Operazione U.N.C.L.E. : Bromance, glamour e gioco delle parti

Guy Ritchie a fare cinema si diverte come un pazzo.
A fare il suo cinema, s’intende: un genere stilosamente rock’n’roll, una commedia action spionistica sparata a cento all’ora e sbruffona, accessoriata di glamour sontuoso, split screen ammiccanti, accelerazioni di montaggio, giocosissime digressioni narrative, ralenti di tensione quasi pittorica (magnifico quello della lotta tra felci e pioggia, che richiama la fuga in Sherlock Holmes gioco di ombre).

Si diverte lui, si divertono i suoi attori (il trio Armie Hammer-Henry Cavill-Alicia Vikander è da bacio accademico, con il secondo finalmente calzante alla parte e meno ingessato del solito: altro che Superman); e ci divertiamo noi, ad assistere a questo gioco di ruoli, corruzione, love story dissimulate e interrotte, e maschere a doppio e triplo strato. Per non parlare della bromance dei nemiciamici, l’americano e il russo, il seduttore e la montagna, il ladro gentiluomo e il gigante buono: la strana coppia sullo schermo funziona che è una bellezza nella sua danza istrionica e stranita, e dunque accade che, finite due ore che scivolano come freschissima celluloide sui nostri occhi, ne vorremmo rigorosamente ancora.

Puntualizziamo: i patti, in ogni caso, sono chiari fin dal primo minuto; in quest’adattamento dalla serie tv britannica anni ’60 non ci si può aspettare altro che un glorioso contenitore di lusso, dall’impeccabile tessitura, dal meccanismo oliato e perfetto, dove tutto è al suo posto in maniera quasi maniacale.

Non si può insomma pretendere una qualche sonda arditamente ferrata sul contesto storico e geopolitico, o uno spessore sui caratteri (la femme fatale, per dirne uno) che vada oltre la misura di un’unghia o un modello simpaticamente schematico (l’Italia, più che cartolina, è cartoon). Ma è questo che si propone di essere, Operazione U.N.C.L.E., per certi versi pilot (!) cinematografico di quello che potrebbe diventare il secondo, ispirato franchise del regista. Ebbene, speriamo che gli incassi – per ora discreti – al botteghino americano permettano a Ritchie & co. di regalarci una seconda avventura di questi novelli James Bond prendi-due-paghi-uno.