La notevole intraprendenza europea, non sempre accompagnata dal successo intercontinentale, andrà esaurendosi negli anni successivi, incapace di confrontarsi con i mezzi tecnologici di Hollywood, che indurranno molti registi ad emigrare in cerca di fama. Rimangono però alla memoria del cinema certe splendide intuizioni dovute ad una sensibilità letteraria e artistica molto differente, che rifuggiva gli schemi del blockbuster e che saprà inventare ancora qualche bellissimo eroe romantico.

Uno di questi personaggi, davvero unico nella sua caratterizzazione, è la conturbante, sfacciata e bellissima Barbarella (ITA/FRA, 1968), interpretata da Jane Fonda nel film di Vadim. Il regista, che ebbe la grande fortuna di aver lavorato con le più belle muse del tempo, tra cui Brigitte Bardot e Catherine Deneuve, riversa nel tema fantascientifico la sua innegabile abilità nel tratteggiare sceneggiature erotiche soft, riducendo ad un mero pretesto la storia di alieni e improbabili macchine a scopo riproduttivo con cui si confronta l’eroina. Jane Fonda è splendida e seducente è rimarrà a lungo un emblema del gentil sesso a cavallo degli anni dell’emancipazione, che modificheranno presto e radicalmente l’immaginario collettivo della donna ideale.

Viaggio allucinante

Nel frattempo la seconda metà degli anni sessanta vede ritornare alla ribalta il miglior cinema americano, con poche ma fondamentali pellicole, che lasceranno un segno talmente indelebile da far dire ad alcuni critici che la fantascienza moderna sia nata proprio in questo periodo.
Il celebre Fleischer, non pago del grande successo del suo 2000 leghe sotto i mari, ritorna alla fantascienza proponendoci Viaggio allucinante (USA, 1965), improbabile esperimento di miniaturizzazione che anticipa certi aspetti della nanochirurgia moderna, e che suscitò tanto stupore da venire successivamente citato in numerose produzioni televisive e multimediali (forse la più famosa è il videogame Microcosm di Commodore).

Il film di Reischer è il massimo tributo ad una tematica ormai storica e cara al pubblico, ma costituisce forse l’ultimo esempio di un metodo di fare cinema che verrà soppiantato dalle nuove leggi del marketing. E’ in questo periodo che nasce la proficua collaborazione fra cinema e comics, che porterà sugli schermi quasi tutti gli eroi invincibili dei fumetti Marvel e DC Comics.

Il primo esempio di questa rivoluzionaria macchina da soldi è Batman (USA, 1966) di Martinson, in realtà poco più che un adattamento della serie tevisiva. Un prodotto molto ingenuo che richiama le origini cartacee facendo uso di appositi baloon per descrivere gli effetti sonori delle scene. Seppure Batman possa far sorridere il pubblico odierno, l’idea era in realtà molto efficace ed ebbe un ottimo successo di pubblico, contribuendo a convincere le case produttrici ad investire in quello che si rivelerà un inesauribile mercato di idee e di personaggi indimenticabili.

Ma questa non è che l’anticipo di una rivoluzione in seno ad Hollywood.
Alla fine degli anni sessanta le major smettono di inseguire gli umori della gente nel tentativo di capire che cosa vuole vedere, provando invece indirizzare i gusti secondo la propria volontà e secondo una pianificazione precisa.
Uno studio attento a livello di marketing trasforma la macchina cinematografica in fabbrica per saghe. Questo significa che i seguiti cinematografici non dipendono più solo dal successo dell’originale, ma sono preventivati e scenografati dall’inizio, anche nel numero e nell’anno previsto di distribuzione.

Il pianeta delle scimmie

La madre di tutte le saghe moderne viene studiata a tavolino in uno studio californiano ed affidata alla collaborazione dei registi Schaffner e Cooper. Stiamo parlando naturalmente de Il pianeta delle scimmie (USA, 1968) e dei suoi quattro seguiti. Questo film costituì un vero salto generazionale per la qualità dei costumi e dei trucchi applicati agli attori travestiti da scimmie intelligenti. Il livello del lavoro dell’equipe dei truccatori è talmente elevato che neppure il brutto remake di Burton che giungerà trenta anni più tardi si rivelerà inferiore anche sotto questo punto di vista.

Ma Il pianeta delle scimmie non è solo effetti speciali, è soprattutto una pellicola meravigliosamente realizzata, con paesaggi splendidi ed evocativi, immagini irripetibili, una trama originale ed un ritmo narrativo dosato e coinvolgente: insomma un vero capolavoro. I successivi seguiti, tra cui L’altra faccia del pianeta delle scimmie di solo un anno più tardi, sapranno essere all’altezza del capostipite, avvenimento questo certo destinato a non diventare un trend in futuro. E dal giorno della prima il genere fantascientifico non è davvero stato più lo stesso.

Il merito di far raggiungere alla fantascienza la maturità artistica va però condiviso con un’altra immortale opera d’arte che uscirà nelle sale lo stesso anno. Fortemente voluto dal suo regista Kubrick, 2001 odissea nello spazio (USA, 1968)arrivò a sconvolgere le platee per il realismo con cui descriveva la vita degli astronauti sulla base stellare e per le numerose immagini immortali (si ricordi la battaglia delle scimmie ad inizio del film ed il feto del superessere in chiusura).

2001 odissea nello spazio

Questa pellicola mostrava per la prima volta a quali condizioni fisiche e dinamiche sono effettivamente soggette cose e persone navigando nello spazio. Addirittura venne ricreato il silenzio assoluto che regna nel vuoto, una scelta di realismo mai più ripetuta da alcun regista successivamente. Ma è soprattutto la straordinaria caratterizzazione del complesso sistema auto-consapevole HAL che ci fa ammutolire di rispetto. Ed è in effetti con la consapevolezza che ogni cosa sia stata ormai scritta a proposito di questo fondamentale tassello della storia del cinema che rinuncio ad aggiungere concetti retorici e mi accingo chiudere il sipario su una decade di sogni meravigliosi e romantiche follie.

Il prossimo passo che faremo ci porterà nell’epoca delle favole spaziali, alla riscoperta, chissà, della forza che risiede dentro di noi….

 

Il viaggio nel cinema cult di fantascienza

01. Gli esordi nel fantastico

02. 1950-1960 La prima golden age

03. Il monopolio americano

04. Il grande rinnovamento europeo



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