Dark Universe: prepariamoci a sentire spesso questa parola al cinema, nei prossimi anni. Invidiosa degli “universi” Marvel/Disney e DC/Warner, Universal, che peraltro già da sola possiede brand importanti e lucrativi (Jurassic qualcosa, 50 sfumature di eccetera, Fast & Furious millemila, Minions e compagnia bella) ha deciso che oggi una casa di produzione cinematografica non va da nessuna parte senza un ecosistema di pellicole legate tra di loro. Non ci sono i supereroi? Nessun problema, basta sopperire a questa mancanza coi Mostri che rappresentano una parte importante della storia della Casa, anche se risalente a mezzo secolo fa. Ecco quindi pronto uno sterminato elenco di pellicole che nei prossimi anni ri-porterà al cinema Frankenstein e signora, Il gobbo di Notredame, L’uomo invisibile, Il fantasma dell’Opera e altri nomi noti del panorama fantastico, con niente meno che il Dottor Jekill/Hyde (interpretato da Russell Crowe) a fare da Nick Fury/Batman della situazione.

Purtroppo però il primo film della saga, La Mummia, è un disastro sotto ogni punto di vista.

La storia inizia in Mesopotamia, dove la malvagia principessa egizia Ahmanet (Sofia Boutella) viene sepolta viva nelle profondità del deserto come punizione per aver sterminato la propria famiglia. Duemila anni dopo la sua tomba viene scoperta, disotterrata e aperta accidentalmente da Nick Morton (Tom Cruise), un soldato col vizio dell’esplorazione e del contrabbando di reperti antichi, che diventa bersaglio di una maledizione che rischia di mettere in pericolo l’intera umanità. Nick, aiutato da Jenny Halsey (Annabelle Wallis), una archeologa e studiosa del misterioso team di Dr. Henry Jekyll, che veglia sulle sorti del genere umano, cerca di venire a capo della situazione…

Ogni leggenda prima o poi trova il modo di essere smentita. Dopo aver visto La Mummia, ad esempio, non si potrà più raccontare in giro che Tom Cruise sia abilissimo a scegliersi gli script da interpretare. La sceneggiatura di David Koepp, Christopher McQuarrie e Dylan Kussman, è infatti talmente patetica, risibile e imbarazzante, che sembra incredibile sia riuscita a ricevere il via libera per trasformarsi in un film fatto e finito, che Cruise interpreta malissimo e Alex Kurtzman dirige senza il benchè minimo guizzo creativo.

La Mummia è un catastrofico mischione di almeno sei o sette generi, passando senza logica dall’avventuroso al fantasy, dall’action all’horror. Dichiarato remake del classico del 1932, ammicca dichiaratamente a mille altri padri nobili (più o meno..), da Indiana Jones (ovviamente) a National Treasure, alla non-più-nuova-trilogia de La Mummia (che lanciò come star degli action avventurosi, anche se per breve tempo, il simpatico Brandan Fraser ed il cui primo capitolo era mille volte migliore di questa assurda boiata), senza però avvicinarsi nemmeno lontanamente all’ironia, verve, brio ed efficacia di alcuna delle pellicole citate.

Il personaggio di Nick Morton è uno degli “eroi” meno credibili visti al cinema da un bel po’ di tempo a questa parte. Cruise cerca di essere autoironico e carismatico, ma vuoi per le atroci battute affidategli dagli sceneggiatori, vuoi perchè lui stesso non pare molto convinto di quello che si trova a fare sullo schermo (in certi momenti sembra Ethan Hunt, in altri il clone scemo di Indiana Jones), fallisce entrambi gli obiettivi. Alex Kurtzman non trova mai il registro giusto da seguire: quando si sforza di essere comico o ironico (come nella scena del bagno femminile con Cruise che parla con il suo amico “spirito”) sbaglia tempi e battute, laddove vorrebbe e dovrebbe far crescere la suspense, sfutta linguaggi, situazioni, temi e registri talmente primitivi, obsoleti e prevedibili da perdere la sfida anche con l’originale di ottant’anni fa. Lo stesso Crowe/Jekill/Hyde è l’unico elemento abbastanza godibile del film, ma confinato in una parte secondaria e presentato ed inserito troppo forzatamente nella storia.

Il numero di plot hole, incongruenze e momenti “WTF”, con personaggi che appaiono e scompaiono senza un motivo preciso non è oggettivamente quantificabile: per due ore nessuno agisce seguendo la benchè minima logica e il vuoto pneumatico della sceneggiatura prova inutilmente ad essere coperto dal fastidioso rumore di fondo composto da sequenze action mal coreografate e prevedibili, effetti speciali spesso dozzinali e spiegoni interminabili.

Universal voleva fare un film coi mostri orribili e le è venuto fuori orribilmente mostruoso. Come inizio (non) c’è male.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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