Seconda puntata del nostro viaggio tra coloro che hanno mollato l’Italia per andare a vivere/lavorare/prosperare all’estero. Stavolta raccontiamo come si diventa professori di videogiochi a Singapore!

Chi sei, quanti anni hai, da dove vieni, cosa fai nella vita?

Mi chiamo Roberto Dillon, 42 anni, Genovese, nerd e smanettone fin da giovanissimo grazie ad un Commodore 64 prima ed un Amiga 500 poi. Sono ora Professore Associato alla James Cook University di Singapore dove insegno materie legate allo sviluppo di videogiochi. Sono anche attivo come sviluppatore indipendente e ho scritto diversi libri su game design e storia videoludica.

-Attualmente dove ti trovi e da quanto hai lasciato l’Italia?

Mi sono trasferito a Singapore quasi 11 anni fa.

Cosa ti ha spinto ad abbandonare l’Italia? (leggi: cosa manca nel nostro Paese che invece hai trovato dove ti trovi ora?)

La mia “storia” e’ probabilmente un po’ atipica dato che, dopo un inizio diciamo “normale”, ha avuto una svolta assai imprevista. Mi spiego meglio: dopo una laurea in ingegneria elettronica nell’universita’ della mia citta’, sono stato assunto come programmatore da una delle società di Finmeccanica. Ho lavorato un anno e mezzo sul sistema di lavorazione dei telegrammi per le postazioni 186 della Telecom ma… volevo fare qualcosa di un po’ piu’ “divertente”, se cosi’ si puo’ dire. Con grande stupore di molti parenti, ho lasciato il mitico “posto fisso” e sono tornato all’universita’ per un dottorato su tematiche multimediali. Appena finito, in Italia non c’erano sbocchi e invece mi e’ stato offerto, in maniera quasi inaspettata, un posto di Ricercatore alla Nanyang Technological University di Singapore. Laggiu’ avevano infatti appena aperto un laboratorio per sviluppare Serious Games e cercavano qualcuno con le mie competenze. Da li’ e’ iniziata la mia carriera parallela di insegnante e sviluppatore che mi ha portato, tra gli altri ruoli, ad essere direttore del dipartimento di Game Software Design del DigiPen Institute of Technology, a lavorare con colleghi formatisi su franchises quali Super Mario Bros o Gran Turismo e a formare studenti che oggi sono in ditte quali Ubisoft, Bungie, Konami, Koei Tecmo ecc.

Qual è la maggiore differenza che hai riscontrato, in ambito professionale, tra il modo di lavorare nel Paese in cui ti trovi e l’Italia?

In ambito professionale, gli ingegneri/sviluppatori Italiani non hanno nulla da invidiare a nessuno, anzi. Quello che si riscontra all’estero nel settore videogiochi pero’, sia in ambito accademico che industriale, e’ una differenza essenzialmente di tipo culturale. In Italia la maggioranza delle persone tende ancora a concepire i videogiochi come un passatempo per bambini, se non peggio. Inoltre, e cosa ancora piu’ grave, il problema in Italia e’ che quando si cerca di fare qualcosa di innovativo, si ha sempre l’impressione di stare giocando una partita di calcio con l’arbitro contro…

E la differenza “non professionale” (vale tutto: clima, cibo, abitudini, atteggiamento delle persone)?

In molte cose, Italia e Singapore sono assai differenti (eufemismo!). A Singapore, e’ estate caldo/umida tutto l’anno, con periodi piu’ o meno piovosi. Niente stagioni. Il cibo… per quanto i Singaporeani siano estremamente orgogliosi della loro cucina sud-est asiatica e della varieta’ che si puo’ trovare da queste parti, le notti in cui mi sogno le trenette al pesto non si contano! Per quanto riguarda le abitudini e gli atteggiamenti, Singapore e’ una citta’-stato estremamente pulita, organizzata, efficiente e con pochissima criminalita’. Bisogna pero’ rispettare le regole per non rischiare seriamente di subire multe salate o anche peggio!

Quali sono le maggiori difficoltà “operative” che si riscontrano quando si lascia l’Italia per andare all’estero?

Personalmente non ho avuto grandi difficolta’ ad ambientarmi: Singapore e’ spesso chiamata “Asia for Dummies” dato che si parla Inglese e c’e’ un ottimo mix di Oriente e Occidente, per cui si puo’ continuare a vivere con uno stile di vita praticamente occidentale senza particolari problemi di sorta.

C’è qualcosa nel Paese in cui ti trovi che non è come te lo immaginavi prima di viverci?

A dire il vero, 12 anni fa sapevo a mala pena dove fosse, Singapore! E’ stata tutta una piacevole scoperta, a parte il clima!

Cosa ti spingerebbe a ritornare in Italia?

Se un’Universita’ italiana volesse finalmente realizzare un corso di laurea incentrato su tematiche di sviluppo e design di videogiochi basandosi sul modello delle istituzioni leader nel settore come il DigiPen, sarei piu’ che disponibile ad offrire il mio contributo e a tornare.

-Che consiglio daresti ad una persona più giovane di te che volesse intraprendere la tua stessa professione?

Sia che si voglia intraprendere la strada di sviluppatore o game designer sia che si voglia anche tenere aperta una possibile via alternativa come docente, una laurea Magistrale, possibilmente in una materia scientifica, e’ importante. La cosa piu’ importante pero’ e’ capire che non si finisce mai di imparare, che bisogna mettere subito in pratica quello si apprende (ovvero, fare giochi al di la’ del curriculum scolastico, partecipare a game jam ecc.) e sapersi buttare al momento opportuno!

Ultima domanda: consiglia, motivandolo, un film/libro/gioco/disco ai nostri lettori (uno in assoluto, non uno per categoria!)

Impossible Mission, capolavoro di Dennis Caswell pubblicato dalla Epyx nel 1984 per il Commodore 64. Capolavoro son solo tecnico ma anche di game design: oltre alla sintesi vocale che tutti i vecchi giocatori come me non dimenticheranno mai, questo fu il primo action/platformer ad avere un finale (molti pensano che il primo sia stato l’originale Super Mario Bros, ma si sbagliano!) e ad unire magistralmente salti su piattaforme con un gameplay di tipo stealth ed elementi puzzle. Una vera pietra miliare nella storia dei videogiochi, coinvolgente oggi come ieri.

Se hai un portfolio, blog, sito, pagina social, campagna kickstarter che avresti piacere fosse pubblicata, diccelo!

Con piacere. il mio sito personale e’ http://programandplay.com

Le altre puntate di #SoLongItaly

1-COME DIVENTARE SPACECRAFT ANALYST A DARMSTADT
2-COME DIVENTARE INSEGNANTE DI VIDEOGIOCHI A SINGAPORE
3-COME DIVENTARE UN CREATIVO A LOS ANGELES
4-COME DIVENTARE FOTOGRAFO A MELBOURNE
5-COME DIVENTARE CURIOSO AD AMSTERDAM
6-COME FARE IL VISUAL DESIGNER A NEW YORK
7–COME DIVENTARE IMPRENDITORE A HOLLYWOOD
8-COME ANDARE A FARE IL PROGRAMMATORE ALLA WETA A WELLINGTON
9-COME DIVENTARE MEDIEVISTA A LEEDS
10-COME LAVORARE NEI VIDEOGIOCHI A LONDRA
11-COME DIVENTARE PRODUCT DESIGNER A PALO ALTO
12-COME INSEGNARE CULTURA ITALIANA A NEW YORK
13-COME FARE IL DESIGNER A LOS ANGELES
14-COME DIVENTARE ATTORE A LOCARNO
15-COME FARE IL FILOSOFO A SAN FRANCISCO (E UN PO’ OVUNQUE)



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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