Se a ripensare oggi a cosa stava succedendo nelle nostre vite un anno fa di questi tempi sembra passato un secolo, la rilettura della mia recensione di Super Mario 3D World per WiiU scritta nel 2013 mi ha riportato indietro di un’era geologica. Voi riuscite a immaginare un anno in cui una console Nintendo arrancava nelle classifiche di vendita? Io no. Eppure. 

Per quanto mi riguarda, lo scarso successo di WiiU è una delle più inspiegabili ingiustizie a cui mi sia capitato di assistere: sfido chiunque a smentirmi, ma non ricordo una console con una ratio tra capolavori e titoli pubblicati più alta. La sfilza di pietre miliari disponibili solo alla ristretta cerchia (oh, si fa per dire, parliamo di milioni) di utenti di WiiU non è però finita nel dimenticatoio, anzi. In tempi come questi sta tornando decisamente comoda: la pandemia sta infatti  rallentando la realizzazione dei giochi, occupazione che già di per sé per i team interni di Nintendo è spesso più lunga della media per diversi motivi, sia per un più lento adattamento al progresso tecnologico che per una qualità che non ha paragoni nell’industria. 

Poter contare su un’abbondante manciata di titoli grandiosi, e per di più sconosciuti a buona parte della base installata attuale di Switch, rappresenta insomma un discreto asso nella manica da giocarsi per tappare i buchi di una programmazione che non sta andando esattamente come previsto (chi ha detto Metroid 4?!). Un jolly che Nintendo non ha esitato a giocarsi, da Pikmin 3 al sottovalutato The Wonderful 101, dal chicchino Captain Toad: Treasure Tracker all’immortale Mario Kart 8 Deluxe, fino all’appena annunciato The Legend of Zelda Skyward Sword HD.

 

Nel mezzo, proprio in questi giorni, è arrivato Super Mario 3D World + Bowser’s Fury, un’anomalia nel mezzo della rassicurante operazione remastered dell’ultimo periodo, individuabile già da quel suffisso che si discosta dal tipico Deluxe. Questa volta il valore aggiunto della versione Switch non è riassumibile in qualche piccola aggiunta di contorno, come in passato, ma in un pezzo di gioco tutto nuovo, anzi, forse sarebbe meglio dire in un secondo gioco tutto nuovo. Non è scontato, perchè in fondo sappiamo bene che avremmo ricomprato Super Mario 3D World anche senza alcuna aggiunta, a scatola chiusa, come per tutti i tioli già citati in precedenza: sarebbe da matti non farlo, parliamo comunque di un capolavoro. 

Bowser’s Fury, il famigerato suffisso spiazzante, è invece di per sé un motivo sufficiente a convincere al riacquisto anche chi già aveva giocato Super Mario 3D World ai tempi di WiiU (che per altro, avendolo già giocato e non essendo dunque matto, lo avrebbe comprato ugualmente, consideratelo un Comma 22 al contrario). Più fusione con l’open world di Super Mario Odissey che semplice add on di Super Mario 3D World, Bowser’s Fury azzarda una formula inedita, fatta di isolotti raggiungibili a piacere la cui esplorazione è interrotta ogni dieci minuti dell’esplosione della rabbia di Bowser.

Le dimensioni titaniche di Bowser, però, rendono questi momenti del tutto inediti, sia che ci si debba difendere dagli effetti distruttivi dei suoi attacchi, tali da modificare lo scenario, sia che ci si ritrovi nei pressi di una mega-campana e a quel punto pronti a rispondere al fuoco con un Mario leone altrettanto imponente, in uno scontro tra kaiju da far impallidire l’imminente Godzilla vs Kong

Quando c’è di mezzo Nintendo è sempre difficile decifrare gli indizi sul futuro e capire cosa sia Bowser’s Fury oltre un portentoso concentrato di divertimento. Potrebbe essere uno sguardo sulle cose che verranno, variazioni sul tema di grandi classici in formato contenuto che si producono più velocemente e che possono essere vendute da sole o insieme un remaster. Oppure, ancora, potrebbe essere un’operazione una tantum, nata per riutilizzare gli asset di 3D World e finita qui. Di sicuro, almeno per quanto mi riguarda, quella di Bowser’s Fury è la durata perfetta per un gioco compatibile con la mia vita: tra le sei e le dieci ore, ma dense di idee dal primo all’ultimo secondo. Non mi stancherei mai di side quest in cui salvare gattini, ad esempio. 

Tornando su 3D World, invece, la prima meraviglia è realizzare come graficamente dica ancora la sua nonostante siano passati quasi otto anni, con buona pace della valanga di chiacchiere su risoluzione e FPS che ci siamo portati dietro per oltre un decennio quando, se si vuole parlare di grafica, basterebbe guardare la commovente bellezza delle animazioni su cui possono contare Mario & co. e dimenticare in assoluta serenità la conta di frame e pixel, buona sola per riempire pagine di news acchiappaclick.

Rubare con della polemica righe che spetterebbero alla celebrazione di 3D World, tuttavia, sarebbe un peccato, perciò la taglio subito corta e torno in carreggiata, perché è decisamente più interessante parlare della valanga di idee che ancora trovano casa nel seguito di 3D Land. Con i giochi Nintendo funziona spesso così. In ogni livello c’è un’idea su cui altri publisher costruirebbero un gioco intero, forse una saga. Poi si passa oltre e nel livello successivo ne spunta un’altra, nuova, e così via. Nonostante una partenza un po’ col freno a mano tirato, questa tendenza in Super Mario 3D World è spinta quasi all’eccesso, al punto che da una costola del gioco è poi nato Captain Toad: Treasure Tracker.

Non sono livelli, ma micro mondi, ciascuno con un proprio spunto, che torna alla mente di chi l’ha già giocato su WiiU dopo pochi istanti. . A rinnovare la sfida ci pensa l’accelerazione di questa nuova versione Switch in cui Mario (o Luigi, Peach, etc.) si muove il 20% più veloce, costringendo il cervello a ragionare a un ritmo più serrato, anche nel costume da gatto quando l’immedesimazione spingerebbe solamente ad arrampicarsi ovunque e gustarsi le deliziose movenze feline di Mario, precorritrici della scalata di Zelda: Breath of the Wild

E forse sarà il distacco temporale, forse sarà la maggiore lontananza dal 3D Land per 3DS, ma dopo averlo rigiocato oggi Super Mario 3D World mi è parso ancora più bello della prima vota, con un sistema di controllo incorniciato in otto direzioni che non si percepiscono però come un limite, ma anzi come una valorizzazione di quella precisione chirurgica che fa di Mario da sempre l’eccellenza irraggiungibile del platform. Oggi, le poche critiche che gli si potevano muovere del 2013 appaiono se non pretestuose, quanto meno legate al contesto temporale del momento, al punto da risultare ormai quasi ininfluenti. 

Perché non c’è un oltre, non c’è un altro orizzonte dopo aver provato quel gameplay rifinito alla virgola, quella progressione dolce, ma incessante, da cui si fatica a distaccarsi, quella pulizia formale e tecnica che non ha paragoni nell’industria. È una frase che suona vera per (quasi) qualunque titolo Nintendo, ma in particolare per quelli con protagonista Mario. Super Mario 3D World + Bowser’s Fury è, molto semplicemente, un’esperienza che rimette in pace col videogioco.

 

 



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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