Sceneggiatore e regista, Fabio Guaglione è la mente che tira le fila del progetto Quarantine Prophets, un nuovo progetto tutto italiano che ha dato vita a un inedito universo narrativo che prende vita tra fumetti Panini e romanzi Harper Collins. E in futuro, chissà, magari su schermo. 


Ciao Fabio, piacere di fare la tua conoscenza, vuoi presentarti ai nostri lettori?

Uhm, difficile. Direi che sono un appassionato di ogni tipo di forma di narrazione e dei linguaggio che riescono a trasformarsi in emozioni. Ho lavorato a cortometraggi, lungometraggi, spot pubblicitari, romanzi, videoclip, fumetti, giochi in scatola… Negli ultimi anni ho scritto e diretto un film che forse avrete visto, Mine, assieme a Fabio Resinaro. Ho scritto e prodotto True Love e Ride. Ho scritto e pubblicato L’Accordo Perfetto e La Fondazione Immaginaria, assieme a Maurizio Temporin. Mi sono occupato della campagna pubblicitaria dello show di punta di Amazon Celebrity Hunted, creando e dirigendo i promo di entrambe le stagioni. E molte altre cose. Insomma, sono un bambino iperattivo.

Domanda di rito: come nasce il progetto Quarantine Prophets?

Quarantine Prophets è l’inizio di un progetto molto più ampio, in collaborazione con Panini Comics e HarperCollins, in cui sarà raccontato un universo di storie e personaggi interconnessi tra loro… anche se non abbiamo ancora svelato come. I primi due tasselli del mosaico sono quindi due volumi, il fumetto Epifania e il romanzo Futuro Fragile. L’idea alla base è semplice: un gruppo di persone viene deportato in una struttura di contenimento chiamata Il Pozzo, poiché pare abbiano contratto un virus che agisce sul cervello e genera allucinazioni. In realtà scopriamo che non si tratta di allucinazioni, ma di abilità che vengano slatentizzate: c’è chi è in grado di vedere il futuro, chi è in grado di vedere vite precedenti, chi invece può vedere un’altra parte del pianeta in quell’istante… sono dei visionari, insomma. Profeti. Così vengono chiamati. C’è chi vuole curarli, chi vuole trasformarli in armi, chi vuole fondare una religione su di loro. L’idea nasce dalla domanda: ehi, ma esiste una saga ambientata in un carcere che ospita una serie di individui dotati di poteri che potrebbero cambiare il mondo? La risposta ci è sembrata: no, e questo spunto di base ci permetterebbe di raccontare personaggi interessanti e in conflitto tra loro, ma il loro conflitto nel carcere può influenzare lo svolgersi degli eventi fuori…

Quarantine Prophets

Come è concepita la struttura crossmediale del progetto?

Al momento partiremo con una serie di volumi. Assieme a Panini Comics e Harper Collins al momento ne abbiamo annunciati 6, per tre saghe diverse che confluiranno in una unica. Quarantine Prophets è il primo titolo e seguiranno poi Carisma e Carnivalia. Uno degli aspetti su cui abbiamo puntato di più è il concetto di narrativa modulare. Ovvero, vorremmo che un lettore – di romanzi o fumetti – possa prendere e leggere qualsiasi volume potendo comprendere appieno la storia che sta leggendo senza dover essere costretto a comprare un altro volume. Se lo vorrà, potrà acquistare un altro fumetto o romanzo, e arricchire la sua conoscenza dell’universo narrativo, “muovendosi” all’interno di esso. Progressivamente, l’idea è di espandere le storie oltre i media dei fumetti e dei romanzi…

Anche la tua carriera è stata crossmediale: dopo il successo di Mine, già Ride ha avuto punti di contatto con altri media, tra cui il fumetto; poi i romanzi e ora Quarantine Prophets. Cosa ti ha spinto in questa direzione?

Sono sempre stato affascinato dall’idea di creare mondi, perdermici dentro, ed invitarci altre persone. Credo e spero che il deserto di Mine abbia la sua identità, e che sia diverso dal deserto di altri film. Mi piace semplicemente raccontare storie, e ogni media espressivo ha le sue caratteristiche peculiari per farti vivere un’esperienza diversa. Il mio scopo principale è sempre quello di far vivere delle esperienze a qualcun altro, in modi diversi. Inoltre, credo che il pubblico oggi si diverta a scegliere di seguire le gesta dei propri beniamini saltando da un media all’altro. Penso sia una naturale evoluzione dell’entertainment. Poi c’è anche un altro fattore… Si sviluppano centinaia di film e serie tv, ma solo pochi progetti arrivano al set, arrivano a essere reali. Quindi… quando scrivo un fumetto o un romanzo so che quello diventerà qualcosa di tangibile, che non avrà problemi di budget o slittamenti delle riprese … So che quella storia in qualche modo arriverà a qualcuno, di sicuro. Quei personaggi vivranno, prima sulle pagine e poi nella testa di qualcun altro. È una grande differenza per chi lavora in questo ambiente, fatto invece di costanti incertezze.

Qual è la tua storia col fumetto? Eri un lettore già da prima? E di che tipo?

Leggo fumetti da quando ho 5 anni. Anzi, ho imparato a leggere proprio sulle pagine di un numero de Il Giornalino e dell’Uomo Ragno. Ho divorato migliaia di albi americani, ho letto tantissimi manga e seguo tutt’ora la scena del fumetto italiano. I miei fumetti preferiti, ex aequo, sono Preacher e Berserk. Penso che Quarantine Prophets sia stato molto influenzato dall’opera omnia di Warren Ellis e dal Rising Stars e Supreme Power di Straczynski, oltre che ovviamente da X-Men e dai serial tv Lost e Prison Break. Inoltre, per i tipi di poteri dei profeti e per il modo in cui si scontrano tra di loro, soprattutto nel romanzo, direi che una delle influenze che si è aggiunta in corsa è Le Bizzarre Avventure Di Jojo

La sceneggiatura di Epifania, il fumetto Panini, è scritta a quattro mani da te e Luca Speranzoni, mentre sempre Luca è l’autore del romanzo HarperCollins, Futuro fragile: come avete gestito questa ripartizione del world building?

Abbiamo condiviso ogni dettaglio e ogni riflessione, sin dall’inizio. Volevamo creare un world building assolutamente coeso, a partire dal concept di base per poi arrivare a conoscere perfettamente ogni personaggio: chi è ? Che potere ha? Come funziona? Qual è il suo passato? Qual è il suo conflitto? Come si evolverà? Con quale personaggio si scontrerà e perché? Cosa lo aspetta fuori da Il Pozzo? Come il suo potere profetico potrebbe impattare sul mondo? Quindi c’è stato un lavoro strettissimo; abbiamo forgiato insieme ad esempio tutta la storia del romanzo, poi lui l’ha scritta e insieme abbiamo checkato che tutto fosse coerente con il resto del mondo che stiamo creando. Anche perché, nel romanzo sono presenti diversi personaggi che incontriamo nel fumetto… e viceversa.

Quali saranno le prossime tappe del progetto? Avete in mente altri media oltre a quelli cartacei?

Abbiamo tante cose in mente… bisogna vedere se qualche pazzo ci finanzierà! Scherzi a parte, sono piani a lunga gittata. Vedremo.

Quarantine Prophets

Parlare di pandemia durante una pandemia è particolarmente delicato: come ti sei approcciato ad affrontare questo argomento?

Ci tengo a precisare che il progetto è nato nel 2018, quando parole come “quarantena” erano davvero inconcepibili nella nostra quotidianità. Più volte ci siamo chiesti con Panini e Harper: stiamo raccontando qualcosa di cattivo gusto? Dovremmo fermarci? Poi però ci siamo detti: Quarantine Prophets non tratta davvero di una pandemia, il virus è solo una metafora per creare un’allegoria. Mentre in X-Men i mutanti rappresentano le minoranze e i diversi, i nostri profeti simboleggiano i visionari, persone che con le loro idee potrebbero cambiare il mondo ma che vengono inglobati e sfruttati dal sistema, e talvolta contrastati. Perché l’idea è il virus più potente, in grado di cambiare il mondo… ma non molti hanno l’interesse che l’assetto globale cambi.

Come mai avete deciso di ambientare le vicende di Quarantine Prophets in USA e non Italia?

Bella domanda. Prima di tutto, non è detto che non esistano altre strutture come Il Pozzo in altri continenti… Secondariamente, abbiamo cercato di diversificare le storie dell’universo narrativo e infatti, ad esempio, Carisma sarà ambientato in Italia. Abbiamo anche lavorato molto sulla plausibilità. Carisma, appunto, parla dello scontro tra scienza e fede nell’analisi dei casi di possessione demoniaca… e quindi è stato naturale, anzi molto più interessante, ambientarlo nel nostro paese.

Hai usato dei punti di riferimento particolari per la costruzione die personaggi protagonisti di Epifania?

Abbiamo cercato di lavorare moltissimo in termini simbolici e archetipici, in modo da creare una “banda” di personaggi in qualche modo familiari ma nuovi, sia per il loro carattere sia per il loro tipo di potere. Il riferimento principale è sicuramente Lost, che ha giocato con i characters in maniera esemplare. Già alla fine del primo volume, nel nostro piccolo, abbiamo la formazione di due fazioni in contrapposizione: c’è chi vuole evadere dal Pozzo, e chi dice: no, noi siamo qui per un motivo, e scopriremo presto qual è. Il Pozzo è come la nostra isola di Lost. Non sappiamo cosa sta succedendo là fuori, e come le azioni dei nostri personaggi influiscano sul mondo esteriore. Abbiamo lavorato molto per far sì che ogni personaggio porti anche un’opinione precisa su quello che sta succedendo dentro il Pozzo, e questo è ancora più chiaro nel romanzo, in cui abbiamo avuto molto più tempo narrativo per esplorare i dilemmi che una situazione del genere poterebbe. Perché le istituzioni in Quarantine Prophets non sono semplicemente “i cattivi”; bensì persone, aziende o stati costretti a prendere delle decisioni in un momento d’emergenza. Cosa fareste se esistesse un individuo in grado di far crollare la borsa solo facendo delle mosse finanziarie sulla base delle sue visioni sul futuro? Forse decidereste di non lasciarlo a piede libero, e di farci almeno una chiacchierata…

Negli Usa, l’industria cinematografica e seriale sta pescando spesso e proficuamente dal fumetto indipendente: in Italia non è ancora successo, come mai secondo te? Quarantine Prophets nasce anche con questa intenzione?

Il discorso è articolato. Io credo che le cose siano in un bel momento di transizione. Bonelli è diventata multimedia company e sta lavorando al film di Dampyr e alla serie animata di Dragonero. Conosciamo tutti lo straordinario successo di Strappare Lungo i Bordi. Dopo anni e anni di controversie, Diabolik è approdato nella sua forma live action. Credo che mano a mano si stia colmando il gap tra la classe dirigenziale nell’industria audiovisiva e la rappresentanza del mondo del fumetto. C’è sempre stato molto scetticismo verso la letteratura del fumetto, ma le cose stanno cambiando. O meglio, siamo in uno scenario in cui possono cambiare. Tutti i miei progetti nascono con l’intenzione di “dilagare” in altri media narrativi… Quarantine Prophets credo che, per diventare una serie tv, abbia bisogno di partner produttivi internazionali. Mentre invece Carisma… Non appena avremo i volumi pronti, lo sottoporrò subito all’attenzione di case di produzione e network italiani, chissà. To be continued.

Quarantine Prophets



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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