Dopo aver aperto Cannes, Everybody Knows (Tutti lo sanno per il mercato italiano) è stato incluso nella valanga di pellicole che ricopre ogni anno gli undici giorni del Toronto International Film Festival. Una strategia per lanciare sul mercato americano il film, trascinato dal binomio di star Cruz-Barden, in apparenza rischiosa: un’opera che aveva già festeggiato la prima mondiale a maggio, girata in spagnolo da un regista (due volte premio Oscar) iraniano, nella miriade di film che mirano alla statuetta con fiammanti uscite autunnali.

Scommessa vinta, invece. Tutti lo sanno è stata una delle visioni più interessanti al TIFF 2018.

Il paesino spagnolo in cui Laura (Penélope Cruz) torna per il matrimonio della sorella è un silenzioso, tradizionale agglomerato di case e pareri sussurrati. Suo marito Alejandro (Ricardo Darín) è rimasto in Argentina, dove la coppia vive da tempo. Con lei solo i due figli, fra cui l’adolescente Irene (Carla Campra) che non impiega molto a legare con un ragazzo del posto. È lui a svelarle un segreto: sua madre è stata a lungo fidanzata con Paco (Javier Bardem), oggi produttore di vino del luogo (felicemente?) sposato. Le loro iniziali sono persino incise all’interno di un campanile: lì “Todos lo saben”, tutti lo sanno.

Quali altri segreti si nascondono fra le strade del paese cui Laura ha voltato le spalle, andandosene in Sud America? Quando Irene scompare la sera del ricevimento di nozze, il vaso si scoperchia: nella sua stanza, solo tanti ritagli di giornali che parlano di un misterioso rapimento avvenuto anni prima. Che, per la cronaca, era finito in tragedia.

Alejandro raggiunge Laura in Spagna mentre Paco è sempre più coinvolto nelle indagini che, secondo l’investigatore privato assunto in segreto, non possono portare lontano dalla cerchia di parenti e amici che gravita attorno alla famiglia. Chi può pagare la somma richiesta per il riscatto?

Il lungo inizio, che ammanta il racconto dei toni del dramma imploso, è sofisticato, vagamente insinuante. Asghar Farhadi sembra voler girare un film sulle voci, i rudi pettegolezzi di paese, ma soprattutto sul risentimento che coltivano. Per questo l’esplosione del giallo è così incisiva. Dopo i soleggiati pomeriggi iberici, la notte del rapimento è piovosa, attraversata addirittura dal brivido dell’assenza di corrente elettrica.

Tutti lo sanno, però, non segue la strada del thriller. Uno dei suoi punti di forza è la capacità di dilatare le tempistiche della narrazione senza cedere alla tentazione dei ritmi, o delle atmosfere, di quel cinema che accende la miccia della suspense.

Un’apparente rallentamento, nella fase centrale del film, si rivela così veicolo di tensioni forti ed espresse solo in parte: i nervi del racconto si tendono e si allungano senza perdere di impatto, il meccanismo in cui tutti sospettano di tutti è sottile, quasi implicito e, in più punti, sembra mescere Euripide e Michael Cimino.

La soluzione pare non dover arrivare mai. Il gioco di specchi e di rimandi è talmente efficace da dare l’impressione di potersi moltiplicare all’infinito e sostenere la pellicola più a lungo del necessario. È quasi un peccato che, dopo un paio d’ore, Farhadi mostri allo spettatore la chiave del mistero; lo fa con una semplicità che spiazza, dopo aver tessuto una trama di un tessuto cinematografico così complesso, dai tempi calcolati con tale perfezione. Anche perché il regista eccelle soprattutto nell’analizzare l’amore passato fra Laura e Paco, conferendo alle ceneri della loro love story la potenza di una pièce teatrale che sullo schermo acquista respiro e vivezza.

Perfetti la Cruz e Bardem, lei in un ruolo più dimostrativo, lui silenziosamente inquieto. Mai intimidito dalle due superstar, Darín sussulta e fa vivere il dramma con sofferta sensibilità.

E se alla fine il film porta a chiedersi quanto le colpe, passate e presenti, possano rimanere impunite, un epilogo nuovamente investito (letteralmente) di luce apre il finale proprio mentre chiude la storia. Facendoci capire, giusto prima dei titoli di coda, che la fine del racconto non è ancora arrivata. Ma possiamo divertirci a immaginare quale sarà.

 



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