Una bancarella di libri e fumetti

La nave morta

Un teschio con le lettere W e M intorno alla cavità oculare a formare la scritta WOM, casa editrice del romanzo La nave morta di cui l'illustrazione è copertina.

La Nave Morta è il libro più bello che leggerete questa estate senza averne mai sentito parlare prima (di leggere questo articolo). Bisogna iniziare però dal suo autore: B. Traven. Mai sentito? Tranquilli, siete in buona compagnia. Bruno (?) Traven è uno pseudonimo. Le persone che davvero hanno conosciuto l’uomo, la donna, o gli uomini e le donne che vi si sono celati dietro probabilmente si contano sulla dita di una mano: per lo più agenti incaricati dall’autore di trattare i diritti dei suoi romanzi e dei film ispirati. Già, perché da un suo libro del 1927 è stato tratto Il tesoro della Sierra Madre, vincitore di un Oscar. Da allora, le teorie sulla sua identità si sprecano: Ret Marut, scrittore e giornalista anarchico tedesco? Otto Feige, a sua volta forse alter ego di Ret Marut? Traven Torsvan, fotografo e studioso della storia sudamericana, vissuto in Messico a inizio ‘900? O, perchè no?!, Esperanza López Mateos, sorella del presidente del Messico, luogo in cui Traven si faceva spedire i diritti d’autore, nonché traduttrice di otto libri del misterioso scrittore? Qualcuno azzarda persino che dietro Traven ci sia Jack London. Ciò che sappiamo di sicuro è che La Nave Morta è stato pubblicato nel 1926, in Germania, e nel decennio successivo riscritto in inglese. Protagonista del romanzo è Gerald Gale, marinaio statunitense che ritorna più volte negli scritti di Traven. Gale, marinaio, si attarda in un porto belga durante una sosta, felice di farsi fregare l’anticipo della paga da una signorina disposta a fargli compagnia per pagare le cure della madre. Al risveglio però Gale si trova a terra, con la nave al largo e nessun documento in tasca: in pratica un apolide, ospite non desiderato sballottato per mezza Europa fino a trovare un impego su una nave misteriosa, coinvolta in traffici poco chiari, forse destinata solo a divenire un rimborso assicurativo per l’armatore. Difficile affermare con certezza di cosa La Nave Morta sia metafora letteraria. Che sia traslitterazione del capitalismo che in quell’epoca innestava la marcia più alta ai suoi inquinanti motori, un attacco alla natura burocratica della nostra società che assoggetta l’esistenza dell’individuo al possesso di un foglio di carta (le storie sull’identità di Traven parlano quasi tutte di un documento ottenuto beffando le autorità) o semplice e sarcastica avventura marinaresca, La Nave Morta è una lettura che trascina in un gorgo di flutti, amari, eppure mai privi di ironia. Il recupero di WoM Edizioni è da applausi, la cover col teschio e la particolarità dell’occhio bucato che riprende il dettaglio dell’illustrazione accolta nell’aletta è invece da standing ovation. 

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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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