Avete letto i vostri bravi McEwan, Atwood, Aciman (oltre all’immancabile King) e relativa vagonata di grandi autori affermati con le nuove uscite del 2019? Bene, male, così così: da Bianco di Bret Easton Ellis a Macchine come me di Ian McEwan fino all’imbarazzante vittoria di I testamenti di Margaret Atwood al Booker Prize, anche nel 2019 (come nel 2018) la vecchia guardia dell’establishment letterario è tornata con solidità, ma senza mai brillare, a parte qualche rara eccezione.
Il 2019 è stato l’anno del movimento dei Fridays for Future e quello in cui abbiamo visto le ripercussioni durature dello scandalo #MeToo, mentre lo scenario politico si faceva sempre più incerto e le piazze di mezzo mondo sempre più affollate. Tutto questo ce l’hanno raccontato (talvolta anche anticipato) i libri in uscita nelle librerie. Alcuni ve li abbiamo presentati, anticipati e raccomandati durante l’anno, altri vi consigliamo caldamente di riscoprirli nei mesi a venire. Eccoli.
Il sussurro del mondo – La nave di Teseo
Non si può che partire dal libro dell’anno e solo in ultima istanza in quanto vincitore del Pulitzer. Il sussurro del mondo dà la spallata definitiva all’antropocentrismo che ha dominato il romanzo nell’ultimo secolo e più, strutturando la sua storia come un albero e mescolando protagonisti umani e vegetali in una storia la cui sezione, cerchio dopo cerchio, capitolo dopo capitolo, scava nella corteccia emozionale del movimento ecologista dei Fridays for Future. Grande letteratura, di quella che intercetta anzitempo i sussurri della realtà, trasformandoli in un grido letterario di grande efficacia.
La trilogia della Luna – Oscar Vault
Al vertice della speciale classifica dei romanzi che, se fossero già diventati serie TV, sarebbero già sulla bocca di tutti. Con la Cina che lancia missioni sul lato oscuro della Luna e con il cinquantenario dell’allunaggio di Neil & soci sul nostro satellite, vi sfido a trovare romanzo più attuale di questo. La vera sorpresa è che, pur contenendo idee politiche vertiginose e ricostruzioni scientifiche pressoché perfette sulle migliaia di modi in cui la Luna potrebbe ucciderci se volessimo mai abitarla, rimane un romanzone di fattura commerciale, che dalla serialità televisiva (per cui McDonald ha scritto in tempi remoti) attinge la capacità di creare tensione e dipendenza. Ancora un episodio, ancora un capitolo del suo avvincente Dallas che incontra Il Padrino (con una spruzzata di Game of Thrones per chi fatica a cogliere i precedenti riferimenti per questioni anagrafiche) ma sulla Luna. Luna che in più è incredibilmente sexy. A stupire è soprattutto il controllo assoluto di un autore di grande letterarietà che pensa: bene, ora mi metto qui e scrivo una cosa più accessibile, più pop e appetibile per chi è a caccia di soggetti per la TV. La scrive, ottiene il risultato sperato e al contempo non lesina di regalarci una signora trilogia.
Il mio anno di riposo e oblio – Feltrinelli
Bella, ricca, laureata di fresco e decisa a prendersi un anno sabbatico, narcotizzandosi fino all’oblio prolungato. Dietro alla protagonista del romanzo ironico e brillante di Ottessa Moshfegh c’è il tentativo di esplorare i limiti di un vuoto interiore di una certa New York e di una certa America d’inizio Millennio, prima che le macerie riempissero Ground Zero, provocando un brusco risveglio collettivo. Non è suicidio, non è dipendenza da stupefacenti: gli anni ’90 sono ormai alle spalle. Il vuoto che lascia un retrogusto amaro d’inquietudine è ancora tutto lì, pronto a rincollartisi addosso al risveglio. Allora perché non prendersi un anno per tentare di cacciarlo definitivamente o affogarci dentro, con la complicità della peggior psichiatria e la cornice della New York più nevrotica?
Viscere – Pidgin Edizioni
Dando per scontato che abbiate già esplorato i due casi letterari statunitensi dell’anno, ovvero Cat Person e Persone Normali, ovvero dando per scontato l’ondata di giovani scrittrici statunitensi lanciatissime, pagatissime e decisamente connesse alla generazione che tentano di raccontare, vi segnalo Viscere. Amelia Gray è arrivata allo stesso risultato antologico di racconti brevi e disturbanti, che mescolano potere relazionale tra uomo e donna, bizzarro e realistico, qualche anno prima che diventasse il nuovo standard letterario.
Kristen Roupenian fa la stessa cosa in maniera più convincente, ma Amelia Gray ha la sua la capacità di portare a casa il risultato in un paio di facciate in buona parte delle storie. Ci sono racconti molto riusciti e altri che avrebbero dovuto rimanere nella cartella della bozze, ma è decisamente un titolo da provare per chi, sostenendo questo genere di autrici, sta orientando il mercato in questa direzione.
I ragazzi della Nickel – Mondadori
Colson Whitehead è tornato da superstar e quindi ci ha messo le mani Mondadori, rubandolo alla scuderia di SUR. Il tema cardine della sua scrittura rimane il razzismo statunitense, in una nazione che non gli lesina spunti di riflessione. Stavolta l’autore di La ferrovia sotterranea romanza la storia di una terribile scuola correttiva per ragazzi e del destino qui riservato agli studenti afroamericani dell’ala nord, continuando a far luce nelle pieghe più oscure della storia dimenticata statunitense.
69 – Atmosphere Libri
Finalmente qualcuno che ripesca il Murakami giusto, Ryū, sparito dai radar italiani da quasi un decennio. In attesa di vedere ristampato il suo capolavoro Blu quasi trasparente, Atmosphere ci regala un ottimo assaggio della sua scrittura libertina e sfrenata. Se non di solo presente o passato riletto alla luce del Nuovo millennio vive il lettore, beh, allora gli conviene immergersi negli anni ’60 musicalmente e sentimentalmente rivoluzionari che il mondo abbia conosciuto, anche nel compassato Giappone. Non è semplice essere rivoluzionari vivendo le lotte e le contestazioni degli anni ’60 e ’70 da un remoto paesino giapponese.
Namamiko – Safarà
La linea editoriale di Safarà spazia in ogni direzione e l’unico punto fermo sembra essere quello di proporre titoli sorprendenti. Già la ristampa di Onnazaka di Enchi Fumiko era stata un grande regalo, ma la decisione di tradurre e pubblica l’inedito Namamiko denota un coraggio che sconfina nella follia. Pur essendo una delle migliori autrici novecentesche del Sol Levante e pur essendo una penna votata al #MeToo anzitempo, Enchi Fumiko non è di certo un nome in voga in Italia e Namamiko non è di certo un romanzo semplice da presentare.
A un primo livello è una riproposizione del genere del monogatari, tutto amori e contese tra aristocratici del periodo Heian. Scavando appena un poco viene fuori una storia di abili intrighi politici e possessioni spiritiche vere e fasulle, che ha l’intento rivoluzionario di mettere al centro di una storia già raccontata una donna che la storia ha ritratto come perdente e due sorelle sin troppo umane e carnali, nel loro misto di devozione e gelosia, obbedienza e ribellione.
L’uomo del censimento – Zona42
Grazie al lancio in pompa magna di Oscar Vault, i lettori di SFF hanno avuto un 2019 ricco di proposte, alcune delle quali capaci di travalicare i confini della nicchia di lettori di genere. Poi però basta una novella di un maestro come Miéville per ricordarci che c’è sempre chi gioca su tutto un altro livello. Chiarire cosa succeda in L’uomo del censimento è particolarmente difficile, perché l’eterna ambiguità della storia è ciò che l’autore gestisce con maggiore maestria.
Un ragazzino è convinto di aver visto il padre uccidere la madre, o forse di aver visto entrambi uccidere un terzo uomo, o forse non è successo niente: di sangue non ce n’è, della madre rimane solo qualche riga d’addio e la consapevolezza che c’è un baratro nero che inghiotte le vittime del padre e una città in cui si nasconde parte di ciò che i genitori hanno sempre piaciuto. Famolo strano, ma con assoluta padronanza del mezzo: perchè anche il new weird va fatto con criterio.
Le sette morti di Evelyn Hardcastle – Neri Pozza
Anche districarsi nella detective story più avvincente del 2019 non è semplicissimo, tanto che all’autore Stuart Turton è stato necessario lavorare per mesi per costruite l’intricatissimo ripetersi di un giorno della Marmotta con omicidio. A suo dire solo un lettore per ora era riuscito, giorno dopo giorno, morte di Evelyn dopo morte, a capire cosa fosse esattamente successo. No pressure: sarà impegnativo anche solo seguire gli accadimenti che continuano a ripetersi a Blackheath House, anche se da punti di vista sempre differenti, quindi mettetevi comodi e semplicemente divertitevi con un rompicapo che ha il sapore dei libri game dell’adolescenza.
Il codice delle creature estinte – Moscabianca
Nel 2019 si è parecchio parlato di bestiari di creature estinte o mai esistite, di mummie di sirene e atlanti di alberi, eppure in pochissimi hanno potuto dilettarsi con il libro esteticamente più curato in questo senso. Tanto di cappello a Moscabianca edizioni, che tira fuori una lettura avvincente, un atlante anatomico di bestie meraviglie (grifoni! draghi! ragazzi cerbiatti! arpie!) e al contempo il coffee table book più strepitoso del 2019 (e dal prezzo più concorrenziale). Lasciarlo a prendere polvere sul comodino però è un delitto, perché il Codex Extinct Animalia è anche una biografia fittizia di Stephen Black, che nella Philadelphia dell’Ottocento pensa di aver compreso come l’uomo discenda alle creature del mito ed è alla ricerca di fossili e ossa a sostegno della sua tesi.
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