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Stiamo coprendo The Nevers settimanalmente. Qui trovate la recensione del pilot, qui quella del secondo episodio. Attenzione: SPOILER 

Ho un debole per i cold open di The Nevers e finora questo è sicuramente il più spassoso. La carica da comedy dei primi cinque minuti, oltre che divertire, rinsalda il legame tra Penance e Amalia, ma allo stesso tempo apre un canale di comunicazione tra le due e Bonfire che per la prima volta ha modo di essere testimone di un legame basato sulla lealtà. È anche un momento in cui vediamo per la prima volta Amalia cercare di perdere volontariamente il controllo e stordirsi non attaccando briga in qualche bettola, ma grazie a una liberatoria boccata di oppio che per altro ha reso Penance ancora più tenera nei suoi confronti. 

E Amalia è il vero centro della serie, non solo perché, nonostante il cast esteso e la vocazione corale dello show, è chiaramente lei la protagonista. La storia di The Nevers finora ci ha presentato un mistero, l’astronave angelo che ha solcato i cieli di Londra spargendo spore di poteri inusuali, e diversi segreti. Ogni personaggio ne custodisce almeno uno, di varia natura, e ogni segreto è a sua volta arma di ricatto, moneta di scambio, motore per strategizzare un disegno più ampio rispetto a quello che ci veine mostrato. Amalia è sì toccata dall’essenza misteriosa, senz’altro possiede un armamentario di segreti, ma è anche un enigma. E finora il più affascinante.

Lavinia Bidlow l’ha scelta per dirigere il suo orfanotrofio, ma ormai abbiamo capito che la ricca signora soppesa minuziosamente ogni sua scelta. Il fatto che Amalia abbia un temperamento interventista che la porta spesso a cercare una lotta, in cui è comunque abilissima, è più un aspetto che la qualificherebbe come braccio destro, piuttosto che come capo. 

Lord Massen è intrigato da Amalia, come donna e soprattutto come avversario, ma esattamente come Swan e Mundi, ha ampiamente intuito che il turn della giovane vedova è solo uno degli elementi caratterizzanti della donna, e forse neanche il più pericoloso. A questo punto, a noi spettatori viene chiesto di stare al gioco invitati come siamo a una sorta di esercizio di detection.

La frase “This isn’t my face” detta da Amalia nel pilot si lega a tante altre stranezze e conversazioni sibilline. Maladie nel secondo episodio indica più volte la sua ex amica come “The woman who sheds her skin“, espressione che la stessa Amalia non comprende. In questo episodio Amalia afferma di conoscere cose che non dovrebbe sapere, ma è come se non si riferisse al suo turn. Nel precedente episodio afferma anche “I’m not from here” e la sensazione è che non si riferisse a Londra. Le teorie intorno al personaggio fioriscono (ne ho riportate alcune nelle note), ma al di là della caccia all’indizio, anche se alla fine fossero tutti red herrings, quello di Amalia è il personaggio che più di ogni altro promette affascianti approfondimenti psicologici, emotivi e narrativi.

the nevers bonfire

Ignition, a questo punto della storia, ha il compito di rivelare qualcosa di importante di quasi tutti i personaggi principali. La metafora touched/diversi è talmente esplicita che la si può dare per scontata, ma non dimentichiamo che The Nevers è ambientato in una società vittoriana che condannava e puniva penalmente chi era naturalmente diverso, ovvero gli omosessuali come Mundi. Il detective si vergogna a tal punto della sua omosessualità da aver sperato che il suo orientamento fosse un turn perché a quel punto la sua diversità non sarebbe stata una depravazione, come stigmatizzata dalla società, ma un evento esterno fuori dalla sua responsabilità e colpa. 

I momenti clou dell’episodio sono due. La sequenza di lotta in acqua tra Amalia e Odium, facilmente una delle più originali degli ultimi anni seriali, e la morte di Mary.

Mary Bright era una presenza angelica e innocente, l’emblema della purezza da proteggere, ma solo in questo episodio acquista un minimo di tridimensionalità e agenda personale, giusto in tempo per morire facendo però sentire (un po’) la sua mancanza. L’idea di Penance, nonostante la tragedia, riesce comunque nello scopo di raggiungere più touched possibili, e l’orfanotrofio può dunque arricchirsi di tanti altri diversi che altrimenti avrebbero incontrato un destino da schiavi, o da come carne da profitto.

Augie, anche in questo episodio si conferma moderatamente inutile e incapace di servire efficacemente le battute scritte per il suo personaggio. Al contrario, Annie Bonfire acquista spessore diventando un personaggio vero e proprio smarcandosi dall’essere solo la quota diversity. Anche il dottor Horacio ha finalmente un abbozzo di terza dimensione, purtroppo nel suo caso non è sufficiente. Rochelle Neil (Annie Bonfire) è dotata di una notevole presenza scenica, aveva solo bisogno di più spazio per emergere; Zackary Momoh, al contrario, non lascia il segno e soprattutto non vedevo una così scarsa alchimia tra due personaggi, il suo e quello di Amalia, dai tempi di Dexter e Hannah McKay (Yvonne Strahovski).

Note

Mi sembra chiaro che Lord Massen abbia inscenato la morte di sua figlia incapace di accettare che fosse stata toccata. E probabilmente per lui è davvero come se fosse morta. A questo punto, mi chiedo quale sarà il turn della bambina costretta a vivere nelle segrede del castello. È diventata una suffragetta, o peggio: è diventata una suffragetta belga?

Secondo alcune teorie, il fratello maggiore di Swan è trasmigrato nel corpo di Amalia. Il tipo era morto annegato, come sarebbe accaduto ad Amalia, ed era bravo con i pugni e nella lotta, esattamente come Amalia di cui è stata sottolineata l’assenza di “feminine restraint”. Io punto sul fatto che Molly sia davvero morta annegata e che Amalia sia un alieno che ha preso possesso del suo corpo e ne condivide i ricordi (“I’m not from here” potrebbe essere un’allusione di ben più ampie dimensioni). O magari ci sono due entità che condividono lo stesso corpo. 

Swan, per la prima volta, mi è parso genuinamente interessato al malessere di qualcuno, ho avuto l’impressione che da parte sua ci sia affetto nei confronti di Mundi.

Nel pilot, Beggar King dice a proposito del cattivo odore di Odium: “You can’t get that man into a bath”. Adesso sappiamo che intendeva alla lettera.

Una delle ragazze papabili per il bordello, ma che poi si unisca a Bonfire e Amalia, ha il potere di conoscere in ogni momento l’esatta ora segnata dal Big Ben: non riesco a pensare a un turn più british. Forse trasformare l’acqua in té delle colonie.

 

 

 



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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