Una bancarella di libri e fumetti

Leviathan Verse

Le tre copertine dei primi fumetti del Leviathanverse.

Questa rubrica è sempre un’ottima occasione per me per scoprire nuove realtà editoriali come Leviathan Labs, casa editrice che pubblica fumetti e che a maggio ha fondato il proprio primo universo narrativo condiviso: il Leviathanverse. Le (prime?) tre serie a comporre questo affresco sono The Black Bat, Baron Savitch e Iron Ace. Nella pagina dei credits di ogni albo c’è un rimando al creatore originale dei personaggi, nati come figure pulp della golden age del fumetto: ammetto che per un momento mi sono chiesto se questa fosse un’informazione vera, o una suggestione, poi ho controllato (e sì, esistono tutti e suppongo nel frattempo sia scaduo il copyright, ma lo scrivo in bianco così se preferite vi evitate lo spoiler). Ho iniziato la lettura da The Black Bat, ovviamente suggestionato dall’assonanza con un certo eroe DC Comics, ma quello che mi sono trovato davanti è stato un ottimo punto di ingresso nell’universo Leviathan. Tra la tre, è senza dubbio la serie più urbana e dark. Attraverso le voci dell’atmosfera cittadina però si inizia a percepire la presenza di uno scenario più grande all’esterno, attraversato da una pandemia, dalle tensioni da guerra fredda e dai timori di una nuova invasione aliena. Con Baron Savitch invece ci spostiamo a Mosca, dove la mente di un detective è stata trasportata nel corpo di un robot, rendendolo infallibile. Nel cuore dell’epidemia di funghi killer che si sta rapidamente espandendo al resto del mondo, Savitch indaga su un delitto le cui radici affondano nei misteri di una società modello forse solo all’apparenza. Da quanto si può ricavare da queste prime pagine, il ruolo degli eroi è stato fondamentale nella lotta con l’invasore alieno e la ricompensa è stata il riconoscimento delle autorità nazionali, che hanno elevato i propri eroi a difensori della patria. Nel contesto di questo stimolante scenario, dopo crime e fantascienza Iron Ace ci porta in territori più fantasy, dialogando tanto col mito di Re Artù quanto con la space opera alla Dune. Il livello qualitativo generale è alto, forse con qualche calo nel comparto grafico qua e là un po’ acerbo. Nel complesso però i tre albi si presentano ottimamente, anche dal punto di vista della cura editoriale e dei materiali usati: la sensazione a prima vista è quella di avere in mano un albo qualitativamente equiparabile a quelli dei grandi editori indie americani, ma stampato su carta migliore e con una copertina solida. Più in generale il progetto ha goduto di un’ottima curatela, che si esprime anche attraverso il design che accomuna la parte superiore delle copertine con nostalgici cornerbox e un’attenzione notevole a livello di coordinamento editoriale tra le testate. The Black Bat, Baron Savitch e Iron Ace seguono ciascuna una traiettoria differente, ma sono i piccoli riferimenti indiretti sparsi tra le pagine a far percepire l’appartenenza delle tre vicende a un unico mondo interconnesso e stimolante. Sono molto curioso di leggere i prossimi numeri e capire se e come le diverse trame andranno a intersecarsi. 

Link Leviathan Labs.

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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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