Il 2019 è stato un ottimo anno per il cinema: tanti film di buona/ottima qualità, sale a volte strapiene (grazie quasi esclusivamente a Disney, va detto, che ha piazzato 7 film su 10 nella top ten degli incassi mondiali e tutti e 7 sopra al miliardo), la fine di due saghe storiche (l’MCU e Star Wars), ottimi musical (Aladdin e Rocketman) boom inattesi (Joker su tutti) e il ritorno di grandi maestri (Tarantino, Polanski, Scorsese, Soderberg) hanno caratterizzato un anno che, se non memorabile, potrà essere comunque ricordato con soddisfazione. Come al solito, come sempre oramai, il cinema italiano resta assente ingiustificato, sommerso da squallide commedie da due soldi (e che ne incassano uno) che però, finalmente, iniziano a stancare anche il pubblico. Un bellissimo film (l’unico che valesse davvero la pena) però l’ho citato, anche se i soldi per farlo li hanno messi i francesi e in Italia non l’ha visto praticamente nessuno. Come si diceva? Mala tempora currunt…
Ecco quindi i 20 film da non perdere tra quelli usciti quest’anno in Italia, quelli visibili in qualche kermesse o festival, arrivati da noi in ritardo o imminenti.

Parasite: Il miglior film del 2019 e uno dei migliori del decennio, nient’altro da aggiungere.

Portrait de la jeune fille en feu: Ovvero il film che i francesi si pentiranno amaramente di non aver candidato agli Oscar come miglior film straniero 2020, preferendogli il ben più banale Les Miserables. Due interpreti magistrali, per una storia tutta al femminile che lascia il segno. Esce a Natale.

Grazie a Dio: Ozon alterna sempre film incredibili ad altri eufemisticamente meno memorabili. Quest’anno è la volta di quello buono, che racconta la storia di alcune vittime di un prete pedofilo che si conoscono e riuniscono per denunciare lui e gli alti prelati che ne hanno coperto e insabbiato l’attività. Lontanissimo dai suoi canoni stilistici abituali, firma un film asciutto, impeccabile, coraggioso e stra-attuale che funziona alla perfezione anche grazie alla magistrale prova del cast (ed in particolare di Melvil Poupaud: la faccia che fa quando alla fine il figlio gli chiede se crede ancora in Dio è imperdibile). Bellissimo, anzi, necessario.

L’heure de la sortie/L’Ultima Ora: Assolutamente fuori parametro, un thriller angosciante e millenarista. Tutti bravissimi, finale da applausi (sembra didascalico, é perfettamente coerente).

The Farewell:La nonna/matriarca cinese ha tre mesi di vita e il resto della famiglia, sparpagliato per tutto il mondo, decide di non avvisarla della prognosi infausta e organizzare un finto matrimonio in Cina per avere l’occasione di salutarla per l’ultima volta. Tuttavia l’amata nipote fa resistenza e vuole vuotare il sacco…
Film di rara bellezza, assolutamente nella top 10 del 2019 (forse persino nella top 5, a oggi), che unisce commedia e dramma, spaziando dai rapporti familiari alla malattia, dalla riflessione intelligente sulle diversità etniche, di usi e costumi alla sacralità un po’ molesta delle “tradizioni”. Cast perfetto. Esce a inizio gennaio.

Marriage Story:Il Kramer contro Kramer dei giorni nostri, con una delle migliori coppie mai apparse di recente sul grande schermo. Driver è una certezza granitica da sempre, l’amata Scarlett è migliorata tantissimo negli ultimi anni e oggi è assolutamente credibile e perfetta per qualsiasi progetto. Tenete i fazzoletti a portata di mano, perchè si piange a fiumi (e la “famiglia” non ne esce proprio benissimo).

La famosa invasione degli orsi in Sicilia: in un mondo e un’Italia più giusta, questo GIOIELLO, avrebbe ottenuto lo stesso ampio riscontro economico che ebbe, molti anni fa, La Gabbianella e Il Gatto. Purtroppo, visto che al peggio non c’è mai fine, non è mai nemmeno entrato nella top ten dei film più visti. Avrebbe meritato anche di rappresentare l’Italia agli Oscar del prossimo anno o essere in corsa come miglior film animato in assoluto. E vabbè, in ogni caso è un titolo da recuperare ad ogni costo.

Balloon – Il Vento della Libertà: Anni ’70: una famiglia della DDR cerca di oltrepassare il confine con una mongolfiera fatta in casa per arrivare nell’Ovest, ma fallisce per poche centinaia di metri. Vorrebbero riprovare, ma sono braccati dalla Stasi…
Strepitoso mix di action/thriller e sociopolitica. Ricostruzione storica perfetta, attori in palla, regia assolutamente strepitosa.

Klaus: Il miglior film animato mai realizzato sul Natale e in assoluto uno dei migliori degli ultimi anni. Fresco, divertente, commovente e con una realizzazione tecnica in misto 2/3D da applausi. DEVE diventare un classico.

Jojo Rabbit: Promesse mantenute: CAPOLAVORO. Una satira politico sociale di straordinaria intelligenza. Fa morire dal ridere MA tra una risata e l’altra costruisce un film meravigliosamente pacifista e antimilitarista. Attori ultraterreni, Rockwell e Waititi in testa, Johansson oramai una garanzia, spettacolari i due ragazzini protagonisti. Onore a Waititi che ha avuto, in questi tempi a basso quoziente intellettivo, il coraggio di scrivere e dirigere un film così necessario. Dubito lo capiranno in molti, ma anche esticazzi.

The Peanuts Butter Falcon: Non amo particolarmente i film con protagonisti veri disabili o persone affette da sindrome di down (e men che meno quelli in cui attori “normali” li interpretano) perchè mi sembrano sempre vagamente ricattatori nei confronti del pubblico e strategicamente costruiti per piacere. Insinceri, insomma. Questo però è proprio da applausi in piedi, una bellissima favola moderna a-la-Marc Twain con protagonisti un piccolo gruppo di loser che trovano, per vie diverse, la strada del riscatto. Shia LaBeouf GIGANTESCO, oramai deve lavorare solo a questo tipo di produzioni e lasciar perdere Hollywood/franchise/etc., Zack Gottsagen sorprendente, Thomas Haden Church e John Dern umani e spassosi, Dakota Johnson amabile. Gran film, mi immagino le ovazioni ai vari Festival perchè è proprio una di quelle storie che ti colpiscono e alla fine ti lasciano col sorriso.

One Cut of the Dead: Una troupe scalcinata deve girare un film sugli zombie che poi arrivano davvero. Costato un pezzo di pane e un sorso d’acqua (ma poi ha incassato 1000 volte tanto, l’anno scorso è stato IL caso cinematografico in Giappone) è una sorta di manifesto programmatico per tutti quelli che fanno cinema con 100% passione e 0% risorse. I primi 40 minuti, girati senza stacchi o montaggio di sorta sono assolutamente eccezionali. Applausi.

The Irishman: E vabbè, poco da dire, questi film o li fa Scorsese o è meglio non farli perchè è impossibile raggiungere il suo livello. The Irishman è tra i suoi lavori migliori (quindi spettacolare) e dotato anche di un pizzico di ironia (la gag della vodka nel cocomero è geniale) e disincanto che lo rendono persin più attuale delle sue opere storiche. I soldi spesi si vedono tutti e credo che il 90% sia andato in CGI, visto che la tecnica del de-ageing è utilizzata in maniera massiccia, pure troppo per i miei gusti (probabilmente ci sono più effetti speciali qui che nei Marvel-movie, eh Martin?). Certo, è pure comprensibile che Netflix abbia inserito la funzione “velocità x 1.5”, perchè vederselo di fila è davvero estenuante, ma è il sunto di 40 anni di carriera: il Magnum Opus di un regista che ha fatto la Storia del cinema, anche se alcune sue dichiarazioni non le abbiamo del tutto condivise.

Burning: In Italia è uscito quest’anno e quindi possiamo inserire l’ennesimo capolavoro di una cinematografia, quella coreana, che continua anno dopo anno a stupire con film capaci di leggere il presente con straordinaria efficacia.

Border – Creature di Confine: Lei è una donna deforme che ha il dono di riconoscere il male annusandolo, lavora nella Polizia e cattura spacciatori e pedofili finchè un giorno non incontra un uomo, altrettanto deforme, che cambia completamente la sua vita…Film INCREDIBILE, sicuramente il più originale degli ultimi anni, con una sceneggiatura fantastica e una regia impeccabile. Loro straordinari, fosse solo per l’impegno a recitare con un makeup assurdo. Assolutamente memorabile.

Avengers: Endgame: citazione inevitabile per l’unico film nella storia del cinema capace di portare il tifo da stadio dentro le mura di una sala cinematografica (e contestualmente salvarla dall’estinzione da streaming).

Dolor Y Gloria: Il miglior Almodovar degli ultimi dieci anni, un amabile fiume di parole, amori e ricordi. Uso magistrale dei colori. Fantastico, per una volta, anche l’adattamento e il doppiaggio italiano.

Stan & Ollie: Non sono mai stato un grande amante dei biopic (per usare un eufemismo), ma questo è davvero ben fatto, divertente e amarissimo. Steve Coogan e John C. Reilly, specialmente il secondo, assolutamente incredibili. Avrebbe meritato qualche riconoscimento “ufficiale”, specie vista la qualità media dei film nominati agli ultimi GG/Oscar/etc.

Cena con delitto – Knives Out: godibilissimo whodunit con supercast che diverte e si diverte, roba che pure Agatha Christie avrebbe apprezzato (e decisamente migliore degli ultimi adattamenti e porting cinematografici dei classici della scrittrice). Non vedo l’ora che Craig molli finalmente Bond, in modo da poterlo rivedere a briglie sciolte.

Dio è donna e si chiama Petrunya: Esilarante dark comedy iconoclasta che irride maschilismo, tradizione religiosa e che presenta uno dei migliori personaggi femminili visti al cinema quest’anno. Incredibile che un film macedone si beva da solo tutta la produzione italiana degli ultimi 12 mesi, nevvero?

 

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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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