Squadra che vince non si cambia, sembrano suggerirci i Rue Royale, che giunti alla loro terza fatica sulla lunga distanza ripetono quanto fatto nei dischi precedenti, accentuando a tratti le loro peculiarità. Il progetto musicale, attivo ormai da cinque anni, nato da Ruth e Brooklyn Dekker, lei inglese, lui americano, coppia nella vita e nella musica, in diretta continuità con un modus operandi di sicuro affidamento, piazzano un nuovo disco che non stravolge affatto le caratteristiche sonore della loro ragione sociale. Mettono infatti in mostra una scrittura brillante e la solita capacità di declinare il folk pop in tutte le sue forme più essenziali e alla bisogna non mancano di accelerare un poco il passo. Niente di nuovo, viene da dire, non fosse che anche in questo caso il livello decisamente alto delle composizioni allontana ogni dubbio.

Il duo sembra essere infatti sempre più andare a braccetto con elementi folk, incorporati perfettamente in un pop delicato e mai invadente, ormai diventato inconfondibile. Un alternarsi di voci suadenti, tenera, fragile e leggera quella di Ruth, più calda, con reminescenze country, quella di Brooklyn, ma anche il suono della chitarra acustica, una sezione ritmica tutt’altro che ingombrante, qualche arpeggio elettrificato, pianoforti a scomparsa e poco altro a dar loro man forte. Tanto basta per mettere in mostra gli elementi fondanti di Remedies Ahead. Un disco armonioso quanto naturale che cattura subito – quasi ipnotizza – con melodie ben congegnate e che arrivano immediatamente al sodo senza perdersi in orpelli inutili. Un lavoro dalle atmosfere minimaliste, magari non straordinariamente originali, ma più curate di prima e ciò permette alle canzoni del duo di brillare di una luce ancora più scintillante. Sbagliato però, a questo punto, cercare particolari rivoluzioni nello stile Rue Royale; lecito, invece, aspettarsi momenti degni di nota.

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12 canzoni a partire dalle ariose e delicate Changed My Grip, Set Out To Discover,  Almost Ghostly e Brought Up Somewhere Else, raffinate negli arrangiamenti e cullate da lievi manipolazioni elettriche o elettroniche. Il tono intimistico e il fingerpicking di Dark Cloud Canopies, Carving Up Island, Settle In, Settle Down, Try As They Might, sembrano invece voler testimoniare la mano ferma nella scrittura folk pop e la felicissima ispirazione di un duo che, evidentemente, ha ancora molto da dire e da dare nel genere. Arricchiscono l’orizzonte di Remedies Ahead, l’oscurità e la drammaticità della notturna Shouldn’t Have Closed My Eyes, amplificata inoltre da un riuscito connubio tra strofa e ritornello e l’essenzialità, tra beat sintetici e chitarre appena accenate di Every Little Step. In assoluto i migliori brani dell’album.

Piacerà ai fan storici e accoglierà nuovi accoliti, i Rue Royale porgono i loro saluti.
Bentornati !

Artista: Rue Royale
Disco: Remedies Ahead
Etichetta: Sinnbus
Selezionati per voi: Set Out To Discover, Shouldn’t Have Closed My Eyes, Every Little Step



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Matteo Giobbi

Una classifica delle cinque descrizioni più memorabili del sottoscritto di tutti i tempi, in ordine sparso: 1) è’n zucchero, 2) è magggico, 3) è gajardo, 4) è Romano ma tifa Milan, 5) fa n’sacco de classifiche. Aggiungo, poi, cinematografaro e musicologo ad “artissimi” livelli. Mi trovate, facile, su Players.

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