L’influenza del fumetto nell’editoria moderna è sotto gli occhi di tutti: basta fare due passi in una libreria per accorgersi dello spazio guadagnato da manga e graphic novel, ma anche solo buttare un occhio alle classifiche di vendita o imbattersi in editoriali di prestigiosi quotidiani internazionali dedicati al fenomeno del momento. Fino a una trentina di anni fa però non era così: i fumetti erano relegati a qualche angolo delle edicola, pubblicati in albetti economici e mi ricordo ancora lo stupore di fronte alle prime raccolte cartonate pubblicate da (credo) l’allora Marvel Italia. La crescente popolarità del fumetto ha portato alla comparsa di edizioni sempre più curate e oggi tra le Deluxe Edition (il primo numero di Berserk ha scalato le classifiche di varia), omnibus e raccolte varie i collezionisti possono sfoggiare volumi di notevole fattura nelle proprie librerie. La celebrazione definitiva però è arrivata l’ingresso nel catalogo di The Folio Society, storica casa editrice londinese che propone edizione di pregio di volumi classici e che negli ultimi anni ha incluso tra le proprie pubblicazioni alcune raccolte dedicate alle epoche Marvel e ad alcuni dei suoi personaggi più celebri. Con Black Panther: A Nation Under Our Feet, però, si entra però in tutt’altro territorio.
Ho già parlato su queste pagine del volume di Folio Society dedicato a Capitan America: si tratta di un’antologia di qualità altissima che include alcune delle storie più importanti del personaggio, precedute da un’autorevolissima prefazione di Roy Thomas, con allegato una riproduzione anastatica del primo numero di Captain America del 1941. Il volume incarna una celebrazione del personaggio, come già fatto per la storia Marvel con le tre antologie pubblicate in precedenza (The Golden Age, The SIlver Age e The Bronze Age) a cui sono seguite operazione analoghe dedicate ad altri capisaldi della Casa delle Idee: Thor, Spider-Man, Hulk e il recentissimo volume del Dr. Strange. Con Black Panther invece Folio intraprende un percorso del tutto diverso.
A Nation Under Our Feet racchiude il primo ciclo di storie del re del Wakanda scritte da Ta-Nehisi Cohates nel 2016: niente antologie o voli panoramici sulla storia di un personaggio, ma un ciclo di storie piuttosto recenti raccolte in volume. Si tratta di una formula piuttosto diffusa, le storie Marvel di solito sono pensate a gruppi di sei albetti di modo da poter essere ripubblicate in diversi formati. Mai prima d’ora però la collaborazione con Folio si era estesa a questo tipo di operazioni e mai prima d’ora un ciclo di storie recenti aveva goduto di un’edizione così lussuosa.
Perché sia toccato a Black Panther e a Ta-Nehisi Coates è facile da intuire. Il personaggio ho goduto di una grossa esposizione di recente grazie alle trasposizioni cinematografiche nel MCU, mentre l’autore è uno scrittore e giornalista, molto conosciuto nel mondo anglosassone, prestato ai fumetti (dove si è trovato bene, visto che è poi passato a sceneggiare Captain America). Non si può ancora parlare di classico per il suo ciclo su Black Panther, ma senza dubbio il suo nome è di sicuro richiamo tanto per gli amanti dei fumetti quanto per gli appassionati di letteratura a cui Folio si rivolge: giornalista di lungo corso per diverse testate, tra cui il Time, la popolarità di Ta-Nehisi Coates cresce grazie a una serie di reportage scritti per The Atlantic in cui esplora il tema della discriminazione della popolazione afro-americana. Con il saggio Between the World and Me, una lettera aperta a suo figlio sulle discriminazioni che dovrà sopportare per il colore della pelle, vince il National Book Award e sfiora il Pulitzer.
L’arrivo di Coates su una testata regolare Marvel è stato di notevole impatto, soprattutto negli Stati Uniti dove i comics sono da anni al centro del bersaglio di lettori e commentatori di estrema destra (il Comicsgate è il brodo da cui nasce buona parte di un certo approccio politico odierno, ma questa è un’altra storia). Affidare dunque il personaggio nero più rappresentativo della propria gallery a uno scrittore impegnato da sempre sul tema del razzismo e della discriminazione è stata una mossa molto forte da parte di Marvel. In questo senso, mi è piaciuta moltissima l’introduzione al volume Folio firmata da Walter Mosley (romanziere, saggista, sceneggiatore e appassionato di fumetti da lunga data) in cui viene rievocato dall’autore il primo incontro con Fantastic Four #52, albo d’esordio di Black Panther e primo momento in cui Mosley da giovane afro-americano ha trovato rappresentazione nei fumetti di supereroi, paragonandolo per rilievo e portata al ruolo avuto da Coates nella gestione del personaggi.
Nei cinque anni in cui Ta-Nehisi Coates ha scritto Black Panther, di cui A Nation Under Our Feet rappresenta i primi dodici mesi di storie, le sceneggiature hanno scavato il rapporto dei wakandiani (e dunque per allegoria dell’umanità tutta) con la tirannia. T’Challa è re del Wakanda per diritto di sangue, ma cosa succederebbe se i suoi sudditi non lo ritenessero più degno? Cosa porta i wakandiani a sacrificare la libertà cedendo le loro sorti nelle mani di un sovrano, seppure eccezionale? Lo scenario che si trova affrontare Black Panther già nei primi numeri della gestione Coates è quello di un Wakanda diviso, in cui i nemici arrivano tanto dall’esterno, per colpa di una situazione geopolitica complessa che pone a rischio i confini del Wakanda, quanto dall’interno sotto forma di rivolte popolari e organizzazioni pronte a ribaltare il regime monarchico.
A supporto di Coates nel corso del volume troviamo principalmente tre artisti, Brian Stelfreeze, Chris Sprouse e Karl Story che si passano il testimone tra layout, matite e inchiostri. Ad amalgamare il risultato finale ci pensano i fantastici colori di Laura Martin: si tende a sottovalutare sempre il ruolo dei coloristi nel fumetto moderno, ma l’edizione Folio in questo senso è perfetta per apprezzarne la qualità e misurarne l’efficacia nella riuscita di una storia.
La qualità del volume Folio è stupefacente a tutto tondo. La carta laminata riproduce in maniera perfetta linee e colori e la sua grammatura, decisamente superiore a quella a cui sono abituati i lettori di fumetti, restituisce una sensazione di fisicità e prestigio particolarmente soddisfacente. Il volume è presentato all’interno di un solido cofanetto di cartone nero opaco, intarsiato con inserti metalicci viola che riproducono motivi tipici dell’iconografia wakandiana. All’interno, il libro presenta una copertina nera in simil pelle su cui è intarsiata la sagoma di Black Panther, da cui spiccano in bianco i dettagli della collana e degli occhi.
Black Panther: A Nation Under Our Feet è senza dubbio, in termini di qualità dell’oggetto libro, la migliore raccolta di storie Marvel su cui abbia mai messo le mani. Tutto è di qualità eccelsa, dalla carta alla copertina senza trascurare il cofanetto; lo stesso si può dire per la cura editoriale: le storie sono precedute dalle rispettive copertine, l’introduzione è breve, ma decisamente efficace, e persino la doppia pagina iniziale dei credit è graficamente curatissima. Certo si tratta di un volume destinato ai collezionisti, che ricade in una fascia di prezzo, alta, ma in linea con i materiali utilizzati, e che ristampa storie disponibili per tutti anche in formati più economici: la speranza è che si tratti solo della prima raccolta di storie Marvel proposta da Folio inquesto formato e che altre ne possano seguire nei prossimi mesi. L’elenco di storie che gioverebbe di questo incredbile trattamento tecnico è praticamente infinito.
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