Una bancarella di libri e fumetti

Do a PowerBomb

Illustrazione di un wrestler in vola che si sta per schiantare su un altro avversario nel ring, copertina di Do a PowerBomb

E anche questo mese riesco a parlare di wrestling. Dopo The Ringmaster e Omnilith, in questa occasione è Do a PowerBomb di Daniel Warren Johnson a riportarci tra le corde del ring, ma anche negli spogliatoi, oltre le transenne, nelle palestre di periferia e nei palazzetti gremiti, ovunque la disciplina sia disposta a mettere in scena il proprio spettacolo itinerante. L’incontro di DWJ col wrestling è stato tardivo, ma folgorante: lo racconta lui stesso nell’introduzione del volume, ritornando alle notti in bianco con la figlia appena nata in braccio davanti alla luce bianca della tv. Conquistato dal dramma shakespeariano che i lottatori inseguono tra le corde, risolvendo le diatribe con suplex e voli dal paletto, Warren Johnson si è immerso completamente nella storia del wrestling, recuperando in pochissimo tempo decine d’anni di faide, incontri, duelli televisivi e personalità larger than life, per dirla come i telecronisti americani. A quel punto, DWJ ha semplicemente fatto ciò che fa di solito in questi casi: ha riversato su pagine e pagine di disegni la passione che l’ha divorato per mesi e mesi trasformandola in un fumetto. Era successo lo stesso con Murder Falcon, celebrazione a fumetti della passione per il metal del suo autore, ma in questa occasione lo stupore per la quantità di riferimenti è amplificato dalla consapevolezza che sono frutto di una passione nata solamente tre o quattro anni prima, durante i quali Warren Johnson non ha certo smesso né di disegnare né di scrivere né di suonare. Dopo essersi immerso in ogni incarnazione e declinazione del wrestling, dal poruresu giapponese alla lucha messicana senza trascurare la decennale storia della WWE né la neonata AEW, ha rielaborato tutte le nozioni acquisite in un fumetto autoprodotto attraverso Image. Le caratteristiche sono quelle tipiche dei lavori creator owned di Warren Johnson, opere come Murder Falcon concepite in primo luogo per divertire chi le realizza. L’entusiasmo per la disciplina esplode nelle figure plastiche che guizzano sulla tavola, cristallizzate all’apice di mosse spettacolari e dolorose. Tra multiverso e shonen (il manga è un’altra grande passione e fonte di ispirazione per DWJ), Do a PowerBomb porta un misterioso (?) luchador mascherato e una giovanissima wrestler, rimasta orfana della madre sul ring, a fare coppia sul tabellone di un esagerato torneo interdimensionale organizzato da un potente negromante con i palio la possibilità di resuscitare chiunque. Libero dai gioghi editoriali delle major, Warrenn Johnson scatena senza riserve tutto il suo talento, confezionando un volume che gronda passione da ogni pagina e sorprende per la spettacolarità di ogni singola tavola. Lo stile ruvido e graffiante si presta benissimo alla resa della dinamicità dei lottatori tra le corde, mentre nelle sue raffigurazioni plastiche moonsalt e suplex diventano manovre che lanciano gli atleti verso il tetto dei palazzetti o inarcano gli angoli del quadrato per la potenza degli impatti. Quando è ben scritto, il wrestling è una versione ipertrofica del romanzo d’appendice e Warrenn Johnson ha saputo coglierne alla perfezione lo spirito. 

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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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