Chi è (era) la donna più potente del mondo?
Mercedes!
Chi è la donna più dispotica, cinica, priva di scrupoli e totalmente disinteressata agli altri che avete mai conosciuto?
Mercedes!
Chi è in fuga da tutto e da tutti?
Mercedes!

Se per Douglas Adams la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto è 42, nel mondo immaginato da Daniel Cuello potrebbe invece essere Mercedes. O perlomeno, lo sarebbe sicuramente per tutte le domande che riguardano crisi, devastazioni e tragedie sparse. Perché Mercedes, a quanto intuiamo, ha trascorso la sua vita occupandosi senza alcun scrupolo dei propri affari, preoccupandosi esclusivamente del proprio tornaconto personale.

Una vita di fama, gloria e ricchezza che si è sbriciolata in un istante, e che la costringe a una rocambolesca fuga.

Che sia davvero la regina del male, o che sia anche (ma non solo) una pedina, un ingranaggio in un macchinario più complesso e strutturato, non c’è dato saperlo con certezza. Una cosa però appare evidente seguendo il suo viaggio verso la libertà.

Mercedes è un personaggio più articolato di quanto possa apparire inizialmente. Lei si mette di impegno per dimostrarsi quasi sempre insopportabile, sembra cercare in ogni modo di spingere il lettore a pensare “che stronza, se l’è proprio cercata”, alla faccia del politically correct. Però, pagina dopo pagina, si notano piccoli particolari, si vedono gesti, si leggono frasi, si assiste a flashback che dimostrano come tra il bianco e il nero esistano tante sfumature da prendere in considerazione.

È questo uno degli elementi vincenti di Mercedes. Prendere una protagonista che all’apparenza tutti dovrebbero odiare e riuscire a renderla interessante. Raccontare un viaggio che non è solamente una rocambolesca fuga in cui gli eventi si susseguono ad alto ritmo, ma che è anche un modo per liberarsi dei propri fardelli, per portare (o riportare) a galla fragilità e paure. Un percorso tortuoso e accidentato, in cui di fianco a quella di Mercedes si intrecciano le esistenze di personaggi diversi che, pur nel loro ruolo di comprimari, risultano sempre essere ben caratterizzati e interessanti.

Arrivati all’ultima pagina, di fronte alla vignetta conclusiva, non mancano gli argomenti su cui riflettere. E permangono alcuni dubbi. Domande a cui ognuno può dare una risposta diversa. Una scelta precisa quella operata da Daniel Cuello, che come in Residenza Arcadia costruisce un’ambientazione fornendo solo alcune indicazioni di massima, dipingendone in maniera sfuocata i contorni e lasciando alcune zone d’ombra che possono essere riempite a piacimento dalla fantasia del lettore. Una narrazione snella, che non si perde mai in inutili “spiegoni” ma che riesce a unire un incedere serrato e ricco di eventi a una pienezza di contenuti. Il tutto accompagnato da uno stile di disegno che non eccede mai in eccessivi dettagli, ma che risulta tanto funzionale quanto piacevole da osservare. Colpiscono in particolare i volti dei personaggi, con pochi e semplici tratti d’espressione che trasportano su carta alla perfezione pensieri ed emozioni.

Mercedes è un gran fumetto, da leggere e poi rileggere per carpirne ogni segreto e per apprezzarne al meglio componente artistica. È un viaggio in compagnia di una testona rossa per cui magari non proveremo mai particolare affetto o simpatia, che però spinge a riflettere a volte con un sorriso sulle labbra, a volte con un velo di tristezza.

Merita infine una menzione speciale la variant cover del volume che vede Mercedes nei panni di una novella Super Mario. Ci siamo arrovellati diversi giorni sui motivi di tale rappresentazione, poi abbiamo realizzato che sarebbe bastato chiedere a Daniel Cuello in persona e questa è stata la sua risposta:

“La cover variant che avete visto in esclusiva per Lucca Comics “Super Mercedes World” l’avevo in testa come idea già dall’inizio. Oltre a “Super Mercedes World” avevo pensato anche altre varianti in cui Mercedes era all’interno di un videogioco, come la versione “Snake”.

Questo perché ho sempre visto Mercedes come il personaggio di un videogioco, con svariati ostacoli da superare e nemici da sconfiggere, in un crescendo di livelli sempre più difficili. Lei stessa lo dice, ad un certo punto della storia: “Non era nemmeno più per i soldi, né per il potere. Ormai era una scommessa. Un GIOCO.”
Per la versione “regular” del volume questa visione però era troppo distante dal tono più serio e drammatico che volevamo avesse la copertina, d’accordo con l’editore, ma quando è servita un’idea per la variant da portare a Lucca Comics -ECCOLA QUA!- ce l’avevo già”. Per ammirarla, non vi resta che scrollare ancora un poco.


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