Nel dicembre del 1971 i Deep Purple si trovano a Montreux, Svizzera, sulle rive del Lago di Ginevra. Stanno registrando in studio, ma poco lontano, nel teatro del casinò, Frank Zappa suona. Nel pieno del concerto, qualcuno tra il pubblico spara con una pistola lanciarazzi (o lancia una molotov, secondo altre ricostruzioni): il teatro viene raso al suolo dalle fiamme e i Deep Purple, dalle finestre del loro studio, osservano le nuvole di fumo nero immergersi nelle acque del lago. Quel giorno nasce Smoke on the Water

Flashforward: in un futuro prossimo, lo S.O.T.W (acronimo per Smoke On The Water) è una nuova forma di inquinamento acustico il cui impatto sta riducendo drasticamente l’estensione delle aree abitabili del pianeta. Nemmeno gli emettitori posizionati lungo le coste riescono a frenare la contaminazione delle terre emerse dovuta ai filamenti di S.O.T.W. che viaggiano sulle onde. Le speranze di salvezza arrivano dalla PLEXI, la più grande multinazionale del pianeta, la cui idea è quella di selezionare i cinque migliori talenti musicali disponibili e mandarli in orbita per registrare un album le cui frequenze, sparate da fuori orbita, aiutino ad annullare i danni causati dal S.O.T.W.

The Prism: Burn!

“Si tratta di un intuizione perfetta per l’editoria” ammette Michele Foschini, direttore editoriale di Bao Publishing alla presentazione milanese di The Prism: Burn! in compagnia di Matteo De Longis. “La premessa è facile da riassumere, ma non è una sciocchezza, tutta la trama poggia su un lavoro di documentazione”. È il ballo sul filo del plausibile, tra soluzioni chiaramente pseudo-scientifiche  e sezioni narrative approfondite quasi in maniera maniacale è una caratteristiche che accompagna questo intero primo volume di The Prism

L’altra caratteristica, quella che salta più facilmente all’occhio, è l’ambizione grafica delle pagine di Matteo De Longis. Il primo riferimento, il più facile da identificare, è senza dubbio LRNZ (autore, tra le altre cose, di Golem sempre per Bao Publishing), fonte di ispirazione sia per le linee che per i colori. Da questo punto di partenza però De Longis sviluppa uno stile proprio, che matura ed evolve nel corso delle 200 pagine di questo primo volume, in cui emergono e si amalgamano influenze che spaziano dal comics USA al manga, tutte in ogni caso rielaborate seguendo un approccio indubbiamente moderno che si rifà ad un’estetica cromatica resa popolare da Instagram e dai suoi filtri. 

La sperimentazione grafica di De Longis, al suo primo fumetto dopo un passato nel design e nell’illustrazione, non si esaurisce però nella sola ricerca del segno, ma si estende anche alla forma con l’ideazione del Triskelix, metodo sperimentale (nel contesto narrativo, ma non solo) illustrato a inizio volume attraverso il quale le classiche onomatopee del fumetto si trasformano in figure, triangoli la cui rappresentazione grafica serve a far “sentire” attraverso la pagina tanto la musica quanto i rumori. 

Sotto la sperimentazione grafica e visuale si trova una storia che poggia su più colonne tematiche, alcune più fantasiose, altre più ancorate alla realtà scientifica, come il design delle astronavi. “Voglio avere la libertà di fare follie, come introdurre pseudoscienze, ma anche affidarmi alla fisica quantistica per le spiegazioni di ciò che accade” diceva appunto De Longis innfase di presentazione. A supporto delle fondamenta scientifiche del suo racconto De Longis ha coinvolto Adrian Fartade, noto divulgatore scientifico, che in The Prism ha un triplice ruolo, quello di consulente, di autore della postfazione, ma anche quello di personaggio, arruolato a bordo in qualità di space roadie del gruppo. 

Si avverte nitidamente il divertimento di De Longis nello scrivere e disegnare la sua storia, in cui ha riversato la sua passione per la musica non solo attraverso il tema portante, ma anche per mezzo di un’abbondanza di micro riferimenti più o meno facili da cogliere, da Smoke on the water appunto all’astronave battezzata White Duke, fino a un personaggio centrale le cui fattezze ricordano da vicino quelle di Battiato. 

Sul piano narrativo i limiti di Burn! sono quelli di un primo volume di una serie sette, che deve svolgere la funzione di introduzione ai temi e alle atmosfere lanciando dei semi, senza tuttavia svelare molto delle dinamiche che si espliciteranno in seguito. Così in personaggi e le problematiche hanno giusto il modo di sfuggire alla monodimensionalità dell’archetipo prima che il volume si chiuda rimandando alle future pubblicazioni in cui verranno approfonditi. 

In questo senso è interessante soffermarsi sull’esperimento (o scommessa) editoriale compiuto da Bao e De Longis. Perché se è facile che al termine della lettura ci si ritrovi con una buona dose di curiosità sugli sviluppi futuri e sui diversi aspetti finora appena accennati, i sei futuri capitoli della saga di The Prism saranno pubblicati a cadenza biennale, spostando le lancette della conclusione dell’opera dodici anni nel futuro. Il settimo volume di The Prism sarà scritto e disegnato da un De Longis inevitabilmente cambiato dagli anni trascorsi, sarà letto da lettori nel frattempo invecchiati di oltre un decennio (magari per allora in compagnia dei figli), e sarà pubblicato in un pianeta radicalmente differente da quello attuale, considerando la rapidità senza precedenti a cui ha preso a viaggiare di recente la Storia. Chissà se per allora una canzone sarà riuscita a salvare il mondo.  



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , ,
Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

Similar Posts
Latest Posts from Players