Nel corso di una chiacchierata tra Christopher Nolan e Neil deGrasse Tyson, il regista di Interstellar racconta di come si fosse appassionato alla scienza all’età di dieci anni grazie a Cosmos di Carl Sagan, astronomo, scienziato e divulgatore scientifico straordinariamente efficace nell’evocare il sense of wonder insito in ognuno di noi. Strada facendo, però, pur permanendo l’interesse per l’argomento, nel momento in cui a scuola la matematica era diventata un aspetto preponderante per poter andare avanti, il regista si è perso. Dice Nolan: “[…] you get really fascinated by it but I reached a point where the mathematics became a burden.”

A proposito di interesse, lo stesso Sagan in una intervista ebbe modo di raccontare di come interagendo con studenti di varie età si fosse accorto di quanto bambini e bambine costituissero un vero e proprio serbatoio di domande, ma mano a mano che l’età scolastica aumentava, le domande scemavano, e l’atteggiamento degli studenti più grandi era quello di chi attende spiegazioni dall’alto: dell’entusiasmo delle prime classi erano rimaste poche tracce.

La curiosità, l’interesse, la passione per il capire e conoscere sono peculiarità connaturate all’essere umano, ma strada facendo intervengono mille fattori a togliere ossigeno al cosiddetto sacro fuoco della conoscenza estinguendone la fiamma. Sentirsi tagliati fuori dalla matematica come Nolan è sicuramente una motivazione condivisa, ma interviene anche il sistema scolastico spesso non equipaggiato, né strutturato, per puntare prima ancora che sulla scienza, sull’insegnare il metodo scientifico. Nota a questo proposito Brian Cox, fisico e autentica star inglese nel campo della divulgazione:

Science is not a natural way of thinking, it has to be learned in the same way one learns to play a piano. The journey, the struggle to train the mind to think in this alien way

Determinante è anche, oltre che la predisposizione personale, l’ambiente a cui si appartiene: avere genitori, o crescere in un entourage in cui sia presente qualcuno che possa funzionare da guida, agevola non poco la possibilità di continuare ad alimentare la passione per le materie scientifiche. Ma non dimentichiamo che anche la società e la cultura mainstream hanno il loro carico di responsabilità nel marginalizzare la scienza, mentre al contrario viene concesso ampio spazio ad astrologi, medium, no-vax, terrapiattisti, complottisti. Al di là dello specifico interesse personale, questa è una situazione in cui tutti noi, sia come singoli che in quanto collettività, abbiamo da perdere: una società mediamente incapace di riconoscere l’importanza della scienza e dei suoi legittimi araldi, è una società che condanna sé stessa a essere preda di autolesioniste e pericolose credenze. Ecco, la divulgazione scientifica è l’antidoto a tutto questo: è il ponte che ripristina quel collegamento interrotto tra noi e la curiosità dei primi anni di vita, è la rete di protezione che ci impedisce di cadere nel baratro dell’ignoranza, è una mano tesa e amichevole per essere presente là dove scuola e società hanno latitato, ed è la via migliore per rinsaldare quell’alleanza tra il genere umano e la propria vocazione alla scoperta dell’universo.

La divulgazione scientifica in Italia sembra essere appaltata quasi interamente a un’unica famiglia, quella gloriosa degli Angela a cui tanto dobbiamo, ma il panorama fortunatamente è molto più ricco e vasto e i social hanno contribuito ad aumentare il potenziale bacino di interessati. In questo ambito, Chi ha Paura del Buio è una delle migliori pagine di divulgazione scientifica in Italia per chiarezza e capacità nel rendere appetibili argomenti complessi senza sacrificare rigore e correttezza nel processo di semplificazione, evitando così l’effetto lost in translation nel passare da argomenti complessi a informazioni fruibili da un pubblico eterogeneo.

Gestita e amministrata da tre giovani astrofisici – Filippo Bonaventura, Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio – Chi ha Paura del Buio offre un luogo non solo di divulgazione, ma anche di scambio e dis-cussione sia nella sezione commenti, che nello spazio dedicato alla nutrita community. La pagina ha il suo core business nell’astronomia, ma gli argomenti trattati spaziano anche in altri campi, e da qualche anno a questa parte gli amministratori si spendono per una corretta informazione sul Global Warming attraverso articoli e interventi dedicati, effettuando contestualmente opera di debunking per contrastare la disinformazione, spesso in male fede, che circonda l’argomento.

Dal 12 maggio è disponibile Se tutte le Stelle Cadessero Giùil primo libro dei tre amministratori indirizzato a chiunque, dal neofita, allo studioso. Il titolo apre a uno scenario ipotetico dal sapore fantascientifico, così come ciascuno dei 22 capitoli che formano il testo: che cosa accadrebbe se, per l’appunto, tutte le stelle venissero giù? O se la Terra avesse due lune, se il Sole si spegnesse, se il nostro pianeta smettesse di colpo di girare su sé stesso, o gli oceani svanissero tutto a un tratto? Domande suggestive che trovano risposte scientificamente accurate che evocano di fronte ai nostri occhi scenari drammaticamente sbalorditivi, anche se poco rassicuranti – come potete immaginare – per la specie umana. Al termine di una lettura scorrevole e affascinante è impossibile non sentirsi incredibilmente fortunati per la possibilità di essere qui e ora sulla Terra considerando quante e tali condizioni favorevoli si siano dovute verificare e, soprattutto, quante e tali condizioni non si siano dovute realizzare per creare i presupposti della nostra esistenza. Un modo per celebrare tanto favore della sorte è senz’altro quello di recuperare la voglia di conoscere, ma sempre accompagnati da qualcuno che abbia la competenza per indicarci la via.

Nota

Se Tutte le Stelle Venissero Giù è pubblicato da Rizzoli e potete acquistarlo QUI.

 



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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