Mary Smith è una ragazzina di dieci anni caratterizzata da una vistosa zazzera rossiccia, che sta trascorrendo le vacanze presso la casa di campagna della vecchia zia. Un giorno però, dopo essersi imbattuta in una coppia di gatti ed un particolare fiore iridescente, scopre con grande sorpresa di essere in grado di volare su una scopa trovata vicino ad un albero, che la porta, suo malgrado, in un’altra dimensione dove è ubicata una scuola di magia. La direttrice dell’istituto, una strega molto potente, si interessa subito ai poteri della fanciulla che inizialmente resta affascinata da questo mondo alternativo: ben presto scoprirà che la scuola nasconde dei pericolosi segreti…

Impeccabile, ma derivativo. Ben fatto, ma poco coraggioso. Appassionante, ma ammantato da un senso di deja vù. Mary and the Witch’s Flower, trasposizione animata del romanzo per ragazzi The Little Broomstick della scrittrice britannica Mary Stewart ( pubblicato in Italia da Mondadori col titolo La piccola scopa), opera prima dello Studio Ponoc, creato da ex dipendenti dello Studio Ghibli, a cominciare dal regista Hiromasa Yonebayashi (che ha collaborato a Spirited Away, Howl’s Moving Castle, e Ponyo e ha diretto When Marnie Was There e The Secret World of Arrietty) sembra proprio NON volersi distaccare molto dalle opere della storica casa di produzione creata da Takahata & Miyazaki (che del resto l’hanno utilizzata sempre per fare i propri film, spesso “bruciando” talenti che avevano in casa, a cominciare da quel Mamoru Hosoda che ha trovato fama e fortuna non appena messo piede fuori dallo studio). A differenza di Hosoda però, che ha firmato a tempo di record una pazzesca serie di opere “di rottura” non solo con l’immaginario Ghibli ma anche con gran parte dell’animazione nipponica contemporanea, Hiromasa Yonebayashi, nonostante l’indipendenza acquisita, realizza un film che potrebbe essere stato realizzato anche negli ’70,’80,’90…senza particolari guizzi o spunti originali.

La dipendenza da Ghibli si vede persino nell’immagine di presentazione dello studio, che pare un rip-off del Totoro di miyazakiana memoria. Per il resto, se il parametro di riferimento è (e non potrebbe essere altrimenti) Kiky Delivery Service, Mary and the Witch’s Flower esce nettamente sconfitto: il classico di Miyazaki è uno straordinario affresco sull’adolescenza, la crescita e la maturazione, qui siamo in presenza “solo” di un bel film di avventura per ragazzi.

E’ curioso notare come Mary and the Witch’s Flower rappresenti sotto molti punti di vista un piccolo passo indietro per Hiromasa Yonebayashi, che aveva dimostrato maggiore coraggio e capacità di rischiare nelle sue precedenti pellicole (in particolare Marnie, sicuramente uno dei migliori Ghibli non miyazakiani mai realizzati). Lo stesso pubblico giapponese, sempre pronto ad accogliere a braccia aperte i film animati locali è rimasto un po’freddino nei confronti del progetto, elargendo incassi buoni ma non eccezionali e molto lontani dai livelli delle opere di Miyazaki, Hosoda e Makoto Shinkai.

Scarsa originalità a parte comunque, Mary and the Witch’s Flower è un’opera riuscita e gradevole. Visivamente è un gioia per gli occhi, con fondali ricchi di dettagli e animazioni di alto livello (ottima in questo senso la sequenza iniziale, ricca di effetti speciali e dotata di un ottimo ritmo che ricorda (again!) le migliori scene di Laputa e Nausicaa). Più abbozzati e privi di particolare carisma e personalità sono invece i personaggi, che richiamano pesantemente…vabbè, avete capito.

Mary and the Witch’s Flower può quindi costituire un ottimo surrogato per tutti gli orfani dello Studio Ghibli, di un certo chara/uso dei colori/tipologia di animazioni e resta una visione gradevole che offre 1he45 minuti di svago piacevolissimo. Detto ciò, da uno studio sulla carta così talentuoso bisogna pretendere più coraggio, voglia di osare e di staccarsi dalla pesante eredità dei padri celebri e nobili. Per Hiromasa Yonebayashi e gli altri membri del team insomma, è venuto il momento di camminare con le proprie gambe.

Mary and the Witch’s Flower sarà distribuito al cinema dal 14 al 20 giugno 2018.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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