, l’alieno che ha passato più tempo tra gli umani è ormai molto più vanitoso ed egocentrico; aspetto che traspare spesso attraverso il suo modo di vestire alla moda. Come un giovane giapponese. Fuyunosuke piace a tutti, o meglio dire, piace a tutte. Il rapporto con la componente femminile dell’umanità è l’altro grande motivo di divertimento del giovane della coppia di fratelli, nonché un’altra delle componenti interessanti del manga. Approcciarsi a una banale quanto naturale storiella d’amore sarebbe quasi naturale per un essere umano; ma per i nostri due fratelli alieni che umani non sono?

Aspetti simili definiscono appieno l’armonia della serie, frastagliata da momenti di pura ilarità e incoscienza. Eppure è proprio in questi istanti che è possibile apprezzare maggiormente l’opera, quando consente di osservare il susseguirsi di fatti e situazioni quotidiane attraverso la prospettiva di chi, quella quotidianità, proprio non la conosce. L’innocenza di un appuntamento, la normalità di recarsi a lavoro, così come guardare un film che parla proprio di loro, degli alieni, e commentarlo con fare quasi retorico. Il manga è un mosaico di tutto ciò.

Empatia o simulazione? I due fratelli quanto sono riusciti ad assorbire del sentimento umano? Nel capitolo 11 del manga, Come trovare una fidanzata, Natsutaro si convince di dover trovare una compagna così da poter dare il via alla migrazione della sua specie sulla Terra. Ovviamente trattasi di un bluff bello e buono, ma tanto basta per convincerlo. Qui osserviamo dapprima il lato alieno di Natsutaro, basito dalla complessità umana, per lui assolutamente senza senso, nel metodo d’approccio all’altro sesso, dopo di che lo troviamo nel pieno di un’uscita con Richan, una dolce ragazza che fino a qualche tempo prima era cotta di Fuyunosuke. Il turbine amoroso fra i due appare subito bizzarro, quasi nonsense, con un Natsutaro apparentemente inadatto a una relazione con chiunque, figuriamoci con una giovane umana. I suoi comportamenti appaiono distaccati, laconici, al contrario invece, qualcosa accade in Fuyunosuke, per la prima volta alle prese con un sentimento tutt’altro che alieno: la gelosia. Questa lo strugge a tal punto da renderlo taciturno. Vaga in solitudine in cerca del silenzio necessario per comprendere ciò che sta succedendo in lui: è l’aver perso contro il fratello a dargli così fastidio? Oppure è la consapevolezza di aver perso l’amore di qualcuno?

Come dicevo appena sopra, situazioni simili infestano e danno materia al manga, che altro non fa se non stilare una lunga considerazione sui rapporti umani. È chiaro cosa preme all’autore, che più volte descrive i due fratelli in situazioni sì divertenti e a tratti assurde, ma anche semplici e genuine. Un prospetto decisamente umano.

Lo stile grafica del manga è tanto bello e pulito quanto semplice. L’autore fa un uso molto moderato dei retini, dando un grande risalto all’ambiente che circonda i due protagonisti. Tokyo è riprodotta in maniera meticolosa e piena, con tavole ricche d’immagini verticali essenziali per dare un corretto senso della profondità della città; le figure umane, pur rispettando numerosi canoni concettuali orientali, riescono ugualmente a esulare dai standard chibi o super deformed tipici di alcuni slice of life, proponendo linee anatomiche più umane, ma soprattutto, più asiatiche.

In conclusione, Tokyo Alien Bros di Keigo Shinzo è un manga divertente e al contempo riflessivo, che concede al lettore la possibilità di giudicare e trarre le proprie conclusioni sulle vicende che racconta e analizza attraverso il filtro alieno. La risoluzione di alcuni comportamenti infatti rimane spesso sospesa, quasi a spingere il lettore a formulare un’interpretazione personale sul comportamento dei personaggi in scena. Al netto di tutto ciò, il manga risulta leggero e fluido in perfetto stile slice of life, ma, a differenza di altri titoli appartenenti allo stesso filone, riesce decisamente a intrattenere e non annoiare.



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