Anche noi del comparto libri non potevamo esimerci dal compilare una lista delle migliori letture dell’anno; fedele ai nostri gusti variegati, la nostra Top Ten non solo include i generi più diversi — dai memoir (addirittura un terzo dei titoli selezionati) alla fantascienza, dal fantasy alla literary fiction — ma viaggia tra quattro continenti e raggiunge desolati paesaggi britannici, metropoli coreane, panorami congolesi e città d’arte italiane , per arrivare fino a Marte. (Cecilia Manfredi & Elisa Giudici)
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Io e Mabel di Helen Macdonald
La prima lettura di pregio di 2016 l’ha sfornata Einaudi. Pur essendo uno dei libri letti in questo anno solare che ho chiuso e riposto in libreria da più tempo, nella mia memoria rimane tra i più vividi. Mi sbilancio? Forse è il mio libro del 2016. E non solo il mio, dato che Adelphi nel frattempo ha rispolverato L’Astore di T. H. White, libro antecedente ma strettamente correlato a questo.
Si parla di astori e rapaci che spiccano il volo, di paesaggi inglesi da salvare e del lato oscuro dello spirito inglese, ma soprattutto di lutto. Tutto bellissimo, ma se già vi deprimete un po’ durante le Feste forse non è il caso di aggiungerci questo carico da novanta. [EG]
Slow Days, Fast Company di Eve Babitz
Il braccio editoriale della New York Review of Books sta ristampando i memoir di Eve Babitz: nel 2015 è uscito Eve’s Hollywood, e quest’anno ci ha portato il secondo volume, con questo titolo icastico e suggestivo. La brillante voce autoriale, il disincanto di chi ha visto quasi tutto, e il glamour decadente di Los Angeles (il vero grande amore di Babitz) sono solo alcuni dei punti di forza di questo libro singolare. [CM]
L’Una e l’Altra di Ali Smith
Se Helen Macdonald una sua certa nicchia se l’è anche creata tra il pubblico italiano, pure stavolta la scrittrice scozzese Ali Smith viene ingiustamente trascurata da lettori e stampa specializzata. Qui la tirata d’orecchi ci sta tutta, perché non è di certo l’ultima perla scovata chissà dove da me e Cecilia (che presto ve la presenteremo in pompa magna): questo romanzo ha vinto stra-meritatamente il Costa Book Award e il Baileys Prize, venendo nominato all’immancabile Booker. Cosa vi fate i fighetti a citare il Man Booker Prize a destra e a manca se poi quando SUR vi propone uno dei libri più sperimentali e spericolati del 2016 voi guardate dall’altra parte? [EG]
Ms Kalashnikov di Francesca Tosarelli, Wu Ming 5
Un titolo accattivante e una copertina splendida non sono sempre garanzie di un ottimo contenuto — ma in questo caso i tre elementi coesistono: i primi due svolgono alla perfezione il compito di colpire il lettore distratto, e il terzo lo coinvolge in una narrazione tersa nello stile e densa negli argomenti trattati. Capo Verde, il confine tra Siria e Libano e la Repubblica democratica del Congo sono gli scenari su cui si muove l’eccellente Ms Kalashnikov, pubblicato da Chiarelettere la scorsa primavera e passato davvero troppo inosservato rispetto a quanto meriterebbe. [CM]
La vegetariana/Human Acts di Han Kang
Han Kang è la quota rosa 2016 della solita classifica dei migliori libri dell’anno stilata dal Corrierone, per darvi un’idea di quanto sia già stata sdoganata.
Se, nonostante questo grazioso cenno d’assenso dell’establishment critico (quello che in un anno solare trova al massimo un libro di penna femminile da mettere nella sua top ten), se nonostante il mio evidente livore verso tutto ciò che di male rappresenta la lista stilata dalle firme de La Lettura ve lo stra-consiglio pure io (e ci aggiungo il meraviglioso Human Acts, che Adelphi pubblicherà nel 2018), allora capite che è il caso di darci davvero un’occhiata.
Si vuol ben sperare che da qui al 2018 Adelphi, casa editrice che si vanta dell’altissima qualità del proprio catalogo e delle proprie edizioni, trovi un traduttore dal coreano ed eviti a Han Kang l’umiliazione di passare per la traduzione in inglese. Questa è una pratica deleteria, che dovrebbe essere morta e sepolta da decenni #einvece.
Di traduttori dal coreano il Bel Paese ne vanta alcuni di tutto rispetto, tra cui alcuni che di lavoro questa lingua la insegnano nelle nostre università. Da prima che la letteratura coreana fosse cool, questi traduttori collaborano con editori piccoli e microscopici, che non godono della stessa fama della grande A, ma che talvolta dimostrano maggiore professionalità. [EG]
Stiletto di Daniel O’Malley
Di nuovo un secondo volume — il primo della saga, The Rook, è stato pubblicato in italiano da Piemme (La Regina, traduzione di Stefano Bortolussi), ed è forse ancora migliore. Lo Scacchiere è un’organizzazione segreta legata al governo britannico che si occupa di contenere i fenomeni sovrannaturali, e per fare questo impiega umani dotati di poteri e abilità. Una elevator pitch sarebbe “se Harry Potter da grande lavorasse al ministero della Magia”, e, nonostante il crasso commercialismo da divisione marketing, non sarebbe proprio lontanissimo dalla realtà. Poiché è impossibile parlare del secondo tomo — sempre di livello elevato — senza spoilerare parti del primo, dobbiamo fermarci qui. Un fantasy per adulti (ma adatto anche agli adolescenti) dalle marcate sfumature thriller. [CM]
Embassytown di China Miéville
Un, due, tre, dove andiamo se di fantascienza non ce n’è? Da nessuna parte, non almeno se c’è la sottoscritta nei paraggi. Data l’avversione dei pochi editori di settore italiani a pubblicare titoli SFF di questo millennio (eccezion fatta per le godibili ma molto commerciali saghe multicapitolo), questo Miéville del 2011 è particamente una primizia.
Magari state pure attendendo l’uscita in sala di Arrival di Denis Villeneuve, intrigati dal tentativo raccontato dal film di decifrare una lingua aliena. Che è esattamente il punto di partenza di questo maestoso libro. [EG]
A Manual for Cleaning Women di Lucia Berlin
Pubblicato in Italia con il titolo di La donna che scriveva racconti da Bollati Boringhieri (traduzione di Federica Aceto), questo volume, che raccoglie alcune tra le storie migliori di Lucia Berlin, è stata una delle migliori riscoperte letterarie dell’anno. A Manual for Cleaning Women è un libro adatto a chi ama il cosiddetto dirty realism statunitense, dunque è attraversato anche da temi forse non proprio adatti al periodo natalizio, a meno che non siate dei Grinch — ma Players sostiene anche i Grinch. [CM]
Real Mars di Alessandro Vietti
Ho un difetto che spesso mi rinfacciate: consiglio solo tragedie angoscianti e letture deprimenti. Per allegria, la mia selezione di articoli su Players di quest’anno sembra scritta da Sarah Kane e ha per colonna sonora Lamette della Rettore.
Per questo motivo non posso che dire grazie a Alessandro Vietti e al suo Real Mars. Non solo è una lettura gustosissima grazie a cui ho attirato più di un lettore forte al lato oscuro della lettura aka la fantascienza. Questi sventurati li ho convinti a suon di risate, perché Real Mars, oltre che palesemente bello, è dannatamente divertente. Se ci fosse la serie TV, fidatevi, l’avreste già fatta oggetto di un fantastico binge watching.
Bonus: Alessandro Vietti che legge un brano del romanzo. [EG]
The Argonauts di Maggie Nelson
Maggie Nelson è una dei più interessanti pensatori del momento, ma non avremmo dato per scontato di vedere questo lavoro tradotto in italiano — ma siamo stati positivamente sorpresi da Il Saggiatore, che lo ha pubblicato con il titolo de Gli Argonauti e la traduzione di Francesca Crescentini. Continuando a lavorare all’intersezione tra la propria vita privata e le idee di genere, sessualità e famiglia, Nelson ha scritto un’opera accessibile e proiettata verso il futuro. Consigliato soprattutto a chi si mette le mani nei capelli ogni volta che sente nominare la teoria del gender come fonte di tutti i mali (di solito da persone che non hanno la più pallida idea di cosa si intenda davvero per la cosiddetta teoria del gender). [CM]
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