Tra le numerose e interessanti proposte del Trieste Science+Fiction Festival di quest’anno, ho avuto il piacere di vedere un piccolo e curioso lungometraggio – di lunga e faticosa gestazione, come ci ha tenuto a sottolineare il simpatico regista che lo ha realizzato con un budget ridicolo e l’aiuto della madre – che probabilmente non mi sarebbe capitato di recuperare altrimenti.

Il film in questione si intitola Benny Loves You (Karl Holt, 2019) e si inserisce in quella pletora di horror movie che vedono tra i loro pervicaci antagonisti dei giocattoli tanto divertenti quanto micidiali. Che si tratti di prodotti più inclini a terrorizzare – andando da Dolls (Stuart Gordon, 1987) fino al terzo episodio di Annabelle (Gary Dauberman, 2019) – o di veri e propri divertissement sanguinolenti – dai capitoli di Puppet Master, alla saga cult de La Bambola Assassina – croce e delizia di questi particolari film restano le sevizie fantasiose perpetrate dai pupazzi, che ben si allontanano dai raptus improvvisi e/o dalle vendette ponderate dei villain umani (o quasi).

I giocattoli, più che altro, vogliono divertirsi e divertire, e per farlo non si accontentano della violenza fine a sé stessa. Per tale scopo è necessario che siano muniti di un aspetto schizofrenicamente rassicurante e inquietante (spesso caratterizzato da un sorriso sprezzante, uno sguardo vuoto e un’ingannevole rigidità fisica), che all’occorrenza sfoggino una risatina malefica in grado di anticipare le loro “bravate”, e che abbiano come gadget preferito un oggetto contundente.

Benny, il pupazzo arancione star indiscussa di questo horror amatoriale, possiede tutte queste cose e, in più, vanta la capacità di farsi amare nonostante tutto – chi non si troverà a sospirare “Awww” nel bel mezzo di una delle sue carneficine ha sicuramente qualcosa che non va, oltre a tutti gli altri problemi che già lo affliggono per questo tipo di scelte cinematografiche – merito di una messinscena accorta che trae vantaggio da una carrellata di personaggi in cerca di affermazione, perlopiù insopportabili e meritevoli di sventure (regista compreso che interpreta Jack, il protagonista frustrato della storia, che altro non è che una metafora sull’emancipazione forzata a fronte di un mondo avvilente), e il candore infantile di un villain che forse, in realtà, gli sta facendo un favore…

Tra deliziose citazioni che spaziano dai Gremlins, passando per Matrix e American Psycho, fino a Kill Bill, il film di Karl Holt si rivolge a tutti quei cinefili che mantengono un rapporto ludico con la settima arte pur rilevando, oltre le apparenze, la complicata orchestrazione tra oggetti inanimati che devono prendere vita e attori che devono immaginarsela nel profilmico.

Benny Loves You diverte, intenerisce e disgusta in egual misura e, al netto di qualche squilibrio della sceneggiatura, che vede un’introduzione troppo minuziosa e lunga – soprattutto per un prodotto fast fruition come questo – rispetto a uno svolgimento e a una conclusione piuttosto spediti, è sicuramente un lavoro apprezzabile, estremamente curato, evidentemente amato, pur nella sua delirante leggerezza.

Personalmente mi auguro che venga distribuito presso le piattaforme streaming più note, perché oltre ad essere un buon intrattenimento, mostra bene a chi vuole avvicinarsi alla regia che con pochi mezzi e tante buone idee si possono realizzare gioiellini come questo. Uiiiii!



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