Complesso, religioso, mistico, emozionante, suggestivo, indecifrabile, indefinibile.

The Tree of Life è tutto e il contrario di tutto. Il delirio di un vecchio che ha paura della morte e che cerca di spiegare l'inspiegabile, il senso della vita, o un'acuta riflessione sul tempo che scorre inesorabile? Una preghiera rivolta a un Dio che dà e toglie la vita o un trip video-musicale che racconta ciò che accade quotidianamente dentro e attorno a noi? La risposta, come la bellezza, è nell'occhio di chi guarda.

La prima ora del film sarebbe totalmente sconcertante se quarant'anni fa un uomo chiamato Stanley Kubrick non avesse già cercato, riuscendoci, di descrivere e raccontare l'infinito. Anche The Tree of Life esordisce con un lungo, lunghissimo incipit che, dopo aver brevemente introdotto i “personaggi” principali, posti su piani temporali sfalsati, vira verso “Giove e oltre l'infinito”, pescando a piene mani dal repertorio di Hubble e del National Geographic,  assemblando una mezz'ora densissima, durante la quale si alternano immagini di rara suggestione visiva su un sottofondo musicale classico che più classico non si può.

La “trama” se così possiamo definirla, di The Tree of Life è, al netto delle divagazioni mistico spaziali di Malick, la storia di un padre, il severo e integerrimo Mr.O'Brian (un valido Brad Pitt) che, sposato felicemente con la dolce e radiosa Mrs.O'Brien (la magnifica esordiente Jessica Chastain, già pronta per ricevere multipli riconoscimenti), cerca di allevare con il pugno di ferro i suoi tre figli. È un fallito, nella vita e sul lavoro, un uomo con qualche virtù e un talento musicale lasciato morire troppo presto, ma poca fortuna. Il suo intento è quello di rendere migliore la vita dei figli, ma i suoi metodi lasciano alquanto a desiderare. Se due pargoli accettano obtorto collo questa situazione, il terzo e maggiore (Sean Penn da adulto, inutile, Hunter McCraken da piccolo, strepitoso) si ribella.

L'uomo è un ingranaggio di dimensioni particellari, sembra suggerire il regista, che vive una frazione di secondo, fa delle cose, cerca delle risposte e, soprattutto, alleva dei figli. La prole, la speranza di un mondo e di un futuro migliore, sembrano essere le chiavi di lettura per interpretare un'opera complessa e sfaccettata, lineare ma al tempo stesso contorta nel suo alternare spazi, luoghi e storie differenti. Difficile trovare pellicole a cui paragonare The Tree of Life. Nel passato recente alcune suggestioni e messaggi si possono trovare in The Fountain, mentre spostando indietro le lancette dell'orologio si paga dazio a 2001:Odissea nello spazio. Sul piano estetico, The Tree of Life setta nuovi parametri quanto a suggestioni visive, anche se a volte, complice la scelta di immagini troppo spesso “da wallpaper”,  l'eccessiva perfezione formale sembra quasi stonare all'interno di un quadro inevitabilmente sfumato, in cui nulla è spiegato con precisione e tutto affidato ai sensi e all'anima dello spettatore.

Il film sembra una preghiera: la continua citazione di salmi della Bibbia, la partitura di accompagnamento che alterna messe da requiem a toccate e fughe, spaziando da Brahms a Bach, il modo con cui la morte, parte integrante della vita, viene declinata (in momenti e con modalità diverse) sembrano indicare questa strada. La telecamera di Malick è sempre puntata verso l'alto, guarda il cielo, l'infinito, i tetti dei grattacieli, le chiome degli alberi. Cerca Dio? Risposte? Certezze? Sulla Terra intanto, i meteoriti portano all'estinzione dei dinosauri e un padre cerca invano di educare propria prole. Tutto il resto è lasciato agli uomini e agli spettatori di buona volontà…



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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1 Comment

  1. ah bene! Pensavo di essere l’unico ad essermi accorto della somiglianza con the fountain. Tralaltro curioso che sia brad pitt che la blanchett dovevano inizialmente recitare in the fountain!

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