A volte ritornano, giusto? Dopo aver raccolto oltre 250k views con gli articoli dedicati ai migliori film del 2012 e del 2013, è tempo di incrementare ulteriormente questa cifra grazie alla madre di tutte le classifiche, quella dei migliori film del 2014. E’ stato un ottimo anno, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo. Stavolta ho deciso di dare maggiore visibilità ai titoli più oscuri, magari non distribuiti ufficialmente o che lo saranno a breve, piuttosto che ai grandi blockbuster che, bene o male, abbiamo visto in tanti (e ce ne sono stati di meritevoli, da Interstellar a Dragon Trainer 2 e Big Hero 6, da The Lego Movie a Edge of Tomorrow, per tacere dell’eccelso Guardians of the Galaxy). Nota: l’elenco NON è una classifica di merito, tranne forse per gli ultimi tre film che sì, effettivamente sono i tre migliori film dell’anno, in my humble opinion. Andiamo a cominciare quindi con…

Mommy: originale nella forma (il film è in un 4:3 “ridotto”) e appassionante nei contenuti, l’opera di Xavier Dolan vince (a Cannes, il premio della Giuria) e convince. Clamorosa Anne Dorval.

Nightcrawler: opera di drammatica attualità, cinica e feroce quanto basta, con un Jake Gyllenhaal (ottimo anno per lui, vedi anche alla voce Enemy) in ottima forma e alla ricerca dello scoop a tutti i costi.

La principessa splendente: Takahata torna dopo millemila anni e fa il botto con un’opera lunga, complessa e affascinante. Come farà Ghibli senza i suoi due fondatori? Non resta che confidare in Hiromasa Yonebayashi.

Housebound: uno dei generi più complicati da gestire, in ambito cinematografico è il mix horror+commedia. E se aggiungessimo anche il thriller? Il risultato, stavolta godibilissimo, è Housebound, piccola gemma made in New Zealand.

The Babadook: anno pessimo per gli horror, il 2014. A salvarsi e distinguersi dalla massa è questo curioso ed introspettivo film australiano che mostra poco ma inquieta parecchio. Strepitosa la protagonista Essie Davis.

Pride: si può essere ottimisti e “buoni”, senza scadere nel melodramma o nel coma glicemico? E’ difficile, ma Pride riesce nell’impresa, raccontando la strana alleanza tra gay, lesbiche e minatori disoccupati in una calda estate inglese e Thatcheriana.

Starred Up: intrigante drammone familiar-carcerario che racconta la storia di un padre e un figlio rinchiusi nella stessa prigione. C’è un “fuck” (o derivato) ogni cinque parole, quindi non scandalizzatevi troppo.

Begin Again: una salutare ventata di ottimismo, un bellissimo film sul fare musica (e produrla) e, cosa ancora più rara, una fantastica storia di amicizia tra uomo e donna, senza stucchevoli implicazioni sessuali.

Frank: senza dubbio il film più fuori di testa dell’anno con Fassy leader psicologicamente fragile di una band scalcinata (col nome più bello della storia, Soronprfbs) alle prese con la registrazione dell’album perfetto. O si ama o si odia. Da queste parti si ama.

Il Capitale Umano: miglior film della carriera di Virzì, giusto candidato agli Oscar 2015 per l’Italia e raccapricciante e veritiero affresco di un’Italia in avanzato stato di decomposizione.

Enemy: sembra un Cronenberg dei tempi migliori, invece è un film di Denis Villeneuve tratto dal romanzo L’uomo duplicato di José Saramago. Svolgimento impeccabile, finale straordinario.

Blue Ruin: girato con l’equivalente di un tozzo di pane secco e un bicchiere d’acqua, un saggio illuminante sull’inutilità della vendetta e sulla generale e ahimè tristemente diffusa idiozia del genere umano.

Ida: capolavorissimo polacco, un film al femminile di straordinaria intensità emotiva e una grande lezione di come fare cinema con pochi mezzi e tante idee. Oscar alla fotografia (non, non gliel’hanno ancora dato, ma noi anticipiamo il giudizio dell’Academy).

Snowpiercer: diretto da Bong Joon-ho, basato sulla serie a fumetti francese Le Transperceneige ha sì parecchi difetti, ma anche talmente tanti pregi e coraggio che non posso esimermi dall’inserirlo nell’elenco dei film da vedere.

Winter Sleep: lo so, molti potrebbero pensare che suggerire la visione di un film che dura 4 ore sia da “critico wannabe hipster con la puzza sotto al naso”. A peggiorare le cose c’è pure che l’opera ha vinto a Cannes. Detto ciò, risparmiatevi la visione di tre film “medi” e investite il vostro tempo in questo.

Under The Skin: è diventato celebre per il full frontal di Scarlett (beh, almeno i fan non hanno dovuto aspettare The Fappening), ma il film ha molte altre qualità, anche se sono stati davvero in pochi ad accorgersene. Dategli un’altra opportunità, noi ne abbiamo parlato qui.

Boyhood: ne hanno parlato un po’ tutti a causa della sua atipica gestazione (è stato girato nell’arco di 12 anni con gli stessi attori), ma alla fine quel che conta è che Boyhood è un meraviglioso affresco sulla vita, l’adolescenza, la famiglia e il tempo che passa e non lascia scampo. Ne abbiamo parlato qui.

Deux Jours, Une Nuit: Fratelli Dardenne = qualità e anche stavolta i fratelli belgi fanno centro con un film tanto doloroso quanto attuale. Ne abbiamo parlato qui.

Calvary: miglior film irlandese di sempre, pugno nello stomaco ed elettroshock ai circuiti neurali, un film di abbacinante bellezza (ne abbiamo parlato qui), che sarebbe IL film dell’anno se non ci fosse…

Birdman: pietra miliare e capolavoro assoluto del 2014…che in Italia vedremo l’anno prossimo. Il fatto che a Venezia non sia stato premiato è quasi motivo di vanto per il magnum opus di Inarritu che, grazie ad un cast eccezionale, firma il film “definitivo” sul mestiere d’attore. Questa è la nostra recensione.

Ma…attenzione! Here comes a new challenger! Scherzi a parte, non posso non segnalare il documentario dell’anno ossia The Kingdom of Dreams and Madness, che racconta il dietro le quinte dello Studio Ghibli: se non è una visione imprescindibile questa, non vedo quale altra possa esserlo!



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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5 Comments

  1. “Finale straordinario” di Enemy. Sarebbe consigliabile guardarli bene i film prima di promuoverli.

    1. Sarebbe consigliabile scrollarsi un po’ di spocchia di dosso prima di commentare.

  2. Eccezion fatta per qualche titolo, tutti ottimi consigli.

  3. Dopo aver cercato in lungo e in largo nel web consigli su “film da vedere assolutamente”, finalmente leggo titoli interessanti, alcuni già visti, altri immediatamente segnati sulla lista.. però lasciatemi dire che non riesco proprio a fidarmi ciecamente dopo aver letto, ahimé, “eccelso Guardiani della galassia” (inguardabile, l’unica cosa che mi ricordo bene è che ad un certo punto c’è uno spiegone, per spiegare allo spettatore allibito cosa sta succedendo nella scena, allucinante) e “Birdman: pietra miliare e capolavoro assoluto del 2014”.. per favore, no.
    Detto questo (senza presunzione o arroganza), vado a cercare qualche titolo ancora non visionato presente nella lista.

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