L’oggetto graphic novel è radicalmente cambiato nell’ultimo decennio, così come il suo pubblico. È una questione di uova e di galline, per cui è davvero difficile capire se sia stata una rinnovata creatività di questo formato espressivo ad ampliarne il pubblico e se i nuovi lettori, con i loro gusti e i loro acquisti, abbiano orientato il comparto verso territori inesplorati.
In attesa di una terza rivoluzione, in cui tutti chiameranno le cose con il loro nome e non avranno bisogno di questa foglia di fico concettuale per ammettere di amare i fumetti quanto i libri, lo sdoganamento combinato di pubblico, critica e vendite ha portato a un rilevante ingresso di nuove autrici in questo panorama. Non che il mondo dei comics e delle storie illustrate sia mai stato un affare per soli uomini, sia dalla parte di chi le crea sia dalla parte di chi legge. Certo non mancano i sostenitori di questa favola, come sanno bene anche scrittrice e autrici di genere.
È vero però che autrici e illustratrici come Noelle Stevenson difficilmente avrebbero raggiunto il successo in un mondo senza internet e senza Tumblr, così come è vero che le grandi appassionate non avrebbero potuto creare spazi di ritrovo e, perché no, di fangirling, i quali a loro volta hanno poi richiamato un pubblico femminile prima lontano dal mondo dei fumetti e ora vasto, fedele e capace di direzionare il mercato su nuovi sentieri mai calcati.
Noelle Stevenson è una delle espressioni più note nate nella piattaforma di microblogging di Tumblr e ne incarna le qualità spesso ignorate.
Se con le sue veloci e graffianti vignette satiriche volte a evidenziare erroracci, preconcetti e deformità dell’universo Marvel (cartaceo e cinematografico) hanno conquistato centinaia di lettrici lo si deve non tanto alla tematica, ma alla loro sagacia.
Anzi, sono davvero tanti i prodotti che hanno giovato di un aumento della loro fan base quando illustratrici e utenti come Noelle hanno cominciato a parlarne e sparlarne.
Leggera ma incisiva come la punta del fioretto, appassionata come ogni bravo nerd ma anche femminista e gentile nel senso cavalleresco del termine, la Stevenson ha da subito evidenziato una certa profondità di prospettive e un piccolo demone interiore che ne influenzava gli scarni ma toccanti racconti delle sue vicende private.
Grazie al traino del suo Tumblr, ha cominciato lo sviluppo di una sua storia, pubblicata gratuitamente su un sito dedicato, almeno fino a quando Harper Collins non ci ha messo gli occhi, comprandone i diritti si dice per una cifra da favola e stampandone una prima tiratura davvero alta, andata poi esaurita.
Nimona però ha un pregio che tanti altri fenomeni nati sul web hanno solo in parte: è un prodotto superbo, che proprio non aveva bisogno della canonizzazione di un’uscita cartacea nelle librerie per rivelare il proprio valore.
Se già la sua collaborazione a Lamberjanes aveva dato vita a una storia fresca, inconsueta è semplicemente adorabile, le vere capacità delle Stevenson autrice e illustratrice vengono davvero fuori solo in Nimona, un volume unico che sa gestire in 250 pagine ironia, colpi di scena e riflessioni con una sintesi assolutamente perfetta, strabiliante in un mondo di saghe annacquate.
Nimona è una ragazzina che prende le parti del cattivo, il perfido Ballister Cuorenero, nemico giurato della città, dell’Ente e del cavalier Lombidoro, eroe cortese e nemesi del suo datore di lavoro.
Bastano pochissime pagine perché l’autrice rompa le convenzioni: non solo quelle delle storie fantastiche di stampo classico, ma anche di quelle parodie che si credono molto furbe ma non hanno un briciolo del carisma di questa storia.
Proseguendo la lettura dell’albo, pubblicato in Italia da Bao Publishing, non si può che rimanere conquistati dalle tradizionali (il)logiche che regolano i rapporti tra Cuorenero, risentito per un incidente del passato fino a diventare cattivo e Lombidoro, cavalier dal biondo crine irrimediabilmente fesso ma nel contempo lambito dai crucci profondi e dolorosi che risalgono su su fino alle opere classiche, tra tavole rotonde e amor cortesi.
La Stevenson però è saldamente ancorata all’anno 2016 e ai temi cardini della social justice, mai però così raffinati e amalgamati alla perfezione alla storia come nella sua opera prima. Non si ha insomma l’impressione di venire indottrinati o costretti a trovare “giusti” i punti di vista dell’autrice (palesi per chi ne abbia avuto qualche assaggio ai tempi di Tumblr), semplicemente sono il meglio possibile per la storia, dannatamente divertenti e in grado di farti affezionare a ogni singolo personaggio.
Quello che racchiude Nimona insomma è una storia completa e conclusa, ironica ma capace persino di tirare più di una stoccata anche alla nostra società, utilizzando draghi, congegni da scienziati pazzi e singolar tenzoni. Su tutto (ed è davvero un tutto molto grande e già molto bello) regna Nimona, un personaggio indimenticabile e uguale a nessun altro, in cui sono convinta di aver sentito di nuovo la voce di quel piccolo demone interiore che, anni fa, su Tumblr, mi aveva fatto sospettare di trovarmi di fronte a una grande autrice.
In questi mesi vi ho parlato di parecchie graphic novel di pregio, spesso novità che hanno saputo lasciare il segno in questo comparto. Un segno molto spesso femminile, di cui tornerò a parlarvi a breve. Lasciate che vi dica una cosa: Nimona è di gran lunga la migliore. Se sono stata così vaga sulla storia del volume, concentrandomi su quella di Noelle, è perché voglio che mi ringraziate a lettura finita, di avervi lasciato scoprire a poco a poco i piani segreti dell’Ente. Non sono poi così marrana, vero?
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