La nostra analisi della trilogia della Luna di Ian McDonald prosegue con il terzo volume, Luna Crescente, uscito su Urania Jumbo 6 nel 2019 per la traduzione da Lia Tomasich e da poco disponibile anche in edizione Titan che racchiude l’intera trilogia. Attenzione: segue qualche spoiler fisiologico dal primo e secondo volume della trilogia, di cui trovate la recensione QUI e QUI.


Domani celebreremo i 50 anni da quel piccolo passo di Neil Armstrong sulla superficie lunare: le celebrazioni certo non mancheranno, ma la mia impressione è che l’enorme valenza simbolica che ebbe quell’evento storico, politico e scientifico sia rimasta confinata dentro quei decenni, nel bacino di quelle generazioni che vissero l’allunaggio in diretta. Impressione consolidata dalla lettura di romanzi e racconti brevi di genere fantascientico che alludono o citano quell’evento: quelli appena successivi ne hanno fatto un simbolo dell’egemonia umana e statunitense, con al centro un uomo, bianco, cristiano e in tutto e per tutto dominante che solo di recente si è cominciato a narrare per chiaroscuri, approfittando del suo carattere schivo, che ha permesso di scrivere sopra i suoi silenzi un po’ quel che si voleva fino a poco tempo fa.

Se lo sbarco sulla Luna ha perso un po’ della sua attrattiva è perché a rivendicarlo è spesso una generazione che vede come apripista del genere umano proprio quel modello: maschile, caucasico, eterosessuale, occidentale, anglofono, tutto casa, lavoro, famiglia e chiesa. Ovvero la direzione contraria e opposta a quella per cui si è avviato il genere letterario SFF e il sentito giovanile negli ultimi due decenni. La Luna di Ian McDonald, già profondamente diversa, globalizzata, sessualmente e politicamente emancipata dal suo incipit, esce dall’eclissi della sua prima crisi trasfigurata. La sua caotica configurazione giudiziaria e protopolitica, che fondeva gli universi impossibili del neoliberismo sfrenato al comunismo estremo, è in qualche modo costretta a darsi una forma, a trovare un ordine sociale meno precario.

La Luna deve insomma organizzarsi in qualcosa che assomigli a un ordinamento statale terrestre, proprio per sopravvivere alla minaccia che proviene dai governi della Terra. Con lungimiranza, Ian McDonald chiude la sua trilogia con la Luna crescente, quando appena il primo spicchio di quello che sarà il nuovo ordinamento sociale lunare comincia a intravedersi nel cielo del romanzo. Eppure tutto il terzo tomo anticipa i possibili scenari futuri della sua Luna e per futuri s’intende quello che potrebbe accadere dall’insediamento della nuova Aquila della Luna a 100, 1000, 10000 anni dopo.
Le cinque famiglie che si scontrano tra di loro per l’egemonia, i cinque Dragoni si rivelano essere cinque possibili futuri lunari: ognuno di loro al suo interno ha sviluppato una visione di quello che sarà la Luna. C’è chi la vuole trasformare in uno spazio commerciale autonomo dalla Terra, chi la vuole mutare nell’avamposto per la conquista e l’abitabilità dello Spazio, chi ancora vuole usarla come laboratorio per un comunismo utopico in cui le macchine lavorino e gli uomini si dedichino al miglioramento della società, c’è chi si pone l’obiettivo di trasformare Dona Luna – colei che conosce mille modi di ucciderti – in un crogiolo ricco di vita e biodiversità. Qui ritroviamo il McDonald più autentico, quello che si pone come obiettivo quello di riflettere e creare al di fuori dei limiti anagrafici della propria vita e di quella delle generazioni immediatamente successive.

Il lettore accorto noterà come le visioni delle rispettive famiglie siano influenzate dalla loro provenienza geografica e culturale terrestre, un po’ come se la Luna diventasse un laboratorio in cui ogni cultura sviluppa la versione utopica e migliore della propria visione del futuro. Un altro aspetto affascinante è che le visioni sono tra di loro complementari ma in una certa misura antagoniste: una potrebbe innestarsi sull’altra, prevale o soccombere, esattamente come hanno fatto le famiglie fino a questo punto della storia. La Luna futura può insomma andare in una sola direzione o anche in tutte e cinque, contemporaneamente.

In tutto questo i Corta arrancano, perché sono la famiglia più ancorata al presente, capitanata da due mostri d’egoismo e ambizione che si sono ben guardati dal sviluppare una filosofia così complessa e altruista. Eppure sono proprio loro, Lucas e Ariel, a diventare la pietra angolare di questo complicato passaggio storico per il satellite. Lucas è condannato ad essere il macchiavellico faccendiere che, tra tradimenti e giochi di mano, tiene a bada i terrestri che lui stesso ha scatenato contro la Luna. Traditore e salvatore della Luna insieme, Lucas finisce nel lato oscuro della politica lunare, a sistemare certe faccende losche che potrebbero contaminare quello luminoso.
Non è certo un caso se la nuova Luna trova il suo arbitro e il suo giudice in una donna, la cui salita al potere era stata praticamente vaticinata da una triplice intelligenza artificiale. Ariel ha scavato così a fondo in sé e intorno a sé, coltivando il proprio ego e il proprio egoismo, da diventare una sorta di asceta inattaccabile e asessuato. Lei e Lucas sono personaggi danneggiati, gli sconfitti che hanno rialzato la testa, ridirezionando i propri scopi non sul dividere e regnare sui dragoni, bensì sul tenerli uniti per impostare questo cambiamento.

Luna dunque è il racconto di una famiglia che, ispirata dai petrolieri senza scrupoli di Dallas, diventa la prima dinastia politica del satellite: i Corta sono i Kennedy lunari, nati non dalla nobilità monetaria senza araldica ma dalla melma più oscura e dai tradimenti più terribili, originata da un’avventuriera, una colone e una manovale. L’ultimo dragone, condannato dalla sua visione egoistica sempre rivolta al presente, diventa quello capace di traghettare la Luna verso il futuro immaginato dagli altri quattro. In tutto questo la Terra che fa? Ha una sua visione del futuro, che vede il satellite come un pianeta sterile, senza vita, abitato dalle macchine e governato dalla finanza, esattamente com’era quando Armstrong fece il piccolo passo. La Terra si dimostra incapace di grandi passi, di visioni vertiginose del futuro, di semplice speranza, ancorata com’è un presente terribile in cui chi osa guardare al futuro viene visto con odio e sospetto.

Non è una chiusura indolore e qualche donna destinata a scrivere il futuro lunare rimane un personaggio che gira a vuoto o non pienamente sviluppato. La piccola Luna è relegata a un ruolo ancillare, Alexia rimane non compiuta perché ancora troppo terrestre e infine Marina, la splendida Marina, resta sospesa in eterno in un limbo decretato dalla parola fine, perché almeno in conclusione di questo romanzo Ariel deve rimanere luce eterna e assoluta, senza ombre. Ci sarebbe posto per un quarto romanzo? Sì, assolutamente: per il momento dovremo accontentarci di una novella prequel, prossimamente in uscita per Tor Books.

C’è un altro personaggio affascinante, un altro Corta sconfitto che risulta memorabile. Memorabile è una definizione beffarda, perché il povero Lucasinho in Luna Crescente è un involucro senza memoria, riplasmato artificialmente dall’amore di Ian McDonald per le nanotecnologie avveniristiche. L’università del lato oscuro lunare s’industria per ricostruirne le memorie, innestandole nel suo cervello attraverso chip proteici. McDonald però si chiede se Lucasinho possa rinascere dalle sue memorie pubbliche condivise sui social, dall’infinito archivio contenuto della sua intelligenza artificiale personale, dalle memorie di Luna e dei suoi familiari. Al netto di uno strepitoso tentativo di manomissione – uno dei risvolti più graffianti di questo volume – non ci sono risvegli fatati. Lucasinho, il sensuale e iperbolico protagonista del primo volume, il futuro della famiglia Corta se a scrivere Luna fosse un autore convenzionale, conferma il suo status di principessa da salvare, didamsell in distress. In Lucasinho c’è una giocosità e una dolcezza spensierata che forse potrà essere ricostruita tramite i chip proteici e le nuove connessioni neuronali del suo cervello, ma in lui non c’è né l’animo del politico né quello del guerriero. Lucasinho, l’erede di quel Armstrong inquieto e perfetto, rimane fallace e debole, salvato da una ragazzina, amato da una donna ben più ambiziosa e intelligente di lui, protetto da un padre che prova per lui un amore sconfinato ma mai espresso. Lucasinho è debole, dolce, umano, sconfitto, senza memoria, con un futuro vacillante: è lui il futuro della Luna, è lui il Corta migliore.

***

Luna Nuova è attualmente disponibile in due versioni: come volume singolo della collana Urania (ebook) o nella titan edition della Trilogia, che raggruppa in un unico volume i tre romanzi di Luna.
Questo articolo è apparso originariamente sul blog di Elisa, Gerundiopresente, dove trovate anche un’interessante intervista con Ian McDonald. 



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , , ,
Similar Posts
Latest Posts from Players