Lo spirito del Natale può essere inteso molto laicamente come quel momento dell’anno in cui abbiamo la possibilità di mettere in pausa tutto e tutti, coccolarci, avvolgerci nella calda coperta offerta dal comfort viewing. Giunti a dicembre, possiamo finalmente ritemprarci attraverso la lettura di libri e la visione di film e serie che sappiamo già ci massaggeranno l’anima, magari ci faranno spuntare i lucciconi agli occhi, ma alla fine ci faranno emozionalmente rinvigoriti e alleggeriti di un po’ di quel peso accumulato durante l’anno, e quello appena trascorso è stato più che mai gravoso.
Ciascuno di noi di Players ha un paniere di prodotti ad hoc sui quali contare per far salire su la colonnina del buonumore. Ecco i nostri consigli natalizi. Buone Feste!
I CLASSICI NATALIZI DELLA REDAZIONE DI PLAYERS
Mara
La Vita è Meravigliosa, Frank Capra (1946)
Il classico natalizio per eccellenza, eppure all’uscita (1946) il film non riscosse un grande successo, fu considerato troppo cupo per allettare un pubblico desideroso di bambini rubicondi, canti natalizi e regali da scartare. Con il tempo, però, La Vita è Meravigliosa ha conquistato proprio per la sua capacità di toccare la commedia, il dramma, sfiorare la tragedia e risollevare le sorti della narrazione in modo accorato, sentito e tutto sommato verosimile nella risoluzione. Una favola anticapitalista, ironica, con protagonisti insolitamente sfaccettati per il genere, e con un meccanismo narrativo, quello dell’universo parallelo, che è stato quasi pionieristico per prodotti appartenenti al filone natalizio. Film natalizio sì, ma non solo: uno dei migliori film in assoluto.
San Junipero, Black Mirror (2026)
Black Mirror, fin dal primo episodio, si è imposto in modo paradigmatico in tema di distopia, risultato raggiunto soprattutto grazie alla rappresentazione angosciante dell’utilizzo della tecnologia. Ogni episodio ci ha fatto sentire terribilmente a disagio finché a sorpresa, nella terza stagione, ci siamo ritrovati di fronte San Junipero, un canto d’amore che si libra nell’aria sulle note di Belinda Carlisle che ci (r)assicura Heavean is a place on Earth. Una storia d’amore messa in scena da due attrici – Gugu Mbatha-Raw e Mackanzie Davis- provviste di grande alchimia, gli anni’80, tematiche LBGTQ e una tecnologia finalmente amica, capace di creare uno spazio e una possibilità per chi dalla vita non ha potuto avere né l’uno, né l’altro. San Junipero è un ricordo felice a cui tornare. Qui la recensione.
Klaus, Sergio Pablos (2019)
Capita di rado che un prodotto nuovo diventi un classico natalizio nell’immediato, ma Klaus è riuscito a conquistare un posto tutto suo da subito grazie a una storia originale e ben architettata che spiazza anche gli spettatori più smaliziati. Una origin story su Santa Klaus che non ti aspetti, un film sul Natale e le seconde possibilità più che su Babbo Natale. Dal punto di vista tecnico il film sfoggia un uso magistrale della luce impiegata in un modo tale da far acquistare alla pellicola una tridimensionalità che contribuisce a far sentire lo spettatore trasportato all’interno della storia. Su Netflix. Qui la recensione.
Interstellar, Christopher Nolan (2014)
L’umanità da salvare, un fortissimo legame padre figlia, l’amore quale forza imprescindibile che governa l’universo tanto quanto la gravità, o qualsiasi altra legge fisica. Un film lirico, una space opera di grande potenza carica di un sentimento enorme e quasi assordante che si stacca dal suolo e si propaga in tutto l’universo conosciuto. Il tema musicale, poetico e struggente, predispone subito a ricevere la grandezza di tanta audacia. Un Nolan sorprendente. Qui la recensione.
Il Piccolo Serpente, A.K. Kelly (Edizioni E/O)
Una storia dolcissima e profonda che racconta l’amicizia tra una bambina dall’immaginazione vivace e lo spirito indomito, e un piccolo serpente, una creatura magica e ancestrale. L’influenza reciproca cambierà le loro vite benedicendole con un’amicizia tenera, sincera, in grado di annullare distanze e rimuovere ostacoli. Un legame che sarà un potente amuleto contro le avversità della vita. Questo libro è uno scrigno che contiene tanta bellezza. Qui la recensione.
Claudio
Ghostbusters, Ivan Reitman (1984)
Ok, forse sarebbe più onesto dire che per buona parte della mia vita Ghostbusters è stato, più che il film del Natale, il film di tutto l’anno. Nel senso che c’è stato un periodo della mia infanzia in cui ogni ogni giorno festivo iniziava con una sveglia all’alba (già allora) e la VHS degli Acchiappafantasmi nel videoregistratore (quanto cazzo sono vecchio, scusate). Tuttora però non c’è un’altra pellicola che mi trasmetta quel tepore da periodo festivo.
Una poltrona per due, John Landis (1983)
Sono un abitudinario, direbbe Elio. E avrebbe ragione. Ma questa tradizione incastrata a forza da Mediaset nei nostri natali di consumatori e telespettatori ha ormai messo radici. In fondo il film è molto meno banale di quanto si possa pensare e indaga sorprendentemente bene l’eterno dilemma sociologico tra predisposizione e ambiente. Tuttavia, la realtà è che la tradizionale partita di calcio tra amici, rigorosamente in mezzo alla strada e in notturna, non può iniziare prima dell’inside trading sul succo d’arancia. O almeno, così accadeva fino a qualche anno fa. Maledetta età adulta.
Amazing Spider-Man #314
Peter e Mary Jane (all’epoca sposati) vengono sfrattati dal padrone di casa proprio alla vigilia di natale. Per il dream team Micheline & McFarlane ci sono tutti gli ingredienti per la perfetta storia natalizia: New York innevata, una girandola di amici dell’arrampicamuri, incluso Babbo Natale, e l’immancabile lieto fine familiare. La storia è stata raccolta da Panini in un bellissimo omnibus, o nei più economici Spider-Man Integrale, ma mi sembra ieri di averla letta su L’Uomo ragno nascosto sotto il banco. Ok, mi sono reso conto che il mio rapporto col Natale si è esaurito al massimo in adolescenza. Guarda te come un articolo mi ha fatto risparmiare mesi di terapia.
Blues Brothers, John Landis (1980)
No, ok, c’è anche una traccia di Natale nella mia età adulta. Un Blues Brothers beccato per caso in tv in piena notte, di ritorno da qualche impegno natalizio, che finalmente mi ha rimesso al mondo. Forse non avrò visto la luce, ma celebro sempre l’odio per i nazisti (dell’Illinois).
Futurama- Xmas Story (stagione 2, episodio 4)
Il mio rapporto con il Natale, però, si può sintetizzare con il celebre episodio natalizio di Futurama, quello in cui compare per la prima volta l’iconico Babbo Nasale (sì, nella traduzione italiana, perché lo guardavo in TV dopo il liceo, della mia età abbiamo già parlato): l’importante è uscirne vivi.
Cecilia
Il caso del dolce di Natalie, Agatha Christie
“A Christie for Christmas” era lo slogan pubblicitario che accompagnava l’uscita di ogni nuova opera di Agatha Christie, di solito giusto in tempo per Natale — all’epoca, così come oggi, periodo di grandi vendite. Non appena la stagione ha iniziato a volgere verso l’inverno, anche a me è venuta voglia di tornare alle vecchie abitudini e di rileggere qualche giallo. Sebbene non sia l’unico Natale movimentato a cui l’autrice inglese ha condannato Poirot (coinvolto in losche vicende anche nel romanzo intitolato proprio Il Natale di Poirot), il racconto in questione è una delle mie storie natalizie preferite: sangue sulla neve, tre ragazzini intraprendenti e un mistero da svelare.
Il caso del dolce di Natalie, Agatha Christie (incluso ne Il caso del dolce di Natale e altre storie, Mondadori, tradotto da Maria Grazia Griffini e Lidia Lax)
La notte prima di Natale di Valentina e Zinaida Brumberg
Tra i ricordi più vividi della mia infanzia ci sono gli splendidi cartoni animati russi che trasmetteva Rai3, in particolare I cigni selvatici, diretto da Mikhail Tsekhanovsky e Vera Tsekhanovskaya. Qualche anno fa mi è venuta voglia di riguardarlo e in quell’occasione ho scoperto dell’esistenza di due affermate registe nel campo dell’animazione, due sorelle nate lo stesso giorno, il 2 agosto, a un anno di distanza: Valentina (1899) e Zinaida Brumberg (1900). Nel corso della loro lunga carriera, durata dal 1925 al 1974, hanno lavorato su più di cinquanta titoli, tra i quali il delizioso La Notte Prima di Natale, uscito nel 1951.
Basato su un racconto di Nikolaj Gogol’, questo film pieno di incanto è ambientato nell’Ucraina del Settecento. Il buon fabbro Vakula è innamorato di Oksana, la ragazza più bella del villaggio, che però pone una condizione al loro matrimonio: lui deve portarle le scarpe della zarina! Il povero Vakula non può sottrarsi alla richiesta e così inizia un rocambolesco viaggio… La Notte Prima di Natale è disponibile su Youtube con sottotitoli in inglese.
Dieci inverni, Valerio Mieli (2009, disponibile solo in DVD)
Per chi si sente di umore più laico potrebbe essere adatto questo film bello e malinconico di Valerio Mieli segue la storia tra Silvestro e Camilla, iniziata su un vaporetto veneziano che li porta verso l’università e proseguita lungo… dieci inverni. È stato per diversi anni il film che ho riguardato nel periodo tra Natale e Capodanno.
Arianna
Chi mi conosce lo sa, non sopporto le feste comandate in genere, ma il Natale lo odio in maniera davvero pervicace. Tuttavia, pur superando a fatica questo periodo dell’anno – che il tremendo 2020, paradossalmente, ha reso quasi più gestibile – non nutro particolare fastidio per i film a tema natalizio. La distinzione che faccio tra un film guardabile e un film da evitare è sempre la stessa, di natura squisitamente professionale, e non ha certo a che fare con le ambientazioni e/o le atmosfere che li contraddistinguono. Ben vengano, dunque, i classici natalizi di tutte le epoche, ma vade retro Il Piccolo Lord (Jack Gold, 1980), per dire…
S.O.S. Fantasmi, Richard Donner (1988)
Detto questo, nei pomeriggi e serate casalinghi di fine dicembre e inizio gennaio, sui miei schermi non possono certo mancare S.O.S. Fantasmi (Richard Donner, 1988), perché il cinismo muscolare di Bill Murray rende ogni melensaggine quantomeno digeribile, avvalorando l’insegnamento dickensiano tenendo bene a mente che si può essere stronzi 364 giorni l’anno.
Babbo Bastardo, Terry Zwigoff (2003)
Pur raccontando una storia di redenzione ci tiene a sottolineare il lato squallido dell’esistenza (ridendoci su).
About a Boy, Paul e Chris Weitz (2002)
Perché anche se alla fine l’assunto è “Nessun uomo è un’isola”, la voce fuoricampo che accompagna tutto il film riferisce di un egoismo tutto sommato sano, ludico e liberatorio. Per il resto posso tranquillamente passare dal sempreverde Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (Mel Stuart, 1971) all’estenuante Melancholia (Lars von Trier, 2011) senza per questo sentirmi fuori contesto.
Ai Confini della Realtà/Black Mirror
Per quanto riguarda le serie tv un rewatch capita più difficilmente, anche in virtù delle novità continuamente rilasciate dalle ormai numerose piattaforme, ma se capita non mi dispiace ripescare qualche episodio delle più celebri serie antologiche come Ai Confini della Realtà, Alfred Hitchcock presenta, o la recente Black Mirror, visioni che mi soddisfano sempre senza impegnarmi troppo – a prevalere è una fruizione mordi e fuggi.
Abba
Infine, se c’è una ricorrenza nei miei Natali – che peraltro non so spiegarmi ma accetto e condivido senza vergogna – è l’ascolto estemporaneo dei pezzi degli Abba, con tanto di karaoke convintissimo, scelta sonora che considero come una luce nel tunnel che mi accompagna sovente verso l’anno nuovo. Dancing queen, feel the beat from the tambourine, oh yeah!
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