Oggi parte una nuova rubrica, composta da articoli un po’ diversi da quelli che siete abituati a leggere. Si intitola #SoLongItaly e sarà composta da interviste a persone che hanno mollato il nostro Paese e hanno cercato (e trovato) fortuna altrove. Siccome non vogliamo fare i classici articoli piagnoni, il taglio è proattivo e “utile”, una sorta di how to per tutti coloro che volessero seguire le loro orme. Che difficoltà si incontrano? Che differenze ci sono a livello professionale e non? Cosa c’è nel paese X che in Italia non si trova? L’idea è di proporre sempre una combo lavoro+città diversa, in modo, se possibile, di coprire gran parte del globo terraqueo e tutte le professioni coerenti con lo spirito di Players ossia creative (a 360 gradi) o quanto meno tangenti al mondo geek/nerd. Buona lettura!

Chi sei, quanti anni hai, da dove vieni, cosa fai nella vita?

Mi chiamo Stefano di Lucente e sono nato a Roma il 01.08.1969.
Ho conseguito il diploma di perito tecnico industriale con indirizzo informatico nel 1988 e una laurea in Fisica con indirizzo elettronico-cibernetico nel 1997. In Italia ho lavorato negli anni ‘90 come consulente per la Teamware, una societa’ informatica finlandese sussidiaria della Fujitsu che si occupava di Business Process Reeingeneering. Ho svolto un lavoro di tesi sulle basi di conoscenza e motori inferenziali al CNR presso l’Istituto di Analisi dei Sistemi ed Informatica, dove poi sono rimasto qualche anno come collaboratore esterno.

Attualmente dove ti trovi e da quanto hai lasciato l’Italia?

Nel 2001 mi sono trasferito a Darmstadt, in Germania (circa 30 km da Francoforte sul Meno), dove si trova l’ESOC (European Space Operations Center), ovvero il centro operativo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Avevo trovato lavoro come system administrator su Lotus Notes, la piattaforma di posta elettronica ed applicazioni legacy usata dall’ESA. Ero nel team responsabile di una rete costituita da quasi un centinaio di server e migliaia di client sparsi per tutto il mondo. Nel 2007 ho lasciato l’informatica e l’ESOC ed ho cominciato a lavorare nelle operazioni spaziali come operatore nella sala di controllo dei satelliti (spacecraft controller) presso EUMETSAT, sempre a Darmstadt. Dal 2011 lavoro come spacecraft analyst di nuovo in ESOC. Sono responsabile dei database che supportano la missione delle Sentinelle all’interno del progetto Copernicus.

Cosa ti ha spinto ad abbandonare l’Italia? (Leggi: cosa manca nel nostro Paese che invece hai trovato dove ti trovi ora?)

Una migliore retribuzione economica e una maggiore stabilità lavorativa; un ambiente di lavoro più professionale e stimolante; servizi sociali e infrastrutture migliori; maggior senso civico e rispetto della res pubblica.

Qual è la maggiore differenza che hai riscontrato, in ambito professionale, tra il modo di lavorare nel Paese in cui ti trovi e l’Italia?

A livello manageriale noto una maggiore valorizzazione delle competenze professionali e un maggior riconoscimento dei meriti. Per esempio quando lavoravo come system administrator avevo conseguito diverse certificazioni ufficiali Lotus e questo mi aveva fatto guadagnare degli aumenti di stipendio. Quando ho deciso di cambiare lavoro e provare una nuova esperienza professionale sono stato pienamente supportato dalla società per la quale lavoro.
Nello specifico ho trascorso diversi mesi per acquisire il necessario know-how; non ero produttivo, ma percepivo comunque il mio stipendio. Hanno investito sulla mia formazione professionale, facendomi sentire davvero una risorsa. In generale posso dire di aver trovato meno pressapochismo rispetto a quando ero in Italia.

E la differenza “non professionale” (Vale tutto: clima, cibo, abitudini, atteggiamento delle persone)?

Italia e Germania sono due paesi molto diversi e in molte cose.
Il clima e il cibo sono ovviamente migliori in Italia. C’e’ da dire che quando io parlo di Italia mi riferisco a Roma, perché per esempio climaticamente Darmstadt può’ essere anche meglio di Ferrara o Pordenone.
Il clima e’ quello che a scuola ci veniva insegnato come europeo o continentale.
In inverno fa freddo e la temperatura scende tranquillamente diversi gradi sotto lo zero. Nevica in genere tra dicembre e gennaio, qualche volta anche in febbraio. In estate fa caldo e si possono raggiungere i 35 gradi, ma in genere si e’ sui 28. E’ un caldo gradevole e la sera si può dormire bene. Quello meno bello invece e’ che durante l’anno ci sono molti giorni con il cielo grigio; può capitare che in una stessa giornata il tempo possa cambiare da bello a brutto o viceversa.

Il cibo.
Partendo dall’assunto che da nessuna parte si mangia bene come in Italia, non ci si può comunque lamentare troppo: ormai nei supermercati trovi praticamente tutto quello che trovi nei supermercati italiani.
Una grossa risorsa in questo senso sono i supermercati turchi: ci si trova davvero della buona frutta e verdura e molto agnello (i tedeschi prediligono decisamente il maiale); dai turchi quando e’ stagione ci trovi pure i carciofi. Anche le pescherie sono ben fornite, specialmente a Francoforte dove arrivano giornalmente prodotti ittici dal mediterraneo e dal nord Europa. E’ una città molto ricca, sede di importanti centri finanziari e della banca centrale europea, quindi i ristoranti locali devono soddisfare una clientela disposta a spendere, ma esigente.

Il costo della vita in Germania e’ più o meno confrontabile con quello in Italia.
La benzina costa meno, il caffè al bar costa di più; gli affitti in alcune zone sono molto alti come a Roma, ma se non hai pretese di andare a vivere in quelle aree che sarebbero l’equivalente dei parioli o del centro storico, trovi sistemazioni molto buone a prezzi decisamente vantaggiosi.
Per fare un esempio, con circa 1000 euro di affitto al mese (quello che si pagherebbe per un appartamento di 70/80 mq in zona appio-tuscolana) qui si può prendere una casa indipendente magari su due piani (praticamente una villetta) di oltre 100 mq con giardino. In genere il tedesco medio, anche la cassiera del supermercato, non ha problemi a comprarsi la macchina, andare a mangiar fuori e farsi la sua bella vacanzina a Maiorca in estate.
Insomma si vive, non sei costretto a sopravvivere.

Prima di venire qua mi ero fatto male ad un ginocchio giocando a calcetto ed ero andato al San Giovanni. Mi avevano dato appuntamento per farmi lastre ed eventualmente una risonanza magnetica da li a 7-8 mesi. Forse.
Altrimenti mi avevano detto che sarei potuto andare a mie spese presso una struttura privata e mi sarebbe costato circa 350.000 lire (all’epoca c’erano ancora le lire). Sono quindi venuto qua col mio ginocchio strapazzato e dopo un po’ il dolore si e’ ripresentato. Sono andato dall’ortopedico forte della mia tessera sanitaria pubblica, mi ha visitato ed escludendo una qualsiasi frattura mi ha prescritto una risonanza magnetica. Ho detto va bene e quando? Mi ha risposto venga lunedì (era un giovedì). Nel giro di nemmeno una settimana mi aveva visitato, fatto una risonanza magnetica, riscontrato la lesione del legamento crociato anteriore sinistro e fissato un appuntamento per l’operazione entro un mese (avrei dovuto fare prima delle visite preliminari per via dell’anestesia totale). Sono entrato in clinica lunedì e la domenica era di nuovo a casa, con tanto di un macchinario ortopedico per fare i primi esercizi di riabilitazione (mi contraeva e stendeva la gamba molto lentamente e in modo graduale). Poi a seguire tutta la sessione di fisioterapia per un anno circa. Il tutto assolutamente coperto dall’assistenza sanitaria pubblica, non mi e’ uscito un soldo di tasca.

La gente.
I tedeschi nel bene e nel male sono tedeschi. Apparentemente meno aperti degli italiani, che magari ti si aprono con estrema facilita’ già’ da subito, ma che spesso con superficialità tendono a confondere il rapporto di amicizia con quello di semplice conoscenza. Un tedesco quando si apre con te lo fa in modo ponderato, se lo fa è perché sente davvero di farlo. La comunità italiana è comunque molto nutrita e qualcuno vive praticamente all’interno di un “ghetto socio-culturale”: si frequentano italiani, si vede la tv italiana, etc. etc.
Io invece mi sono sposato una tedesca ed abbiamo anche un figlio insieme.

-Quali sono le maggiori difficoltà “operative” che si riscontrano quando si lascia l’Italia per andare all’estero?

Le difficoltà possono variare e sono oggettive.
Mi spiego meglio. Se una padre di famiglia decide di spostarsi deve tener conto dell’inserimento nella scuola per i propri figli e della moglie in un nuovo contesto sociale. Se invece ci si sposta quando si è più giovani e da soli è molto più facile. Dipende inoltre se ci si sposta avendo delle qualifiche professionali e/o delle conoscenze linguistiche. Ho sentito purtroppo molte squallide storie di italiani che sfruttano altri italiani che arrivano senza conoscere la lingua e senza avere né arte né parte. Quasi tutti nel campo della ristorazione.
Ho sentito di altri che hanno avuto la possibilità di sostentarsi per un breve periodo iniziale, nel quale hanno appreso il tedesco e poi si sono trovati un lavoro. Nel mio caso era richiesta la sola conoscenza della lingua inglese. Riassumendo, è fondamentale la conoscenza della lingua parlata nel paese in cui ci si trasferisce, dell’inglese o almeno della volontà e della possibilità di imparare. Altrimenti si finisce rinchiusi in cucina a fare i lavapiatti a vita.

C’è qualcosa nel Paese in cui ti trovi che non è come te lo immaginavi prima di viverci?

Pensavo la Germania più noiosa e meno internazionale. Festeggiano il carnevale in modo sfrenato come i brasiliani (specialmente a Colonia e Magonza) oppure pensiamo ad esempio alla multi-culturalità della loro nazionale di calcio. Sono ormai un melting pot quasi come gli Stati Uniti.

Cosa ti spingerebbe a ritornare in Italia?

La possibilità di mantenere la mia famiglia dignitosamente e di vivere in un posto che offra una buona qualità di vita. La Roma sommersa dai rifiuti, che cade a pezzi, che si allaga quando piove; dove quando esci a passeggio devi guardarti le spalle; ecco, questo contesto non mi attira. Preferisco scendere di tanto in tanto a godermela da turista.

Che consiglio daresti ad una persona più giovane di te che volesse intraprendere la tua stessa professione?

Bè, di acquisire un solido back-ground tecnico-scientifico (non necessariamente una laurea in Fisica) e una buona conoscenza almeno della lingua inglese. La disposizione a mettersi in gioco e rischiare; la capacità di lasciarsi il mondo conosciuto alle spalle e fare un salto nel vuoto.Di mettere in preventivo inevitabili momenti duri, ma non lasciarsi scoraggiare.

Ultima domanda: consiglia, motivandolo, un film/libro/gioco/disco ai nostri lettori (uno in assoluto, non uno per categoria!)

Consiglio ludico: il gioco degli scacchi. È l’unico gioco dove la fortuna non è rilevante, dove ci si confronta alla pari. Si vince o si perde esclusivamente per proprio merito o demerito. È affascinante per l’intenso coinvolgimento mentale ed emotivo. Perché la sconfitta può essere devastante, ma la vittoria altrettanto esaltante.

Le altre puntate di #SoLongItaly

1-COME DIVENTARE SPACECRAFT ANALYST A DARMSTADT
2-COME DIVENTARE INSEGNANTE DI VIDEOGIOCHI A SINGAPORE
3-COME DIVENTARE UN CREATIVO A LOS ANGELES
4-COME DIVENTARE FOTOGRAFO A MELBOURNE
5-COME DIVENTARE CURIOSO AD AMSTERDAM
6-COME FARE IL VISUAL DESIGNER A NEW YORK
7–COME DIVENTARE IMPRENDITORE A HOLLYWOOD
8-COME ANDARE A FARE IL PROGRAMMATORE ALLA WETA A WELLINGTON
9-COME DIVENTARE MEDIEVISTA A LEEDS
10-COME LAVORARE NEI VIDEOGIOCHI A LONDRA
11-COME DIVENTARE PRODUCT DESIGNER A PALO ALTO
12-COME INSEGNARE CULTURA ITALIANA A NEW YORK
13-COME FARE IL DESIGNER A LOS ANGELES
14-COME DIVENTARE ATTORE A LOCARNO
15-COME FARE IL FILOSOFO A SAN FRANCISCO (E UN PO’ OVUNQUE)



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , , ,
Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

Similar Posts
Latest Posts from Players

Comments are closed.